Inquinamento da metalli a Lecce: il poligono rovina la zona protetta
Una parte del mare leccese sa… di piombo.; in particolare, è stato rilevato un alto livello d’inquinamento da metalli a Lecce, dovuto alla presenza del poligono vicino ad un’area interdetta all’accesso di cittadini e turisti tra l’Oasi Naturale delle Cesine e il Parco Naturale di Rauccio.
Il poligono di tiro in questione, quello di Torre Veneri, dove vengono utilizzati, per le esercitazioni, mezzi pesanti e diversi tipi di proiettili e bossoli rende la zona protetta sempre più inquinata.
Leggi anche: In Puglia tutti gli olivi a rischio per un batterio killer
La denuncia arriva dal deputato salentino del M5S Diego De Lorenzis, che ha anche presentato una interrogazione ai Ministri della Difesa e dell’Ambiente per chiedere conto delle bonifiche e del futuro della località, e si aggiunge alla voce di comitati e associazioni che da tempo denunciano la situazione, come Lecce Bene Comune, associazione che proprio sul fronte del poligono di Torre Veneri ha intrapreso una seria battaglia.
I fondali non sono mai stati bonificati e sono pieni di bossoli e cartucce. Dunque altamente inquinato da materiali ferrosi e non compatibili con la tutela ambientale, dove tra l’altro, in violazione dell’area militare, entrano imbarcazioni, sia per pescare che per raccogliere questi materiali.
Lo sapevi? Puglia, chi controlla il radar?
Per questo, comitati e associazioni hanno inoltrato alla Commissione Europea la documentazione al fine di avviare una procedura di infrazione, anche per quanto riguarda l’area di Capo Teluada in Sardegna, anch’esso presente come quello leccese in siti di importanza comunitaria.
Ultimo aggiornamento il 11 Aprile 2024 da Rossella Vignoli