Dal dizionario per bambini Oxford Junior Dictionary scompaiono varie parole sulla natura
Togliere dal dizionario Oxford Junior destinato ai bambini fino a 11 anni diverse e comuni parole sulla natura significa limitare sempre più nei bambini, già molto urbanizzati, loro conoscenze legate al mondo naturale.
Alcuni termini legati alla natura rischiano di non essere conosciuti dalle future generazioni. Ben 50 per l’esattezza, stando all’allarme lanciato da 28 scrittori. Questo perché tali termini sono stati cancellati dal prestigioso dizionario Oxford Junior Dictionary, destinato ad un pubblico costituito da bambini e ragazzini fino a 11 anni, e si rischia anche un grave precedente.
Questo dizionario è consultato da circa 10mila bambini ogni anno, una cifra considerevole, e molti di loro, si sono accorti dell’aggiornamento e hanno chiesto all’editore, la Oxford University Press, di pubblicare subito una nuova edizione e rimettere i vocaboli.
Il fatto è ancor più grave alla luce del fatto che i bambini oggi vivono sempre meno in contatto diretto con la Natura e li si priva della terminologia adatta e di una semplice foto che rappresenti il mondo naturale.
Quali sono questi termini eliminati? Sorprende il fatto che, oltre ad essere, come detto, appena 50, siano molto comuni e non parliamo certo di specie di fiori o animali rare. Ci sono termini come: ghianda, ranuncolo, mandorla, mora, cavolfiore, trifoglio, criceto, airone, aringhe, martin pescatore, allodola, leopardo, aragoste, gazza ladra, pesciolino, cozze, lontra, bue, ostriche, tritone e pantera.
Se può consolare, alla Oxford Press hanno deciso di togliere anche parole religiose come vescovo, santo e peccato, scatenando proteste anche tra i non credenti.
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Gli autori si difendono spiegando che già il Dizionario Oxford Junior nel 2007 avesse tolto alcuni termini e quella volta il fatto fosse passato quasi inosservato: tuttavia, in una società sempre più urbanizzata, dove sole il 10% dei bambini gioca regolarmente all’aperto o in mezzo alla natura, rispetto al 40% della generazione precedente, mentre un 40% addirittura non ha mai giocato all’aperto, e dove sono in crescita patologie come l’obesità, l’isolamento e l’ansia, ha bisogno di tornare ad un contatto con il mondo naturale.
A rincarare la dose il fatto che i dizionari Oxford hanno un’autorità legittima e un posto di primo piano nella culturale di massa inglese e si dovrebbero affrontare i problemi cercando di aiutare a comprendere certe cose ai bambini, e non inseguire le tendenze della società. Insomma, la Oxford Press è invitata a combattere certi fenomeni anziché adeguarsi. Non ci si può adeguare al fatto che l’infanzia oggi sia praticamente solo urbana e che i bambini abbiano perso il contatto con la campagna. A tal fine, il dizionario ha proprio il ruolo di mantenere vivi certi elementi della natura.
Eliminando tante parole legate al mondo naturale, si nega ai bambini la conoscenza di parole meraviglioso, ma anche uno strumento fondamentale di collegamento e di comprensione.
Ma come si difende la Oxford University Press? Affermando che “tutti i dizionari sono progettati in modo da riflettere il linguaggio che viene utilizzato nella società moderna, con linee guida editoriali per determinare quali parole possono essere incluse in ogni dizionario, sulla base di diversi criteri: esaminando la frequenza attuale di parole in lingua quotidiana dei bambini di quell’età e riconoscendo eventuali parole comunemente errate o abusate.”
L’Oxford Press sottolinea come altre parole siano state conservate (tasso, uccello, bruco, narciso, piuma, riccio, invertebrato, coccinella, oceano, pitone, girasole, girino, la vegetazione, e zebra) e che molte che non compaiono nella versione Junior del Dizionario, sono compresi nella versione Oxford Primary Dictionary, più completa e progettata per studenti oltre gli 11 anni. Qui si possono trovare parole come vischio, ghianda, pesci rossi, cavia, tarassaco, storno, felce, salice, conifera, erica, ranuncolo, sicomoro, agrifoglio, edera…
In ogni caso, dopo le polemiche, la nuova edizione dovrebbe fare marcia indietro e pubblicare le parole mancanti.
In effetti privare i bambini di foto e significati legati alla natura, dopo averli già privati del loro contatto diretto, complice l’urbanizzazione selvaggia degli spazi, non è certo una cosa positiva.
Ultimo aggiornamento il 1 Dicembre 2017 da Rossella Vignoli
Ma perché dovrebbe consolare la rimozione di termini legati al mondo religioso?