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Eco-turismo in Costa Rica: la guida

Idee e consigli per visitare questo paese sudamericano dalla natura meravigliosa e ricchissimo di biodiversità

Per farvi un’idea delle meraviglie naturali e invogliarvi a fare dell’eco-turismo in Costa Rica, vi diamo una serie di informazioni che speriamo interessanti, chi vi facciano programmare un viaggio in questa magnifica terra del Sud America.

Eco-turismo in Costa Rica: la guida

Eco-turismo in Costa Rica

Con il suo 4% della bio-diversità mondiale, la Costa Rica è una terra importante per biologi ed ecologisti ormai da più di 50 anni. Infatti offre una varietà di paesaggi, dalle montagne ai vulcani, dalle spiagge e foreste tropicali ai laghi e cascate, tutte situate in una regione relativamente piccola.

La flora e la fauna sono variegate e così vengono protette in 24 parchi nazionali, che coprono il 21% del territorio nazionale.

Ecco perché questo piccolo paese ha fatto della sua biodiversità una bandiera, attraendo viaggiatori con una nuova forma di turismo: l’eco-turismo.

La Costa Rica tra il 1985 e 1990 cambiò la sua vocazione da agricola a turistica ma la pianificazione  fu svolta nel migliore dei modi. Adesso però che il Paese è diventato uno delle principali mete di eco-turismo, la crescita a scapito dell’ambiente e della comunità locale non è più accettabile.

Varie mete turistiche stanno facendo i conti con problemi infrastrutturali e organizzativi portati dalla rapida crescita di visistatori. Qui da decenni la parola magica è “eco-turismo” e tutti vogliono beneficiare di questo concetto. Ci sono hotel “sostenibili” e menu “ecologici” nei ristoranti.

E oggi la Costa Rica è considerata una delle mete eco-turistiche più importanti al mondo.

Problemi del turismo in Costa Rica

Tuttavia i benefici di breve termine generati dall’esplosione turistica hanno fatto sì che molti agricoltori attratti dalle proposte soprattutto statunitensi, vendessero i loro terreni a grandi compagnie turistiche e società, permettendo così la distruzione e contaminazione del meraviglioso e unico eco-sistema della zona.

Ma finora è stata intrapresa una politica del turismo e dello sfruttamento territoriale ed economico completamente sbagliata (catene alberghiere, piantagioni di palme e banane sulla costa Pacifica).

La gente locale attrae i turisti, per trarre beneficio della loro ricchezza, ma la capacità di carico e la gestione turistica attuale non può più permettersi una crescita selvaggia a danno dell’ambiente.

Sfruttando l’immagine verde del paese, alcuni imprenditori stanno avvantaggiandosi del turismo, a scapito dell’ambiente e della conservazione naturalistica, costruendo hotel su grande scala e deforestando zone protette.

Un altro problema è dato dal fatto che molti imprenditori sono stranieri. Si difendono dichiarando che danno lavoro alla gente locale ma giustamente i nativi non vogliono passare la propria vita come camerieri o al servizio del turista e sfruttati dalle società, o comunque ricoprendo posizioni sottopagate, mentre il vero flusso di denaro esce dalla nazione.

Inoltre l‘Istituto costaricense del turismo (ICT) ha lanciato una massiccia campagna di marketing in tutto il mondo che dice “Costa Rica: no artificial ingredients”.

Purtroppo ancora non si è impegnato degnamente con le giuste infrastrutture per preservare questi “ingredienti”. Molte persone infatti disapprovano l’operato dell’ente che –  dicono – vende il Paese come un paradiso verde ma fa davvero poco per aiutare a preservarlo.

Inoltre sempre più problematico diventa il sistema di canonizzazione delle tariffe delle entrate nei parchi nazionali.

Molti turisti stranieri sono scontenti di pagare il triplo o quadruplo di un turista locale solo per accedere a una zona protetta, talvolta costituita solo da una spiaggia (vedi il Parco Nazionale di Marino Ballena: i turisti locali pagano 2 $ contro i 6 $ dei turisti stranieri).

Nuove opportunità di eco-turismo in Costa Rica

I turisti più esperti stanno iniziando a guardarsi intorno, considerando nuove opportunità più economiche con aree maggiormente conservate perchè ancora non intaccate dal turismo, come Panama e Nicaragua.

Tuttavia alcune comunità locali stanno lottando molto per creare riserve, preservando l’habitat naturale, e ottenere la protezione pubblica. Inoltre gruppi di volontari hanno iniziato a essere attivi in quasi tutte le regioni della nazione, mettendo a fattor comune la loro esperienza nel combattere  la distruzione della natura locale, della pesca e caccia illegale, del commercio di specie in via di estinzione ed enfatizzando l’idea che l’azione di un individuo può fare la differenza. In questo modo ultimamente le comunità rurali con limitate risorse hanno iniziato a sviluppare dei propri business di eco-turismo.

Questo ha fatto in modo che gli agricoltori potessero conservare le loro foreste e fiumi, mantenendo le famiglie in loco e incrementando le entrate economiche.

Quanto costa la vita del turista in Costa Rica

E per quanto riguarda i prezzi? Purtroppo fino ad oggi le agenzie europee ci “hanno mangiato sopra” sovraccaricando i prezzi con tantissime commissioni che ovviamente vanno nel portafoglio europeo e non in quello della comunità che necessita di più.

Le comunità locali in questione vivono in modo molto umile e offrono servizi basici ma pieni di tradizioni legate ai loro usi e costumi. Purtroppo per queste località molto remote (alcune raggiungibili solo dopo 4 ore di cavallo!) è difficile arrivarci e conoscerle e gli stessi membri locali non hanno i mezzi per promuoversi autonomamente.

I prezzi proposti per un eco-turista si aggirano mediamente sui 18-20 euro a persona a notte inclusi i tre pasti giornalieri, l’alloggio e il training necessario per il tipo di lavoro in questione.

Come fare ecoturismo in Costa Rica

Per fare del turismo veramente sostenibile, è opportuno fare del turismo rurale e comunitario perchè è una forza per il bene collettivo. Ognuno può prendere parte a questo progetto spendendo del tempo in piccole comunità locali autogestite.

Non c’è modo migliore per conoscere una cultura, appoggiare le comunità locali e sperimentare un lavoro di conservazione tropicale.

Bisogna aiutare queste comunità a promuoversi in modo autonomo e creare allo stesso tempo un ponte virtuale che colleghi questi piccoli mondi con i nuovi viaggiatori consapevoli, desiderosi di imparare, dare e condividere.

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