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Tutto sulla neve artificiale

Fiocchi creati per sostenere il business dello sci ma poco sostenibili

I cannoni da neve risolvono il problema del disperato bisogno di fiocchi delle piste sciistiche italiane e non solo, per risolvere la scarsità di nevicate naturali. Scopriamo tutto sulla neve artificiale, diventata essenziale per chi vive di sci e di turismo legato alla montagna invernale. Quale tecnologia sta dietro e quali sfide ambientali, costi economici e strategie per una sua possibile sostenibilità.

Tutto sulla neve artificiale

Tutto sulla neve artificiale

L’avvento della neve artificiale ha trasformato il volto dell’industria sciistica, portando con sé una serie di sfide e opportunità.

Da una parte la necessità di produzione di neve che sopperisca alla scarsità di innevamento naturale delle nostre Alpi e Appennini, causate dai cambiamenti climatici. Dall’altra l’elevato consumo energetico e la domanda significativa d’acqua necessari per produrla.

Questo genera delle tensioni tra la sostenibilità e la sopravvivenza economica delle regioni montane.

Come funziona la neve artificiale

La neve artificiale riveste un ruolo sempre più essenziale nell’industria sciistica globale, specialmente nelle regioni montuose italiane, dove il cambiamento climatico ha ridotto significativamente le nevicate naturali.

Questa tecnologia non è solo una questione di sopravvivenza per l’economia locale delle aree montane, ma anche un complesso sforzo ingegneristico.

Il cuore della produzione di neve artificiale è il processo di atomizzazione, che trasforma l’acqua in cristalli di neve attraverso l’uso di speciali dispositivi noti come cannoni da neve.

I cannoni da neve fanno proprio questo e ve ne sono di diversi tipi.

  • I cannoni ad aria compressa utilizzano l’esplosione di aria compressa per raffreddare istantaneamente delle microscopiche goccioline d’acqua, creando i fiocchi che poi si depositano sulla pista.
  • I cannoni a getto d’acqua sfruttano l’alta pressione del getto per atomizzare l’acqua, trasformandola in neve, garantendo così una copertura anche negli inverni più aridi

L’importanza della neve artificiale

L’importanza della neve artificiale va oltre la semplice manutenzione delle piste. La sua presenza assicura la continuità operativa degli impianti sciistici, permettendo alle stazioni di apertura anche durante periodi di scarse precipitazioni naturali.

Questo, a sua volta, prolunga la stagione sciistica, attirando turisti e generando una significativa attività economica, che in Italia si traduce in un fatturato annuo di circa 1,3 miliardi di euro. Tuttavia, il vero valore della neve artificiale è davvero comprensibile solo quando consideriamo il suo impatto economico e la sua capacità di sostenere intere comunità montane, creando posti di lavoro e incentivando l’indotto turistico.

L’impatto ambientale della neve artificiale

L’aspetto ambientale è altrettanto cruciale, e molte località stanno adottando misure per migliorare la loro efficienza energetica e la sostenibilità dei loro sistemi d’innevamento. Ad esempio, alcuni resort stanno incorporando l’uso di fonti rinnovabili e implementando sistemi di riciclo dell’acqua per limitare lo spreco.

Così da ridurre l’impronta ecologica della produzione di neve artificiale, ma anche portare a significative riduzioni dei costi operativi.

Nonostante queste iniziative, ci sono problemi significativi intrinsecamente legate alla produzione stessa di neve artificiale.

Il considerevole consumo di acqua ed energia può generare conflitti con l’uso delle risorse locali e aumentare i costi energetici per le regioni, già stressate dalla variabilità climatica.

In effetti, la produzione di questi fiocchi consuma molta energia, comportando un incremento nelle emissioni di gas serra. L’acqua, altro elemento cruciale in questo processo, è necessaria in grandi quantità, il che porta a una competizione per questo bene prezioso, specialmente in periodi di siccità. L’estrazione d’acqua per l’innevamento ha già mostrato di poter compromettere disponibilità idrica per altri settori vitali come l’agricoltura e l’uso domestico.

L’innevamento artificiale ha anche un impatto negativo sul territorio: altera i delicati equilibri degli ecosistemi montani. Può danneggiare la biodiversità e compromettere la qualità delle risorse idriche, come nel caso del fiume Sesia, esemplificativo delle conseguenze ambientali delle risorse d’acqua deviate verso i bacini per la produzione di neve.

Infine, i costi associati alla neve artificiale non sono trascurabili. Comporta investimenti iniziali e ne tempo significativi, che variano a seconda delle condizioni regionali e climatiche. I costi energetici e di manodopera contribuiscono ad aumentare le spese, rendendo le operazioni di innevamento artificiale a volte proibitive.

Si rende necessario continuare a sviluppare tecnologie che migliorino l’efficienza delle risorse e che permettano alle stazioni sciistiche di operare in modo più autonomo e sostenibile.

Strumenti di monitoraggio avanzato, come il sistema Snowsat, giocano un ruolo cruciale misurando e ottimizzando la quantità di neve prodotta, riducendo gli sprechi.

Questa soluzione tecnologica è certamente indispensabile per l’industria dello sci, ma richiede un equilibrio tra efficienza economica e sostenibilità ambientale.

Altri impatti della neve artificiale

 

Benefici della neve artificiale

In Italia il 90% delle piste da sci sono sostenute da neve artificiale,. Questa tecnologia è diventata un pilastro per numerose comunità locali che dipendono dal turismo invernale. Sostiene, infatti, il turismo invernale, una delle forze economiche principali nelle regioni montane, garantendo occupazione e stabilità economica.

Il suo utilizzo a permesso lo sviluppo di infrastrutture più avanzate, con un miglioramento della qualità e varietà dei servizi offerti, dagli impianti di risalita a complessi ricettivi modernizzati.

Inoltre, la capacità di prolungare la stagione sciistica, offre un’arma contro il fenomeno dell’overtourism tipico dei periodi di picco turistico, spalmandone gli effetti su una durata più estesa. Ciò non solo favorisce un flusso economico esteso e costante, ma permette anche una gestione turistica più equilibrata e sostenibile, riducendo la pressione sulle risorse nelle stagioni più congestionate.

Il futuro della neve artificiale

È cruciale considerare anche gli effetti a lungo termine del cambiamento climatico. L’aumento delle temperature sta progressivamente riducendo i periodi di innevamento naturale, portando a un aumento della dipendenza dalla neve artificiale. Questo scenario impone un ripensamento delle strategie di gestione delle risorse naturali, rafforzando l’adozione di pratiche di turismo sostenibile e un approccio integrato alla gestione del territorio.

Dei progetti di ricerca congiunti, come quelli proposti dall’ANEF, evidenziano la necessità di collaborazioni tra istituzioni, imprese e comunità locali per studiare e proporre soluzioni che bilancino la conservazione dell’ambiente con le esigenze economiche. Solo attraverso tale cooperazione è possibile creare un futuro sostenibile per le zone montane che non solo preservi l’ecosistema naturale ma sostenga anche le generazioni future.

La strada verso una sostenibilità della neve artificiale passa anche attraverso un miglioramento dei finanziamenti mirati, da parte del Ministero del Turismo e di altre istituzioni, per promuovere il turismo dolce e a garantire la sopravvivenza delle infrastrutture sciistiche di fronte ai cambiamenti climatici.

Una direzione possibile è rappresentata dall’implementazione di strategie di turismo più sostenibile, che non si limitino esclusivamente al settore sciistico: alternative come il trekking invernale o il turismo culturale delle regioni di montagna potrebbero alleggerire la pressione sui sistemi naturali e preservare la competitività turistica a lungo termine.

La transizione verso pratiche più sostenibili richiede investimenti adeguati e un impegno condiviso, per armonizzare lo sviluppo turistico con la salvaguardia dell’ambiente.

Foto di copertina di Michal Mrozek su Unsplash

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Ultimo aggiornamento il 22 Marzo 2025 da Rossella Vignoli

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Rossella Vignoli

Fondatrice e responsabile editoriale, è esperta di bioedilizia, design sostenibile e sistemi di efficienza energetica, essendo un architetto e da sempre interessata al tema della sostenibilità. Pratica con passione Hatha yoga, ed ha approfondito vari aspetti dello yoga. Inoltre, è appassionata di medicina dolce e terapie alternative. Dopo la nascita dei figli ha sentito l’esigenza di un sito come tuttogreen.it per dare delle risposte alla domanda “Che mondo stiamo lasciando ai nostri figli?”. Si occupa anche del sito in francese toutvert.fr, e di designandmore.it, un magazine di stile e design internazionale.

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