La ‘crisi di impollinazione’ che sta vivendo il nostro Pianeta e in particolare l’Europa (-25% tra il 1985 e il 2005) è da tempo al centro del dibattito di esperti e associazioni ambientaliste internazionali. Negli ultimi anni, infatti, preoccupa la drastica diminuzione delle api e di tutti i preziosissimi insetti impollinatori la cui attività è fondamentale per l’agricoltura e la biodiversità. Da qui nasce la necessità di una petizione per salvare le api.
Le cause della progressiva scomparsa delle api dai loro habitat naturali sono da imputare principalmente all’attività umana e all’aumento dell’uso della chimica in agricoltura, ai pesticidi e al ricorso massiccio a monocolture anziché alle colture a rotazione. E a parte le api, non va meglio agli altri insetti impollinatori, vittime dello stesso declino.
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Per questo motivo Greenpeace ha lanciato una petizione per salvare le api e, con esse, preservare l’agricoltura ecologica dall’incubo dei pesticidi e dalle logiche distruttive dell’agricoltura moderna. L’associazione ambientalista denuncia la necessità ormai impellente di abbandonare l’agricoltura industriale e tornare ai metodi biologici e naturali, gli unici in grado di produrre cibo sano.
L’invito a firmare la petizione è rivolto a tutti coloro che credono nel rilancio di un modello agricolo sostenibile, sicuro e privo di rischi per la sopravvivenza delle api, così importanti per il futuro dell’umanità stessa.
Attivisti, scienziati ed eco-imprenditori di tutto il mondo hanno appoggiato la petizione suffragando la tesi di Greenpeace con studi e analisi volti a dimostrare l’efficacia delle moderne tecniche di agricoltura ecologica in tutto il continente europeo. Il risultato? Non occorre usare pesticidi per produrre cibo buono, sano e aumentare la produzione alimentare. La soluzione è, come sempre, lavorare in simbiosi e armonia con le forze della natura, non contro di esse.
Tutti i dettagli sulla petizione di Greenpeace in difesa delle api sono disponibili sul sito www.salviamoleapi.org
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