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Inquinamento e autismo: confermata la correlazione

Tra i rischi legati all’inquinamento dell’aria va aggiunto quello di avere figli affetti da autismo: a darne conferma è il primo studio su larga scala mai effettuato a riguardo, condotto da un gruppo di ricerca di Harvard guidato dal professor Andrea Roberts.

Inquinamento e autismo: confermata la correlazione

Le donne incinte che sono esposte ad elevati livelli di diesel o mercurio nell’aria hanno il doppio delle probabilità di avere figli affetti da autismo rispetto alle donne che invece vivono in zone meno inquinate”, ha affermato lo studioso. Una simile connessione era già stata già rilevata, in passato, da studi, condotti però su un numero ristretto di donne.

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Lo studio è stato effettuato incrociando i dati relativi all’inquinamento dell’aria di anno in anno all’interno di un vasto territorio suddiviso in cinque aree, rilevando poi il numero delle donne incinte nelle singole aree e l’incidenza della nascita di bambini con diagnosi riconducibili allo spettro dell’autismo. In questo modo, i ricercatori hanno potuto individuare anche le sostanze più pericolose, che sono risultate essere il particolato del diesel e il mercurio, seguiti da manganese e altri metalli pesanti.

Essendo neurotossine, tali elementi si trasmettono da madre in figlio, fino ad avere effetti negativi sullo sviluppo del cervello del nascituro. Gli scienziati, però, sottolineano la necessità di prendere con le pinze il risultato della ricerca, dal momento che non è ancora chiaro quale sia la reale connessione tra il particolato presente nell’aria e lo sviluppo della malattia.

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Per fare luce su questo si passerà ad una seconda fase dello studio, basato sull’analisi del sangue delle madri e dei figli per vedere quali elementi chimici vengono effettivamente passati ed assorbiti dai bambini: solo a quel punto, sottolineano gli scienziati, si potrà eventualmente affermare che esiste una connessione certa e individuare gli elementi inquinanti più influenti.

Ad oggi, le cause dell’autismo sono sconosciute, nonostante si sospetti di una serie di fattori generici e non genetici, legati anche all’età dei genitori, e complicanze nel corso della gravidanza. I medici escludono che l’inquinamento possa essere una causa, ma sicuramente costituisce un fattore di maggior rischio.

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