Parole come surriscaldamento globale, buco nell’ozono o gas serra sono ormai inflazionate e non spaventano più? Quello che potrebbe però ancora allarmare sono i dati scientifici che giungono come segnali di un cambiamento climatico in atto.
I più recenti affermano che la quantità di diossido di carbonio presente in atmosfera avrebbe decisamente superato una soglia massima stabilita vari decenni fa.
E’ dall’osservatorio NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), l’agenzia statunitense per l’ambiente e il clima, con base nelle Hawaii, che pochi giorni fa è stato lanciato unserio allarmerelativo ai rischi ambientali che il nostro pianeta e tutti noi potremmo correre. Le particelle inquinanti di diossido di carbonio, provenienti da varie fonti, avrebbero raggiunto in atmosfera la pericolosa soglia di 400 parti per milione.
SCOPRI QUALI: Cinque pazze idee per fermare il global warming
E che questa soglia fosse pericolosa, lo era già stato stabilito nel 1988, quando il famoso scienziato della NASA,James Hansen, calcolò i 400 ppm come massimo valore di tolleranza del diossido di carbonio. Anzi, il valore-soglia di monitoraggio sarebbe in realtà superato di 50 ppm, rispetto alla media giornaliera.
A questo punto varrebbe la pena chiedersi se, oltre al pericoloso e graduale scioglimento dei ghiacci artici, ai segnali di cambiamento climatico e alla conseguente estinzione di specie vegetali e animali, sarà proprio un dato numerico, seppur allarmante, che dovrebbe farci rendere conto di quanto sia importante tutelare il nostro pianeta e attuare politiche rivolte alla salvaguardia dell’ambiente?
Per ora siamo ancora vivi e la Terra resiste, ma cosa succederà tra qualche anno quando si supererà l’ennesimo punto di non ritorno?
LEGGI ANCHE:
Utilizziamo i cookie insieme ai nostri partner per personalizzare i contenuti e gli annunci pubblicitari, fornire le funzioni dei social media e analizzare il nostro traffico.