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Combattimenti tra galli: sono ancora una triste realtà da denunciare

I combattimenti tra galli costituiscono una piaga da estirpare in diversi paesi, dove rimangono incredibilmente legali. Come vengono allevati e trasformati per l’occasione, in un percorso caratterizzato dalla crudeltà dall’inizio alla fine.

Combattimenti tra galli: sono ancora una triste realtà da denunciare

Nonostante si sia nel 2016, siamo ancora costretti a parlare di combattimenti tra galli. Povere bestiole costrette a misurarsi in una piccola arena, accerchiati da una platea che si eccita nel vederli ferirsi a vicenda, fino alla morte di uno di loro per dissanguamento. Un po’ come facevano i romani al tempo dei gladiatori. Ma almeno, in quel caso stiamo parlando di oltre duemila anni fa e di combattimenti tra uomini che non usavano di certo animali come oggetto della propria libido.

Chi organizza questi crudi combattimenti o vi partecipa, li ritiene momenti ludici, spettacoli, o addirittura veri sport. Montandoci su tanto di scommesse clandestine. In alcuni Paesi dell’Asia sono peraltro addirittura legali. L’atrocità nei loro confronti si protrae dall’inizio alla fine. Da quando cioè il gallo viene allevato, tra allenamento e isolamento per renderlo aggressivo verso i propri simili. Inoltre, il gallo viene anche attrezzato con tanto di armi, con becco e artigli che vengono affilati per procurare all’avversario maggiori ferite. Agli speroni, spesso, vengono applicate punte di acciaio.

Nel nostro Paese, i combattimenti tra qualsiasi tipo di animale, sono vietati dall’articolo 544 della legge datata 20 luglio 2004, n. 189, il quale recita: “Chiunque promuove, organizza o dirige combattimenti o competizioni non autorizzate tra animali che possono metterne in pericolo l’integrità fisica è punito con la reclusione da uno a tre anni e con la multa da 50.000 a 160.000 euro”. La pena viene poi aumentata se tale attività prevede anche l’utilizzo di minorenni, persone armate, se vengono effettuate video riproduzioni destinate alla vendita, o prodotto materiale di qualsiasi tipo concernente scene o immagini dei combattimenti.

 

Anche negli Stati Uniti tali combattimenti sono vietati per legge, ma l’industria legata ad essi va ancora avanti. L’ultimo caso scoperto è nella città di Modesto, in California, dove sono stati trovati 50 galli morti gettati in una fossa vicino il luogo del combattimento. Fortunatamente, però, ci sono anche storie a lieto fine. Come quella che vede protagonista l’organizzazione animalista Harvest Home Animal Sanctuary, la quale, insieme alle autorità preposte, ha salvato e preso in custodia i 300 galli vivi. Purtroppo però sono ancora tanti i casi che restano nascosti.

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Luca Scialò

Nato a Napoli nel 1981 e laureato in Sociologia con indirizzo Mass Media e Comunicazione, scrive per TuttoGreen da maggio 2011. Collabora anche per altri portali, come articolista, ghost writer e come copywriter. Ha pubblicato alcuni libri per case editrici online e, per non farsi mancare niente, ha anche un suo blog: Le voci di dentro. Oltre alla scrittura e al cinema, altre sue grandi passioni sono viaggiare, il buon cibo e l’Inter. Quest’ultima, per la città in cui vive, gli ha comportato non pochi problemi. Ma è una "croce" che porta con orgoglio e piacere.

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