Aumentano i panda giganti in Cina
Aumentano i panda giganti, lo rileva uno studio del Governo cinese indicando che la popolazione è cresciuta quasi del 17% in 10 anni.
Finalmente una buona notizia in materia di tutela delle specie a rischio estinzione. Il rapporto “Fourth National Giant Panda”, stilato dall’Amministrazione statale cinese delle foreste, ha rivelato che la popolazione di panda giganti selvatici (Ailuropodo melanoleuca) è cresciuta del 16,8% in dieci anni.
Questo simpatico e pacifico mammifero, simbolo ufficiale del WWF, viveva un tempo in tutta l’area sud-orientale della Cina, in Myanmar e nel Vietnam. Oggi, purtroppo, l’espansione della popolazione e delle attività umane (costruzione di strade, dighe, edifici ecc.), nonché la sistematica e selvaggia deforestazione, hanno frammentato e ridotto l’habitat naturale di questo carismatico animale, classificato in minaccia d’estinzione dall’Unione internazionale conservazione della natura.
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Attualmente, i panda giganti si trovano solo nelle fitte foreste di bambù e conifere dei rilievi montuosi della Cina sud-occidentale, nelle tre province di Sichuan, Shaanxi e Gansu. Pensate, ogni giorno questo grande animale mangia fino a 38 Kg di cibo, composto per il 98% da germogli e foglie di bambù. Capirete bene, quindi, il danno derivato dall’irresponsabile taglio di questi alberi, che ha finito per confinare i panda in aree sempre più ristrette, frammentate e non comunicanti.
Gli spostamenti rappresentano un altro fattore di rischio, perché durante il tragitto possono imbattersi nel bracconaggio o in trappole destinate ad altre specie.
Il rapporto appena pubblicato dipinge uno scenario più roseo per i panda. Le politiche di conservazione intraprese dal Paese del dragone iniziano infatti a dare i primi frutti, se è vero che alla fine del 2013 il numero di questi mammiferi è cresciuto a 1.864 esemplari, 268 in più rispetto a quelli registrati nel 2003. Cifre non ancora esaltanti, che rappresentano però un importante risultato per una specie a rischio estinzione.
In dieci anni è aumentata anche l’area di diffusione dei panda, pari a ora a 2.577.000 ettari (+ 11,8%). La maggior parte di loro (1.246) vive all’interno delle 67 riserve naturali cinesi, a loro volta cresciute notevolmente di numero in dieci anni, visto che nel 2003 erano solo 40. Nel complesso, l’habitat all’interno di tali aree protette rappresenta il 53,8% dell’areale di distribuzione di questi mammiferi, noti alla tradizione cinese sin dall’antichità.
Alle politiche di conservazione del governo cinese collaborano diverse associazioni ambientaliste e naturalmente anche il WWF. Non poteva essere diversamente per chi ha scelto il panda come proprio logo, a testimonianza di tutte le specie a rischio. Al di là dell’opera di sensibilizzazione contro il disboscamento e il bracconaggio, fondamentale è il lavoro che prevede la creazione non solo di riserve naturali, ma anche di corridoi verdi ricchi di bambù, dove i panda possano muoversi senza pericoli per alimentarsi e riprodursi. Non bisogna dimenticare, infatti, che il tasso riproduttivo di questi inconfondibili mammiferi dal mantello bianco e nero è particolarmente basso, tanto che da anni sono portati avanti dei programmi di riproduzione in cattività.
Sforzi che stanno danno i loro frutti, ora questo simpaticissimo animale dall’indole bonaria e socievole. non è più così a rischio.
Immagine via shutterstock.
Ultimo aggiornamento il 4 Gennaio 2024 da Rossella Vignoli