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Ilva, bonificare non basta. Le malattie di oggi effetto dell’inquinamento di 10 anni fa

Logiche economiche spregiudicate. Politiche industriali mal condotte per anni. Leggi inefficaci e tardive. Sono questi, in sintesi, i tre fattori fondamentali che hanno portato all’esplosione del ‘caso Ilva’. Un fatto doppiamente tragico, sia per la sua valenza sociale – pensiamo alla situazione critica dei lavoratori – che per quella umana, vista l’emergenza sanitaria (e ambientale) che ancora oggi continua ad affiorare e a palesarsi in tutta la sua gravità.

Ilva, bonificare non basta. Le malattie di oggi effetto dell’inquinamento di 10 anni fa

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Intervenendo ad un convegno milanese sullo smog, l’epidemiologo Luigi Bisanti, ha sottolineato che siamo di fronte ad un’emergenza che neanche la paventata (quanto tardiva) bonifica potrà risolvere. Un’emergenza che non si è trasformata in tragedia solo grazie all’azione mitigatrice del clima ventilato e temperato che in tutti questi anni ha protetto Taranto e i comuni  limitrofi da quella che poteva trasformarsi in una vera e propria strage.

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I decessi registrati in questi anni e imputabili all’inquinamento prodotto dallo stabilimento siderurgico, infatti, sono ancora in corso e di certo non si arresteranno nei prossimi anni. Come detto, però, grazie alla posizione geografica di cui gode la città di Taranto, le concentrazione di agenti inquinanti e tossici nell’aria è relativamente bassa ma se il nostro Governo non riuscirà a proporre un piano di intervento tempestivo ed efficace, la conta dei morti non finirà mai.

Secondo le ultime stime fornite dal Ministero della Salute e contenute nel rapporto ‘Sentieri’ aggiornato al 2003-2009, il tasso di mortalità registrato a Taranto è più alto della media regionale (+14% di mortalità per gli uomini e +8% di mortalità per le donne), mentre l’incidenza delle malattie tumorali segna un inquietante +30%. Allarmante anche il tasso di mortalità infantile (primo anno di vita) che a Taranto è del 20% superiore rispetto al resto della Puglia.

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Più precisamente, per gli uomini il rapporto registra un incremento del 14% per tutti i tumori; +14% per le malattie circolatorie, +17% per quelle respiratorie, +33% per i tumori polmonari, +419% per i mesoteliomi pleurici. Per le donne invece: +13% per tutti i tumori, +4% per le malattie circolatorie, +30% per i tumori polmonari, +211% per il mesotelioma pleurico.

E mentre sul numero dei morti provocato dall’inquinamento è guerra tra associazioni ambientaliste, Ministero, partiti politici e rappresentanti Ilva, nessun dubbio sulle responsabilità oggettive che l’impianto ha avuto in tutti questi anni. Come si legge nel rapporto, “Ilva è il maggior emettitore di agenti fortemente inquinanti e nocivi ( 99% del totale) ed è quindi il principale responsabile degli effetti correlati all’esposizione al benzopirene. La salute della popolazione residente a Taranto  è, dunque, seriamente compromessa“.

Non c’è nulla da aggiungere.

Erika Facciolla

Giornalista pubblicista e web editor free lance. Nata nel 1980, si trasferisce a Bologna dove si laurea in Scienze della Comunicazione. Dal 2005 è pubblicista e cura una serie di collaborazioni con redazioni locali, uffici stampa e agenzie editoriali. Nel 2011 approda alla redazione di tuttogreen.it per occuparsi di bellezza e cosmetica naturale, fonti rinnovabili e medicine dolci.

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