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Pannelli solari galleggianti: cosa sono, come funzionano e quanto puoi risparmiare

Ecco come produrre energia pulita sfruttando superfici acquatiche come laghi, bacini e dighe

Il fotovoltaico del futuro pare destinato a galleggiare. La costante ricerca sulle tecnologie connesse allo sfruttamento dell’energia solare, volta a ridurre costi e consumi ed a limitare gli inconvenienti legati all’impatto paesaggistico, al cambio di destinazione dei terreni agricoli e all’utilizzo della superficie dei tetti, si sta concentrando infatti sempre di più sull’acqua.

Pannelli solari galleggianti: cosa sono, come funzionano e quanto puoi risparmiare

Cosa sono i pannelli solari galleggianti

Nel mondo della transizione energetica, la parola d’ordine è innovazione. E tra le tecnologie più promettenti c’è quella dei pannelli solari galleggianti, chiamati anche floating solar. Una soluzione che permette di produrre energia pulita sfruttando superfici d’acqua — laghi, bacini artificiali o dighe — senza consumare suolo. Il risultato? Meno impatto ambientale, più efficienza e nuovi spazi per il fotovoltaico.

Sono impianti fotovoltaici installati su piattaforme che galleggiano sull’acqua. Le strutture, ancorate al fondale o ai bordi del bacino, sostengono i moduli solari e li mantengono stabili anche in presenza di vento o onde leggere.

Questa tecnologia è nata in Asia (Giappone, Corea del Sud, Cina) ma si sta rapidamente diffondendo anche in Europa e in Italia, grazie all’aumento dell’efficienza e alla riduzione dei costi di installazione.</p>

2. Come funzionano e quali caratteristiche tecniche

Il principio è lo stesso di un impianto fotovoltaico tradizionale, ma con una differenza chiave: i moduli si trovano sull’acqua.

Il raffreddamento naturale del lago o bacino permette ai pannelli di mantenere una temperatura più bassaaumentando l’efficienza fino al 15-20% rispetto a un impianto su terra.

Inoltre, la copertura parziale del bacino riduce l’evaporazione dell’acqua e limita la proliferazione di alghe, migliorando la qualità ambientale complessiva.

Un telaio in acciaio inox collega i moduli galleggianti e gli conferisce la giusta inclinazione (di 8°).  Appositi galleggianti in polietilene ad alta densità e resistenti a tutte le temperature, consentono ai tecnici l’ispezione e la manutenzione, e sostengono i pannelli, formando strisce che servono come camminamenti attraverso l’impianto.

Un’altra tecnologia galleggiante

Merita un ulteriore approfondimento un nuovo sistema messo a punto in Italia che promette di aumentare l’efficienza e ridurre i costi del fotovoltaico: il Floating Tracking Cooling Concentrator, sviluppato nei laboratori dell’azienda pisana Scienza Industria Tecnologia. Particolarmente adatta ad ogni tipo di bacino e ai laghi sia naturali che artificiali, questa piattaforma galleggiante dotata di moduli fotovoltaici poggia su delle zattere, libere di muoversi per seguire l’inclinazione dei raggi solari e ottenere la migliore esposizione.

I pannelli piatti dotati di riflettori sono sistemati quindi su questa struttura galleggiante a zattere mobili, che è ancorata al letto del lago o bacino con un pilone e sfrutta le proprietà rinfrescanti dell’acqua. La superficie acquatica intorno ha infatti un ruolo fondamentale per ovviare al problema del surriscaldamento, che in estate riduce l’efficienza dei moduli. La piattaforma usufruisce quindi dell’acqua del bacino per il suo sistema di raffreddamento, realizzato tramite la costante irrorazione in superficie dei moduli, che aumenta l’efficienza del 10%.

Dei riflettori ottimizzano la concentrazione dell’energia solare in ogni momento del giorno, rendendo questo sistema molto più efficiente rispetto a quelli tradizionali a terra. La potenza di ogni singolo modulo varia da 20 a 200 Kwp fino a 1 Mwp e 4 Mwp per le installazioni più grandi, a seconda del tipo di panelli utilizzati.

Attualmente sono stati realizzati dei progetti pilota a Colignola nei pressi di Pisa (un impianto da 30 Kw sufficiente alle esigenze di una dozzina di famiglie che  fornisce 3 Kw per appartamento) a Suvereto in provincia di Livorno e perfino in Corea, in un bacino artificiale a sud della capitale Seul.

3. Vantaggi e svantaggi

Notevoli risultano i vantaggi di questa tecnologia, che non toglie spazio all’agricoltura, è meno soggetta a furti e danneggiamenti, può accedere a più incentivi – data la sua innovatività – e riesce a garantire una maggiore produzione (grazie all’effetto mitigante dell’acqua, in inverno i pannelli sbrinano prima rispetto a quelli montati a terra, mentre in estate lavorano a temperature più basse, migliorando il grado d’efficienza).

I vantaggi principali

  • Zero consumo di suolo: perfetti per paesi con poco spazio o terreni agricoli da preservare
  • Efficienza più alta: l’acqua mantiene i moduli più freddi e produttivi
  • Riduzione evaporazione: utile per bacini irrigui e dighe idroelettriche
  • Manutenzione semplificata: meno polvere e sabbia rispetto ai pannelli a terra
  • Possibilità di impianti ibridi: fotovoltaico + idroelettrico nello stesso bacino

Gli svantaggi da considerare

  • Costo iniziale maggiore rispetto al fotovoltaico su terra (fino a +15%)
  • Vincoli ambientali e concessioni per l’utilizzo di acque pubbliche o private
  • Necessità di ancoraggi e materiali resistenti a umidità, onde e agenti atmosferici.
  • Gestione tecnica più complessa per manutenzione e connessione alla rete
  • Quanto puoi risparmiare e prospettive economiche

5. Cosa serve per impiantarli e a chi conviene

Per installare pannelli solari galleggianti occorrono:

  • un bacino idrico (naturale o artificiale) stabile e di proprietà o concessione
  • una struttura galleggiante modulare in plastica o alluminio
  • un sistema di ancoraggio e cablaggio elettrico sicuro e certificato
  • autorizzazioni ambientali e idrauliche
  • connessione alla rete o sistema di accumulo

Conviene soprattutto ad aziende agricole con invasi d’irrigazione, gestori di dighe idroelettriche, industrie con bacini di raffreddamento e comunità energetiche locali che dispongono di superfici d’acqua inutilizzate.

Quanto si risparmia davvero

Il risparmio dipende dalla dimensione dell’impianto e dai costi energetici locali. In media, un impianto floating da 1 MW può produrre fino a 1,5 GWh l’anno, risparmiando circa 600 t di CO2.

I tempi di rientro economico sono di 7-10 anni, ma le nuove <strong>aste del GSE (2025)</strong> per 50 MW di fotovoltaico galleggiante stanno rendendo sempre più interessante questa tecnologia anche per le piccole imprese.

I nuovi sistemi in grado di seguire il movimento solare per concentrare meglio l’energia, potrebbero raggiungere risultati inaspettati anche in Italia. Il sistema di pannelli fotovoltaici galleggianti promette infatti di produrre il 75% di energia in più rispetto ai moduli tradizionali, abbassando i costi del 20%.

Se si dotasse di questo sistema anche solo il 10% di un’area come la Sicilia – baciata dal sole e dotata di 75 Kmq di laghi e riserve artificiali – non sarebbe un’utopia pensare di poter usufruire di 1 Gw di potenza per l’isola, quanto basterebbe ad esempio per alimentare 10 milioni di lampadine da 100 W.

A livello paesaggistico, inoltre, l’impatto è piuttosto basso, perché la struttura emerge non oltre il metro dalla superficie dell’acqua.

In sintesi

Il fotovoltaico galleggiante in breve

Caratteristica Descrizione
Occupazione suolo Assente: sfrutta superfici d’acqua
Efficienza +15-20% grazie al raffreddamento naturale
Evaporazione acqua Ridotta fino al 70%
Costi +10-15% rispetto al fotovoltaico a terra
Durata 25-30 anni, come gli impianti tradizionali
Manutenzione Facile, ma richiede tecnici specializzati
Ideale per Aziende, agricoltura, comunità energetiche

6. Esempi in Italia e in Europa

In Italia i primi progetti pilota risalgono al 2020, ma oggi la crescita è rapida:

  • Enel Green Power (Sicilia): impianto sperimentale da 30 kW su un bacino artificiale: ha dimostrato un aumento del 12% di efficienza rispetto al suolo
  • Agnes SpA (Emilia-Romagna): progetto da 100 MW nel ravennate, combinato con eolico offshore e idrogeno verde
  • Corigliano-Rossano (Calabria): maxi progetto da 540 MW: 120 MW solari galleggianti + 420 MW eolici, uno dei più grandi d’Europa

A livello europeo spiccano gli impianti nei Paesi Bassi (progetto Andijk da 15 MW) e in Portogallo, dove EDP ha installato il più grande parco galleggiante del continente sul bacino di Alqueva (12 MW).

Nel mondo, la Cina guida il mercato con oltre 5 GW già installati.</p>

Il primo progetto in Italia: Solarolo

In Italia il primo impianto realizzato con questa innovativa tecnologia è stato inaugurato nel dicembre 2009 a Solarolo, in provincia di Ravenna. Frutto della collaborazione tra la Daiet e il Consorzio di bonifica della Romagna occidentale, il progetto Loto – chiamato così per la vistosa somiglianza con la pianta acquatica  –  si configura come una struttura galleggiante formata da elementi modulari in materiale plastico, che può esser utilizzata in tutti gli acquiferi superficiali interni con moto ondoso contenuto e possibilità di scambio energetico.

Il modulo di Solarolo, del diametro di 25 m, non sottrae spazio all’agricoltura ed è stato progettato in modo che le correnti acquatiche non provochino la rottura dei vetri a protezione delle celle fotovoltaiche. La struttura è stata ancorata in più punti della terraferma, mentre le connessioni elettriche sono vulcanizzate e integrate in tubazioni in PVC, per render il sistema completamente stagno.

Restando in Italia, altre due aziende si sono specializzate nel fotovoltaico galleggiante, la NGR Energia e la Indigo 6Eco, che insieme hanno brevettato e certificato un sistema denominato Flotovoltaico. In pratica, tutti gli specchi d’acqua inutilizzati, dalle cave dismesse ai laghetti abbandonati, possono trovare nuove possibilità d’impiego in favore del settore dell’energia solare.

Conclusioni

Se il problema per la diffusione del solare poteva esser costituito dalla sua collocazione, ecco che la superficie di laghi, fiumi e bacini idrici, sia naturali che artificiali, può venire efficacemente in soccorso, garantendo soluzioni pratiche ed efficienti.

L’acqua può costituire un fondamentale supporto per lo sviluppo del fotovoltaico, aprendo scenari sempre più rosei per il potenziale dell’energia pulita.

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Ultimo aggiornamento il 10 Novembre 2025 da Rossella Vignoli

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