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La truffa del falso bio danneggia chi bio lo è davvero

E’ di poche ore la notizia di una truffa da oltre 200 milioni di euro che coinvolge diversi prodotti spacciati come biologici ma non tali. Si tratta di una gigantesco giro di fatture false che ha portato all’arresto di 6 persone nel veronese.

La truffa del falso bio danneggia chi bio lo è davvero

Riguarda oltre 700.00 tonnellate di alimenti proposti come biologici ma che in realtà non lo erano e ha portato a sequestrare altre quantità di farina, soia, frutta fresca.

Un’affare gigantesco, si ritiene coinvolto oltre il 10% del mercato biologico italiano!

Ma la portata della notizia non si esaurisce nel solo fatto di cronaca. Va invece a ledere il principio fondamentale di chi compra biologico: la fiducia. Alla base dell’acquisto di un prodotto organico ed a km 0 c’è la consapevolezza dell’eco-sostenibilità e dell’eticità legate alla propria scelta.

Certificazioni e bollini vari danno una sicurezza in più ma alla base c’è la fiducia nell’aver acquistato un qualcosa che ci farà bene perché è stato creato e allevato secondo dei parametri precisi e nel pieno rispetto dell’ambiente.

Solo così siamo disponibili, anche in tempi di crisi economica profonda come questi, a spendere di più. E non è da poco, visto che il mercato del bio è il solo a non aver subito contrazioni negli ultimi anni, con un trend inverso al resto del mercato alimentare e della cura della persona.

Una truffa del genere è ancora più grave perché assesta un duro colpo alla fiducia dei consumatori che scelgono bio con tranquillità. Ora si chiederanno se ne vale davvero la pena e se quello che stanno per mettere nel carrello della spesa è veramente “pulito”. Nonostante il bollino e il buon nome del supermercato lo attestino con evidenza. E voi cosa ne pensate? Comprerete ancora tranquillamente alimenti bio?

Altre informazioni sul mercato biologico le trovi qui:

  • Il mercato biologico del biologico nel mondo: riuscirà la grande distribuzione a farla da padrona
  • Il mercato del biologico in Italia: gli attori principali
  • Il mercato del biologico in Italia: consumi e prospettive
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4 Commenti

  1. Sarebbe già un passo avanti se i media non affiancassero con leggerezza e poca precisione i termini “Km0”, “filiera corta” e “biologico”. Sono tutti termini che fanno pensare “verde”, ma hanno significati completamente diversi e non necessariamente legati tra di loro. Finché le persone non impareranno ad approfondire quello che viene comunicato e i media non si impegneranno a comunicare correttamente la pratica del “greenwashing” sarà terreno fertile per truffe e raggiri.

  2. Ecco quanto è riportato dall’ANSA:
    In carcere sono finiti: Luigi Marinucci, 63 anni, di Angiari (Verona), legale rappresentante della Sunny Land Spa e della Società Agricola Marinucci; Davide Scapini, 43, di Sona (Verona), socio al 49% e direttore commerciale della Sunny Land oltre che rappresentante di altre aziende; Angela Nazaria Siena, 39, di San Severo (Foggia), rappresentante della Bioecoitalia srl e di altre aziende nel settore agricolo-cereale; Andrea Grassi, 45, di Argenta (Ferrara), consulente e rappresentante di aziende agricole; Michele Grossi, 36, di Fano (Pesaro-Urbino), direttore regionale Marche dell’Organismo di Certificazione e controllo di suolo e salute. E poi, Stefano Spadini, 46, genovese, residente a Monte Cerignone (Pesaro-Urbino), consulente della Direzione Regionale Marche di Suolo e salute. Caterina Albiero, 47, di Salizzole (Verona), socio accomandatario della Bioagri sas e rappresentante legale de “La Spiga srl”.

    Penso però che sia anche corretto segnalare il comunicato che appare sul sito di Suolo e Salute:
    Con riferimento al sequestro di un’ingente quantità di prodotti falsamente commercializzati come biologici operato dalla Guardia di Finanza di Verona nell’operazione denominata “gatto con gli stivali”, Suolo e Salute s.r.l. tiene a precisare che i sigg.ri Grossi Michele e Spadini Stefano, oggi arrestati, non intrattengono nessun rapporto di collaborazione con questo Organismo di controllo fin dal settembre 2010 allorché ne furono allontanati non appena le verifiche interne avviate in autocontrollo avevano evidenziato comportamenti dagli stessi tenuti assolutamente non in linea con le regole aziendali.
    La Suolo e Salute s.r.l., infatti, è organismo di controllo e certificazione nel settore agroalimentare e ambientale (autorizzato con D.M. n. 9697232 del 30.12.96 del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali) ed ha sempre operato nel rigoroso rispetto delle norme legislative e tecniche di riferimento nonché dei requisiti di terzietà, imparzialità e indipendenza posti a fondamento dell’accreditamento riconosciuto da ACCREDIA, ente unico nazionale di accreditamento.
    La Suolo e Salute s.r.l., inoltre, tiene a sottolineare che – nel corso dell’attività investigativa culminata con l’operazione “gatto con gli stivali” – ha tenuto nei confronti dell’Autorità inquirente un atteggiamento di fattiva ed ampia collaborazione supportando la Guardia di Finanza di Verona con la produzione di dati e di documenti.
    Ci riserviamo di costituirci parte civile nell’incardinando procedimento penale sia nei confronti dei predetti Grossi e Spadini che di quant’altri avessero arrecato danno – con la loro condotta criminosa – al sistema di controllo e certificazione ed a Suolo e Salute srl in particolare.

  3. Io compro Bio da un anno a questa parte, perlopiù a km0 se si tratta di cereali e farine e sono andato di persona al mulino a vedere. Molti ignorano il fatto che non basta la scritta bio o la stampa del bollino, bisogna avere il numero di certificazione e si può controllare su appositi siti che sia reale.
    Questo episodio comunque mette in evidenza che c’è ancora una falla nei sistemi di controllo che colpiscono sempre più i piccoli produttori e i grandi distributori sono invece più dispensivi. Secondo il mio parere ogni produttore di prodotti biologici non dovrebbe poter mettere in commercio più di un tot. di prodotti o comunque deve garantire di poter tracciare ogni minimo ingrediente di tutti i prodotti che vendono o comunque consorziarsi i diversi produttori.

    Per la sicurezza dei consumatori, si possono conoscere i nomi dei falsi prodotti/produttori bio?

  4. Solo il KM 0 può essere libero dai soliti tentativi tutti italiani di truffa.
    Km0 significa poter vedere, in fase di produzione, ciò che si mangia.
    Per me biologico non è un bollino… ma l’amicizia del contadino…
    ciao

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