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Cacciatore di frodo ucciso dall’elefante a cui tentava di sparare

Il mercato illegale dell’avorio causa ogni giorno centinaia di vittime, soprattutto tra gli elefanti dei parchi africani, obiettivi dei numerosi bracconieri che, incuranti dei divieti e attirati dai facili ed elevati guadagni, diventano sempre più arditi.

Cacciatore di frodo ucciso dall’elefante a cui tentava di sparare

Probabilmente è stato proprio il denaro a spingere il cacciatore di frodo Solomon Manjoro ad introdursi illegalmente nel Charara National Park, in Zimbabwe, per cercare nuove prede. Insieme a due complici (Noluck Tafuruka e una terza persona, di cui non sono note le generalità) Manjoro si è introdotto nella riserva al solo scopo di cacciare elefanti.

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Qualcosa però non è andato per il verso giusto, perché il pachiderma a cui stava tentando di sparare ha improvvisamente caricato, uccidendolo sul colpo. Il corpo senza vita del bracconiere è stato rinvenuto dalle forze di polizia del parco alcuni giorni dopo l’arresto dei due correi.

Gli esperti assicurano che questo comportamento è inusuale: gli elefanti, infatti, non sono generalmente aggressivi nei confronti dell’uomo, ma è molto probabile che l’abitudine a vedere intere famiglie di loro simili massacrate, li abbia resi più aggressivi nei confronti degli uomini armati, che ritengono giustamente una minaccia dalla quale difendersi con ogni mezzo.

Negli ultimi anni la caccia a elefanti e rinoceronti è drammaticamente aumentata, a causa dell’incremento della richiesta dell’avorio di corni e zanne. Recentemente, infatti, è stata diffusa la notizia dell’estinzione del rinoceronte nero dell’Africa Occidentale, sterminato proprio dal bracconaggio.

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La buona notizia è che negli ultimi anni, parallelamente alla caccia di frodo, stanno aumentando anche le iniziative per proteggere le specie in pericolo, che tuttavia sono sempre difficili da realizzare, a causa della cronica scarsità di personale e soprattutto della corruzione dilagante, che spesso vede coinvolti gli stessi rangers.

Noi però vogliamo essere ottimisti e crediamo che un giorno, magari non troppo lontano, gli elefanti non saranno più costretti a vedere gli uomini come minacce da cui difendersi, ma solo come “coinquilini” con cui condividere il Pianeta Terra.

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