Cornovaglia, trovati uccelli ricoperti di sostanza oleosa: si pensa additivo chimico inquinante.
Nel mese di Aprile, un’ecatombe di uccelli si è abbattutaverificata sulle coste dell’Inghilterra del Sud, dal Dorset al Devon, e lo spazio costiero colpito sta aumentando; sono stati trovati nuovi esemplari di uccelli morti, tra pulcinelle, urie, gazze marine e cormorani, anche sulla spiaggia di Looe, non molto lontano da Plymouth, in Cornovaglia.
Duemila uccelli sono già stati trovati morti ma fortunatamente, il Centro Marino di Wembury e la Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals della città di Taunton, hanno avuto la possibilità di salvarne un gruppo, trattandone il piumaggio con della margarina. Questo perché la sostanza incriminata trovata indosso ai volatili, parrebbe essere un polimero del petrolio, il PIB o poliisobutilene.
La sostanza oleosa potrebbe essere la stessa che ha ucciso oltre 300 uccelli sulla stessa costa, alla fine di febbraio, e potrebbe addirittura provenire dalla stessa nave, in quanto il PIB non si disperde in acqua facilmente.
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Un funzionario del Devon Wildlife Trust, (un’associazione non governativa locale, che da più di cinquant’anni si occupa di protezione animale), signor Richard White, ha commentato: “Purtroppo, l’ambiente marino non viene considerato altrettanto importante quanto quello terrestre. L’unico modo per proteggerlo, è dare vita ad una legislazione efficace.”
La Royal Society for the Protection of Birds ha deciso di sollevare la questione degli scarichi a mare di PIB, con il Governo. Secondo la Convenzione Internazionale, nota anche come Marpol, alcune forme di PIB possono essere scaricate a mare, durante le consuete operazioni di pulizia delle cisterne. La RSPB punta a far riclassificare la PIB dall’Organizzazione Marittima Internazionale e proibirne così lo scarico.
Intanto, Avaaz.org ha lanciato una petizione pubblica per portare il caso all’attenzione mondiale. Io ho firmato, fallo anche tu!
Ci vogliono solo due secondi del tuo tempo; in cambio, forse potrai riuscire ad evitare che un disastro ecologico si ripeta.
Mancano ancora 1.300 nomi, uno dovrebbe essere il tuo.
Link alla petizione indetta da Avaaz.org
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Ultimo aggiornamento il 6 Gennaio 2024 da Rossella Vignoli