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L’inquinamento in Cina è anche colpa delle industrie che delocalizzano e delle importazioni

Abituati a comprare e utilizzare prodotti di fabbricazione cinese di qualsiasi genere e categoria merceologica, forse saremo tentati a pensare che anche l’inquinamento atmosferico che affligge il nostro Pianeta porti con sé l’etichetta ‘Made in China’. D’altra parte è ciò che ci hanno sempre raccontato e le evidenze scientifiche confermano questa teoria. Eppure, l’altra faccia della medaglia racconta una verità più complessa e svela sfumature che fanno ripensare al ruolo e alle responsabilità dei paesi occidentali.

L’inquinamento in Cina è anche colpa delle industrie che delocalizzano e delle importazioni

Un team di ricercatori internazionali ha recentemente ‘scoperto’ che gran parte dell’inquinamento atmosferico prodotto in Cina dipende dalle industrie europee e americane che decidono di spostare a est la produzione, nonché dall’aumento vertiginoso delle importazioni dal continente cinese.

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In altre parole, se la Cina è il primo paese al Mondo per emissioni inquinanti, la colpa non è solo dei cinesi ma dell’attività industriale generata per soddisfare la domanda economica occidentale. Negli ultimi anni, in particolare, la richiesta di prodotti elettronici di fabbricazione asiatica ha conosciuto una vera e propria impennata, e questo si è tradotto in un maggiore rilascio di sostanze inquinanti nell’atmosfera.

Stesso trend per quando riguarda la delocalizzazione delle attività produttive che dall’occidente si spostano in oriente per ridurre i costi e aumentare la produzione. Anche in questo caso, il risultato è l’aumento di CO2 e di altri gas serra che nell’ultimo decennio sono addirittura raddoppiati rispetto ai tre decenni precedenti, sfiorando i 14 miliardi di tonnellate all’anno; di queste, 2 GigaTonnellate sono state prodotte per la fabbricazione di beni destinati all’export.  (Fonte: ‘Intergovernmental Panel on Climate Change).

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Gli studi presi in esame suggeriscono, quindi, di analizzare il fenomeno ‘inquinamento’ a partire da una molteplicità di fattori e di non additare i cinesi come gli unici responsabili dei cambiamenti climatici e degli altri disastri ambientali ormai tristemente noti.

Eloquenti, in tal senso, le parole utilizzate dagli autori dello studio per commentare i risultati raccolti: ‘La cooperazione internazionale, per limitare l’inquinamento atmosferico di paesi terzi, deve affrontare la questione della responsabilità di emissioni di un paese per la produzione di beni a sostegno dei consumi di un altro’.

Erika Facciolla

Giornalista pubblicista e web editor free lance. Nata a Cosenza il 25 febbraio 1980, all'età di 4 anni si trasferisce dalla città alla campagna, dove trascorre un'infanzia felice a contatto con la natura: un piccolo orticello, un giardino, campi incolti in cui giocare e amici a 4 zampe sullo sfondo. Assieme a lattughe, broccoli e zucchine coltiva anche la passione per la scrittura e la letteratura. Frequenta il liceo classico della città natale e dopo la maturità si trasferisce a Bologna dove si laurea in Scienze della Comunicazione. Dal 2005 è pubblicista e cura una serie di collaborazioni con redazioni locali, uffici stampa e agenzie editoriali del bolognese. Nel 2011 approda alla redazione di TuttoGreen con grande carica ed entusiasmo. Determinata, volitiva, idealista e sognatrice, spera che un giorno il Pianeta Terra possa tornare ad essere un bel posto in cui vivere.

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