Ecco il pc che ‘beve’ vino
Fino ad oggi ci è stato detto che il vino fa buon sangue, che a volte si finisce a tarallucci e vino, o prendendo spunto da antiche saggezze, in vino veritas.
Beh, il vino, oltre ad accendere gli animi, ora fa accendere anche i computer!
Questo progetto, nato neil laboratori di Intel, prevede che con un bicchiere di vino si possa accendere un microprocessore. Quando il vino rosso colpisce le due lastre di metallo che contengono i circuiti di accensione, queste accumulano energia che consente l’accensione del microprocessore. A questo punto, si avvia un programma grafico con display e-ink.
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Aleggia ancora del mistero sulla tecnologia che sta alla base di questo processo, ma l’Intel Lab non è nuovo a queste presentazioni di avanguardia, studiando da anni nuove opportunità per i mercati nascenti. In passato venne presentato il prototipo di un chip solare che poteva essere ricaricato tramite una lampadina, a dimostrazione del fatto che un minore fabbisogno di energia non significa affatto minore performance.
L’obiettivo di Intel è proprio quello di dimostrare che il futuro sarà in dispositivi sempre più piccoli, a minimo dispendio di energia, ma con ottime performance, specialmente se incorporati in prodotti “portatili”, quali orologi, occhiali, sensori in generale, ma anche dispositivi medici, che potranno garantire un flusso di informazioni immediato circa lo stato di salute dei pazienti.
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Soltanto un paio di settimane fa è stato annunciato il lancio di una nuova generazione di processori a bassa energia, i Quark, che potranno essere impiegati, tra le altre cose, proprio per tecnologia integrata e portable, oltre che a scopi medici.
I Quark sono il primo passo verso l’obiettivo di dare alla mobilità un elemento “umano” e di essere di maggiore aiuto per bisogni più o meno importanti, dall’anticipazione di una necessità di acquisto, alla sicurezza durante gli spostamenti a piedi o in bici.
Ultimo aggiornamento il 29 Gennaio 2024 da Rossella Vignoli