Normativa sul benessere animale: obblighi UE e italiani
Mini-guida per gli allevatori
La maggioranza degli italiani sarebbe disposto a pagare di più se la carne arriva da allevamenti intensivi che rispettano il benessere animale. E, dal 2013 sono entrate in vigore in Europa alcune importanti novità per l’allevamento degli animali, in base alla direttiva 2008/120.

Sommario
Cos’è il benessere animale
Il benessere animale è l’insieme delle condizioni che consentono a un animale d’allevamento di esprimere i propri comportamenti naturali e di non patire fame, sete, dolore o stress prolungato.
La definizione più citata è quella delle 5 Freedoms (Fonte: FAWC, 1992), cioè:
- libertà da fame e sete
- libertà da disagi fisici
- libertà da dolore, ferite e malattie
- libertà di esprimere comportamento naturale
- libertà da paura e stress
Dal 2023 la Commissione UE ha proposto di sostituirle con il modello 5 Domains, che inserisce anche l’aspetto emozionale (piacere, coinvolgimento sociale).
La legge europea sul benessere animale
Il regolamento europeo 2008/120/UE stabilisce le norme necessarie per assicurare condizioni di vita dignitose per tutti i tipi di animali destinati inesorabilmente al macello, siano essi suini, bovini o polli ed impone nuove norme sulla macellazione e le dimensioni degli ambienti in cui sono allevati, definendo chi deve fare i controlli ufficiali.
C’è da dire che già diverse realtà si erano volontariamente adeguate ai nuovi standard, senza attendere la data di entrata in vigore.
In Inghilterra, per esempio, alcuni supermercati o primarie realtà commerciali, come la catena Marks & Spencer, avevano già provveduto a mettere in pratica le norme, prima ancora che la direttiva le rendesse obbligatorie. Questo è valso per l’azienda il primo premio Good Pig, assegnato dall’associazione internazionale Compassion in world farming come riconoscimento di tutela e cura degli animali da allevamento.
Le leggi europee hanno ancora molta strada da fare, stabiliscono infatti degli standard minimi, tanto che ogni animale adulto (dai 110 kg in su) ha avere diritto a 1 mq di spazio. Ma quando però ci troviamo di fronte ad animali che toccano anche i 170 kg si può immaginare come lo spazio assegnato sia in realtà assai limitato. Nel caso particolare di animali gravidi, non c’è modo di agevolare i piccoli movimenti, col rischio addirittura di fare del male ai piccoli nati. I maiali o i vitelli appena nati, entro i primi 7 giorni di vita, vengono privati di coda e castrati, senza l’uso di analgesici o anestetici.
Per quel che riguarda gli stimolatori elettrici usati fino ad ora per facilitare gli spostamenti, sono stati vietati con la normativa, così come sarà reso possibile trasportare i suini con l’intero gruppo di allevamento, permettendo loro di socializzare.
Fieno, paglia e legno dovranno essere disponibili come materiale manipolabile, mentre alle scrofe sarà vietato l’isolamento.
Al momento non ci sono studi che confermino quali vantaggi possano esserci per il consumatore finale, ma la possibilità di garantire una qualità di vita migliore per gli animali da allevamento dovrebbe già bastare di per sé.
Come l’Italia recepisce le regole
I numeri in Italia parlano chiaro: l’85% degli italiani sarebbe disposto a pagare di più per carne proveniente da allevamenti rispettosi (Fonte: Eurispes, 2024), eppure solo il 46% riesce a riconosce un marchio di benessere animale sullo scaffale (Fonte: Nomisma, 2023).
E sono disposti a pagare fino al 12% in più rispetto ad un prodotto da allevamento intensivo convenzionale se vengono rispettati i codici di benessere dell’animale allevato.
La questione delle condizioni degli animali allevati è di grande inpatto sull’opinione dei consumatori e in Italia il DL 122/2011 ha recepito la Direttiva europea 2008/120/CE.
Sono poi state introdotte delle linee guida (CReNBA) nel 2022 con il protocollo ClassyFarm che permette di valutare lo stato della stalla, degli animali e della gestione e assegna una classificazione in 4 classi da BA1 a BA4.
Oggi è possibile apporre sulle confezioni un’etichetta volontaria ‘Benessere Animale’ che non essendo obbligatoria non è detto che corrisponda alla realtà.
Infine, per incentivare l’adozione di questi requisiti, la Strategia Nazionale per il Benessere Animale, ha emesso nel 2021 la condizionalità all’ottenimento dei fondi PAC 2023-2027. Chi non rispetta i requisiti perde fino al 100% dei premi PAC.
Obblighi pratici 2025
Ecco una tabella sugli obblighi degli allevatori per poter ottenere la certificazione BA livello 3 e 4 in 10 punti
Requisito | Riferimento | Come adeguarsi | |
---|---|---|---|
1 | Spazi minimi (suini da 85-110 kg: 0,65-1 mq/capo – bovini: 5–10 mq/capo) | DL 2008/120 – 98/58 | Ridisegnare box, ridurre densità o ampliare tettoie |
2 | Arricchimenti ambientali | DL 2008/120 – 98/58 | Paglia lunga, corde di sisal, legno non trattato |
3 | Controllo microclima (inferiore a 28°, NH3 sotto 20 ppm) | Regolamento 1099 + CReNBA | Ventilazione forzata, sonde digitali con data-logger |
4 | Programma di bio-sicurezza e uso antibiotici solo se necessario | Regolamento UE 2019/6 (medicina veterinaria) | Registro trattamenti, antibiogramma preventivo |
5 | Formazione annuale del personale | Reg. 2017/625 | Corso 8 h per operatore BA accreditato |
6 | Registro mortalità e zoppie | ClassyFarm | Inserimento dati mensile su VETINFO |
7 | Piano di emergenza (black-out, incendi) | Regolamento 2017/625 | Gruppo elettrogeno testato ogni 3 mesi |
8 | Trasporto inferiore a 8h, densità max 235 kg/mq suini | Regolamento 1/2005/CE | Booking unificato e logbook GTP |
9 | Stordimento efficace ≥ 95% casi | Regolamento 1099/2009 | Elettrodi calibrati, ispettore ASL in linea |
10 | Audit ClassyFarm a meno di 60 punti (BA3) se si vuole l’etichetta nazionale | MASAF 2023 | Checklist CReNBA, piano migliorativo biennale |
Sanzioni e controlli per chi non si adegua
Gli ispettori ASL ed i Carabinieri NAS sono autorizzati ai controlli preso gli allevamenti e devono applicare il Regolamento 2017/625.
Le ammende variano da 1.500 euro se manca il registro trattamenti a 30.000 euro e sospensione dell’attività in caso di maltrattamento sistematici.
I dati dei controlli finiscono nel Sistema Informativo Veterinario e sono condivisi con la Commissione UE.
L’etichettatura animal friendly
Esistono diversi tipi di etichetta. La ClassyFarm BA è quella italiana, e prevede 4 livelli (solo il BA3 ed il BA4 consentono di pubblicare il claim di ‘allevato con alto benessere animale’).
In Germania esiste il Welfair™, anch’esso con un punteggio di 4 stelle, che è usato dai supermercati tedeschi Lidl e Aldi.
Ricordiamo che la certificazione biologica regolata dal quadro normativo del DL 2018/848 impone densità inferiori e accesso all’aperto e può quindi convivere con il marchio ClassyFarm BA.
Un’etichetta animal friendly non è solo un costoso investimento da parte dell’allevatore che deve riammodernare tutta la sua produzione e speso, anche la filiera di cui fa parte, ma può massimizzare la fiducia del consumatore. Basterebbe un QR code collegato al report ClassyFarm dell’azienda e magari la foto dell’allevamento con l’autorizzazione dal veterinario ISPRA.
Incentivi economici alla transizione ad allevamenti più umani
Sono previsti diversi incentivi per gli allevatori che decidono di adeguarsi alle nuove norme sul benessere degli animali:
- PAC eco-schemi 2023-2027 – pagamenti aggiuntivi fino a 180 €/UBA per stalle con arricchimenti e densità ridotta
- PSRN Ammodernamento – cofinanzia al 40% sale parto free-farrowing
Inoltre, è possibile ricorrere a finanziamenti per chi decide di convertirsi all’agrivoltaico, grazie al PNRR Parco Agrisolare, e per dotarsi di pannelli fotovoltaici sostituendo i vecchi in amianto.
Alcune cooperative bancarie e banche etiche come BCC, BPER, Crédit Agricole Green, offrono mutui con spread ridotto se l’azienda ottiene la certificazione BA4.
Perché adeguarsi alle norme sul benessere animale
Adeguarsi alla normativa sul benessere animale nel 2025 non è più un optional reputazionale ma una condizione per restare sul mercato.
Oltre alla vera e propria tutela dell’animale, si ottiene una notevole riduzione dell’uso di antibiotici. A livello di vendita, si va ad intercettare la disponibilità dei consumatori a pagare di più per un prodotto conforme, e l’allevatore si mette al riparo da sanzioni e perdita di contributi europei PAC.
Gli allevatori che si muovono, spenderanno soldi per riprogettare gli spazi, formare il personale e certificare così la filiera, ma potranno poi apporre in etichetta quel sigillo animal friendly che, ogni giorno di più, fa la differenza fra restare sullo scaffale o tornare invenduti al banco frigo.
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Ultimo aggiornamento il 15 Maggio 2025 da Rossella Vignoli
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