Nasce per scopi militari ma viene applicata ormai con successo anche in ambito civile la tecnologia per sviluppare dei mini impianti solari. Si tratta di piccole e agili strutture fotovoltaiche complete di generatori di fabbricazione italiana che sono state trasportate in Africa per portare energia negli sperduti villaggi della Costa d’Avorio.
Utilizzare le attrezzature militari per scopi umanitari si può, e non si tratta di una retorica ‘missione di pace’, questo progetto interessante ha voluto sfruttare l’agilità dei mini impianti nati inizialmente per alimentare i satelliti in orbita e fornire energia per apparecchiature radio e per scopi bellici, per portare a domicilio dei villaggi più duramente colpiti e bisognosi di energia elettrica (per ospedali, pozzi d’acqua, idrovore) un mini fotovoltaico completamente autosufficiente e, soprattutto, facilmente trasportabile e montabile.
A donare questa piccola speranza, chiamata Solar Station K10, è un gruppo di ingegneri italiani, che si sono riuniti nel consorzio ‘Epc Consortium‘ appoggiandosi all’Università Nagui-Abrogoua di Abidjan, in Costa D’Avorio.
Tale piccola centrale è in grado di produrre 40.000 Wh al giorno, che significa 10.000 litri d’acqua estratti dai pozzi dei villaggi raggiunti, illuminazione casalinga, uso di frigoriferi per il mantenimento di cibo donato e così via.
Entusiaste le popolazioni locali, che hanno ribattezzato il prototipo “la scatola dell’energia” ed è comprensibile questo entusiasmo, in un continente, quello africano, dove oltre 590 milioni di persone sono attualmente senza elettricità…
Di seguito un video che racconta l’installazione:
Leggi anche:
Utilizziamo i cookie insieme ai nostri partner per personalizzare i contenuti e gli annunci pubblicitari, fornire le funzioni dei social media e analizzare il nostro traffico.