Continua a destare molte preoccupazioni tra scienziati ed esperti di tutto il mondo il continuo, inarrestabile innalzamento del livello dei mari provocato da surriscaldamento globale.
Secondo le stime dei ricercatori del IPCC (il Gruppo Intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico) nel XX secolo il livello del mare è cresciuto di 20 centimetri (ma in alcune parti della terra anche 60 cm) e il trend non sembra poter essere invertito, visto che la crescita non si arresterà per altri 2 secoli. E dal momento che la causa scatenante è, come sempre, l’inquinamento generato dall’attività umana, l’unica possibilità è limitare immediatamente l’impatto ambientale e le emissioni di gas-serra.
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Il rapporto del IPPC è stato pubblicato sulla rivista scientifica ‘Global and Planetary Change’, ma alcuni fisici italiani dell’Università di Trento sono convinti che il futuro sia ancora più nero e prevedono che il livello del mare salirà come minimo di 80-95 centimetri entro la fine del 2100 e per altri 200 anni.
Le aree più esposte ai primi effetti di questo preoccupante fenomeno sono il Bangladesh e le Maldive, l’Egitto (bacino del Mediterraneo) e, negli Stati Uniti, la Florida. E con 1 m di mare in più la geografia di fiumi e laghi potrebbe essere ridisegnata per sempre con conseguenze catastrofiche per le popolazioni e produrre così i primi veri rifugiati climatici.
Anche il Mediterraneo, dunque, non sarà immune alle conseguenze nefaste dell’accrescimento dei mari ed i primi a patirle saranno i paesi costieri delle aree pianeggianti sull’Adriatico e il Tirreno. L’acqua salata – spiegano gli esperti – risalirà i fiumi e si insinuerà nelle falde acquifere provocando danni incalcolabili alla produzione agroalimentare.
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E se sulle reali proporzioni del fenomeno gli scienziati continuano a dibattere, ma tutti concordano sul fatto che la prima misura da adottare sia tagliare drasticamente le emissioni e ridurre l’impiego di combustibili fossili. E l’avvertimento suona come un monito inquietante: “la temperatura si sta alzando e il livello del mare anche. Continueranno a farlo per cento o duecento anni e non chiedono il permesso ai Governi”.
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