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La rinascita dei Verdi Europei

Non solo Fukushima, ma un’onda lunga che viene da lontano. Spinti in particolare dai giovani e dalla voglia di rinnovamento che pervade quei paesi dove esiste una gerontocrazia abbracciata alle poltrone delle stanze del potere (l’Italia è un caso a suo modo particolare, come vedremo), i Verdi nei principali paesi Europei sembrano godere di rinnovato slancio e credibilità. Una vera e propria primavera Verde, che parte dallo stato Europeo con più solida cultura ecologista, la Germania, ma che pare avere contagiato alcuni dei suoi più importanti vicini.

La rinascita dei Verdi Europei

Cosa succede ai Verdi in Germania

Succede che a fine marzo, nelle elezioni di uno dei Land più importanti della Repubblica Federale Tedesca, il Baden-Wuerttemberg, gli elettori hanno mandato a casa Frau Angela Merkel, cui nulla è servita la retromarcia sul nucleare post-Fukushima.

I Verdi, alle elezioni locali del 27 marzo del Baden-Wuerttemberg, hanno eletto il primo governatore della loro storia ed addirittura Renate Künast, portavoce del partito al Parlamento tedesco, è data per favorita nel voto autunnale per il governatore della Città-Land di Berlino.

I soli Verdi nel Baden-Wuerttemberg hanno ricevuto il 24% dei consensi, risultando anche il primo partito della coalizione, davanti ai Socialdemocratici.

Ma se i Verdi in Germania, dove si parla apertamente addirittura di Cancelliere Verde in un prossimo futuro, sono forza di governo, fa pensare anche quanto bolle in pentola nella vicina Francia.

Cosa succede ai Verdi in Francia

Nel primo paese nucleare d’Europa, mai come oggi è forte il gradimento verso i Verdi.
Giunge non proprio inaspettata, dunque, la notizia della candidatura alle presidenziali del 2012 per Europe

Ecologie-Les Verts di una figura carismatica come Nicolas Hulot. Il movimento ecologista francese ha infatti convinto il 56enne famoso presentatore Tv e documentarista a rompere gli indugi e candidarsi per le presidenziali. In un contesto in cui Sarkozy si sta spostando sempre più a destra per non farsi sfilare elettorato pesante dalla estrema destra del Front national guidato dalla figlia d’arte Marie Le Pen, a centro-sinistra il probabile candidato dei socialisti Dominique Strauss-Kahn, una figura non proprio carismatica e di un partito a suo modo “conservatore”, sembrerebbe pronto a fare il vuoto. Qui probabilmente Hulot pensa di potere giocare la sua partita.

E ai Verdi in Italia?

In Italia i Verdi come partito tradizionale, reduci dal clamoroso flop delle Politiche del 2008 e delle Europee del 2009 (zero seggi in entrambi i casi) si sono riorganizzati un una organizzazione leggera, la Federazione dei Verdi e puntano a un modello di Polo ecologista alla Europe Ecologie-Les Verts, che sappia dialogare e attrarre forze contigue.

La Costituente Ecologista non ha ancora partorito un soggetto politico in grado di spostare gli equilibri e si aspetta l’appuntamento della Costituente Ecologista nazionale che si riunirà a Roma il 21 e 22 maggio per capirne di più.

In realtà c’è un paradosso Italiano anche qui: il Paese europeo con la classe dirigente più anziana, anche di fronte ad importanti appuntamenti elettorali come le amministrative e il referendum day del 12 giugno, dove i voti verdi peseranno come macigni, non è in grado di presentare una forza elettorale ad ispirazione ecologista che possa pensare di diventare maggioritaria. Ne approfitteranno i partiti del centro-sinistra?

Simona Treré

Classe 1984, si è laureata a Bologna in Scienze della Comunicazione (con una tesi su Green Marketing e Green Communication) e ha conseguito il master in Comunicazione Ambientale a Roma. Dal 2009 lavora nel settore della sostenibilità ambientale seguendo la comunicazione e la progettazione ambientale per aziende del territorio. Grazie ai suoi studi e al suo lavoro si è potuta dedicare a una delle passioni: l’ecologia e il rispetto per la natura (nei suoi vari, complicati e meravigliosi aspetti). Per divertimento ha sfilato come modella di abiti green e per hobby si è avvicinata all’affascinante mondo dei “rifiuti-non rifiuti” attraverso il riciclo creativo, creando e vendendo oggetti realizzati con materiale di recupero.

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