Il guerilla gardening è l’unica forma di guerriglia di cui non avere paura, perché le sue armi sono le bombe di semi, composte di terriccio, argilla, acqua e semi di fiori misti, e la voglia di rendere più verde e sostenibile ogni angolo dimenticato delle città.
Il termine indica un movimento ambientalista che punta a recuperare gli spazi degradati e troppo urbanizzati attraverso la rinascita di piante e fiori, per creare il bello e la natura che sono andati distrutti.
Ci si arma di voglia di fare, ci si incontra in manifestazioni organizzate e si lanciano le seed bomb verso campi incolti o terreni abbandonati nelle strette vicinanze delle periferie oppure in zone degradate delle città.
Questo movimento di guerriglia del giardinaggio nasce negli Stati Uniti ma si diffonde presto in tutto il mondo e anche in Italia. Conosciamolo meglio per capirne obiettivi e metodi.
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Si tratta di un movimento ambientalista formato da cittadini comuni e da associazioni ambientaliste che hanno a cuore l’amore per la Natura, ma anche il bisogno di contrastare il degrado urbano e proteggere gli ultimi spazi verdi.
Il movimento, inizialmente solo americano, è oggi internazionale e diffuso in tutto il mondo. Molto attivo sui social attraverso vari canali e gruppi, porta a riunire centinaia di persone per mettere in atto un’azione lampo di ‘guerrilla di giardinaggio’. Sono dei veri e propri attacchi verdi in cui le armi sono delle bombe-seme, vere e proprie bombe di terriccio e semi e null’altro.
La sua arma sono le bombe di semi e il suo attacco più cruento si basa sul lancio di questi composti a base di terra e semi: il flower bombing.
È un gesto dimostrativo che punta a mettere in luce problematiche di degrado e di iper-urbanizzazione di alcuni angoli cittadini. Non è mai contemplata la violenza, anzi si tratta di manifestazioni che a volte restano segrete, magari organizzate di notte, senza dare fastidio a nessuno.
Le armi sono le bombe semi che si preparano manualmente con terriccio e compost, argilla in polvere, semi di piante e fiori vari. Si crea un impasto che si lascia seccare per un giorno e poi la bomba è pronta per la guerriglia urbana.
Si lanciano ovunque ci sia ancora un pezzo di terra che forse potrà diventare un’aiuola fiorita.
Queste azioni sono aperte a tutti, non bisogna essere per forza giardinieri, né attivisti o iscritti ad associazioni ambientaliste. Chiunque si può informare sugli eventi di flower bombing che vengono periodicamente organizzati e partecipare liberamente.
Le manifestazioni sono spesso piene di mamme con bambini, studenti, appassionati di giardinaggio, ambientalisti e pensionati… insomma, tutti possono avere il desiderio, anche solo una volta, di partecipare alla guerra verde.
Oltre a seguire manifestazioni organizzate e diffuse sui social media, l’attacco può anche essere organizzato all’interno di piccole comunità, o di scuole ad esempio. È un modo diverso e divertente di prendersi cura del proprio quartiere e del verde cittadino, a volte carente, a volte soffocato dal cemento.
Alcuni gruppi di studenti o di pensionati con il supporto di vivai e associazioni cittadine a volte organizzano giornate di cura e manutenzione del verde urbano, inclusa la potatura di cespugli, ala cura di aiuole e piante e la semina di nuovi fiori.
Si usano delle bombe di semi già preparate. Sono, infatti, un ottimo sistema per propagare i semi vari perché si compongono di:
La semina avviene tramite il lancio di queste piccole bombe sferiche portate in ceste o porta-uova, nei giardini incolti, in zone non coltivate e di proprietà del Comune.
Non serve piantarli nel terreno ma è sufficiente che la bomba resti sul terreno. Nel giro di un paio di settimane l’acqua piovana e il sole contribuiranno a farla germogliare.
Per avere un risultato apprezzabile, si consiglia di lanciare almeno 20 palline ogni metro quadro.
Ci sono anche delle regole ben precise.
Per chi non sapesse fabbricare da se le bombe di semi, eccone alcune già pronte per essere lanciate in un’azione di guerrilla!
Il movimento nasce a New York nel 1973 fondato da Liz Christy che, insieme al gruppo Green Guerrilla, trasformò un lotto privato abbandonato nel Bowery Houston in un giardino.
Lo spazio fiorito esiste ancora, e anzi, è una area verde protetta dal Dipartimento parchi di New York.
Da allora il movimento si è diffuso in tutto il mondo.
Vi sono diversi esempi e manifestazioni degni di nota
Le motivazioni che spingono ogni anno migliaia di persone, più o meno organizzate, ad affrontare questo genere di manifestazione (non legalizzate ma assolutamente pacifiche) è di evidenziare problematiche di decoro urbano e degrado di alcune aree cittadine.
A volte, il tema del rinverdimento della città e delle zone degradate è solo una parte del problema questi gruppi vogliono mettere in evidenza. Ci sono anche altri temi da affrontati, come:
Chi partecipa ha semplici e chiari obiettivi
I guerrilleri green non sono legalizzati ma gli obiettivi non si scontrano con la legalità. Semplicemente si appropriano di piccoli spazi abbandonati e degradati e cercano di portare bellezza e decoro.
Esistono in Italia molti gruppi che si dedicano al flower bombing. Per farne parte basta contattare i gruppi tramite i social, perché spesso comunicano tramite Facebook o Twitter.
Esiste poi un sito guerrillagardening.it aperto a tutti coloro che vogliono informazioni o che semplicemente sono interessati.
In Italia il movimento si è diffuso a partire dal 2006 a Milano, tra gruppi di studenti interessati ad opporsi al degrado cittadino. Oggi è presente in tutte le regioni.
Ogni regione ha il suo gruppo social che si riunisce ogni tanto, e organizza qualche evento annuale, per il flower bombing. Ecco l’elenco di alcuni gruppi noti in Italia:
Anche i guerriglieri del giardinaggio possono fare degli errori e ricevere delle critiche. Una delle principali è quella di non avere competenza di giardinaggio e quindi di lanciare bombe di semi inadatte al terreno del luogo, oppure non autoctone.
Questo può causare due cose:
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