La composizione dell’atmosfera a rischio per il global warming
Che lo scioglimento dei ghiacciai artici sia uno dei principali effetti del surriscaldamento dell’atmosfera terrestre, era già noto. Ma forse non tutti sanno che questo fenomeno è, paradossalmente, anche un potente acceleratore di tale fenomeno che sta mettendo seriamente a rischio la composizione chimica dell’atmosfera.

Il motivo? Le enormi quantità di bromo sprigionate dall’esposizione della neve al sole. La neve sciolta dal calore dei raggi ultravioletti, infatti, innesca una reazione chimica responsabile della produzione del bromo gassoso, tossico per gli essere umani e per le piante e, in particolari condizioni, anche per gli strati più bassi dell’atmosfera.
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Uno studio condotto in Alaska da un team di esperti della Purdue University ha evidenziato che lo strato di ozono presente nella bassa atmosfera – che normalmente agisce come agente di pulizia dai principali inquinanti presenti nell’aria – si starebbe via via distruggendo proprio a causa del bromo rilasciato dalle superfici ghiacciate in sciogliemento.
Lo studio ha dimostrato che la luce solare attiva il rilascio del bromo dalla neve a causa dell’interazione di agenti come il sale marino e gli acidi della foschia artica, che incontrandosi in superficie danno vita a reazioni chimiche particolari, che moltiplicano in maniera esponenziale le quantità di bromo gassoso prodotte.
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Una scoperta rilevante sia dal punto di vista scientifico, visto che finora la causa della presenza di bromo nelle regioni artiche era rimasta ignota, sia dal punto di vista ambientale, poiché l’erosione dello strato di ozono presente nell’atmosfera potrebbe accelerare il processo di surriscaldamento globale e quindi l’ulteriore scioglimento dei ghiacci, con ripercussioni drammatiche per l’intero Pianeta.