Mercurio nei pesci: da dove viene?
Questo nemico invisibile è dovuto ad una contaminazione delle acque sempre più elevata, ma si può fare qualcosa
Questo metallo è presente in natura, ed è una delle sostanze più tossiche per il corpo umano. I suoi effetti possono essere devastanti, soprattutto su organi vitali come il cervello, i reni e il sistema nervoso. La contaminazione da mercurio è un fenomeno sempre più allarmante sul cui bisogna fare molta attenzione. I rischi sono legati soprattutto al consumo di pesce e frutti di mare avvelenati. Il mercurio nei pesci è dunque un rischio reale. Scopriamo quali sono le cause, come colpisce, perché i bambini sono ancora più vulnerabili degli adulti, e come possiamo proteggerci da questa minaccia.

Sommario
Cos’è il mercurio
Innanzitutto occorre sapere che il mercurio è un elemento chimico ottenuto principalmente per riduzione di un minerale, il cinabro, meglio conosciuto come solfuro di mercurio. I principali campi di applicazione di questo metallo sono l’elettrico, l’elettronico, il chimico ma un tempo veniva impiegato anche come sostanza di raffreddamento nelle centrali nucleari.
Il mercurio è tossico
Si tratta di un metallo fortemente tossico per l’uomo, sia che venga ingerito, inalato o semplicemente portato a contatto con i tessuti cutanei. In effetti, agisce come una tossina che si accumula nel nostro organismo, attaccando il sistema nervoso, il sistema cardiovascolare e i reni.
Esistono diverse forme di mercurio, ma la più pericolosa è il metilmercurio, una forma organica che si accumula principalmente nei pesci e frutti di mare contaminati. E nella stragrande dei casi avviene in maniera inconsapevole. Questo ne fa un nemico micidiale e ‘invisibile’.
Danni alla salute da mercurio
Le principali rischi d’intossicazione da mercurio sono gravi patologie a carico delle funzioni cognitive e malformazioni o problemi di sviluppo nei neonati.
Effetti sugli adulti
Negli adulti, l’esposizione al mercurio può causare:
- Problemi neurologici: tremori, difficoltà di memoria, cambiamenti dell’umore (irritabilità, depressione) e persino disturbi cognitivi
- Danni cardiovascolari: studi hanno collegato l’esposizione cronica al mercurio a un aumento del rischio di ipertensione e malattie cardiache
- Problemi renali: può accumularsi nei reni, compromettendone la funzione
- Danni al sistema riproduttivo: nelle donne, l’esposizione a lungo termine può ridurre la fertilità, mentre negli uomini può abbassare la qualità dello sperma
Effetti del mercurio sui bambini
I bambini, e soprattutto i feti, sono particolarmente vulnerabili agli effetti tossici del mercurio, poiché il loro sistema nervoso e il cervello sono ancora in formazione. Le conseguenze possono essere molto gravi:
- Ritardo nello sviluppo neurologico: esposizioni elevate durante la gravidanza possono portare a deficit cognitivi, difficoltà di apprendimento, riduzione del QI e problemi comportamentali
- Disturbi motori e del linguaggio: i bambini esposti possono sviluppare problemi di coordinazione e ritardi nell’apprendimento del linguaggio
- Problemi di crescita: l’esposizione prenatale al mercurio può avere effetti negativi sul peso e sulla crescita del feto
Come arriva il mercurio nei pesci?
Ma qual è la vera fonte di questo inquinamento? Gli esperti ritengono che la maggior parte del mercurio che finisce negli oceani o in mare aperto provenga dalle emissioni derivanti dalla combustione di combustibili fossili che si disperdono nell’atmosfera e, attraverso le piogge, in mare aperto dove il mercurio viene assorbito dai pesci attraverso la catena alimentare.
In effetti, questo metallo pesante si diffonde nell’ambiente principalmente a causa delle attività umane:
- Centrali a carbone: la combustione del carbone rilascia mercurio nell’atmosfera, che può poi depositarsi nei mari e nei suoli
- Attività minerarie: l’estrazione di oro e altre attività minerarie usano il mercurio, che spesso finisce nei corsi d’acqua
- Industrie chimiche: lo smaltimento improprio di alcuni prodotti industriali può contaminare l’ambiente
Una volta rilasciato, entra nelle acque e viene trasformato in metilmercurio dai microrganismi. Assorbito dai batteri, a loro volta assorbiti dalle alghe, si accumula nei pesci e nei frutti di mare.
Il processo è chiamato bioaccumulo: i pesci più piccoli mangiano le alghe ed i pesci più grandi, loro predatori si cibano di quelli contaminati e delle alghe stesse, accumulano quantità ancora maggiori. È per questo motivo che la quantità di mercurio presente in un pesce è direttamente proporzionale alle sue dimensioni.
Il mercurio da cibo: il pericolo più insidioso?
Tra tutte le fonti di esposizione, abbiamo visto che quella alimentare è la più comune e insidiosa. Il metallo si trova principalmente nei pesci predatori di grandi dimensioni e nei frutti di mare, che rappresentano una parte importante della dieta di molte persone.
Ed è per questa ragione che le donne in gravidanza ed i bambini devobo scegliere pesce sicuro da mangiare e privo di mercurio e crostacei potenzialmente contaminati, cioè quelli al vertice della catena alimentare della specie (tonno, pesce spada, salmone).
Pesci e frutti di mare più contaminati
I pesci ad alta concentrazione di mercurio sono i più brandi e grassi:
-
- Pesce spada
- Squalo
- Tonno (soprattutto pinne gialle e obeso)
- Marlin
- Luccio
- Frutti di mare
Pesci meno contaminati
Mentre i pesci a bassa concentrazione di mercurio e quindi più sicuri da consumare, sono quelli piccoli:
-
- Salmone
- Sardine
- Acciughe
- Merluzzo
- Trota
La soglia pericolosa per la salute
L’Organizzazione Mondiale della Sanità fissa i limiti di esposizione sicura al mercurio. Per il metilmercurio, la dose settimanale tollerabile è di 1,6 microgr per kg di peso corporeo. Superare questa quantità per lunghi periodi può aumentare significativamente i rischi per la salute.
Come abbassare l’inquinamento ambientale da mercurio
La riduzione delle quantità presenti nell’atmosfera avrebbe un impatto diretto e piuttosto immediato sull’alimentazione dei pesci, e di conseguenza, sul loro grado di tossicità.
Alcuni scienziati americani ritengono che tagliando le emissioni del 20% si ridurrebbe del 16% la quantità di mercurio assorbita dai pesci; dunque occorrerebbe ridurre del 40% la combustione di fossili per limitare l’accumulo di sostanze tossiche nella biosfera e ridurre del 20% la concentrazione di mercurio nel mare. Un dato che, a pensarci bene, fa sembrare l’orizzonte ancora più cupo di quel che già appare.
È vero che il principale produttore di gas inquinanti è l’Asia che, da questo punto di vista, ha superato di gran lunga Europa e Stati Uniti. Ma è anche vero che tocca agli stati occidentali esercitare le giuste pressioni per far sì che si imponga una limitazione delle emissioni tossiche a livello internazionale, specie adesso che l’opinione pubblica è perfettamente consapevole delle pericolose conseguenze legate all’inquinamento da mercurio nel mare.
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Ultimo aggiornamento il 4 Giugno 2025 da Rossella Vignoli
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