Nuove alleanze per sviluppare auto elettriche a idrogeno: ma sono veramente la soluzione?
Il futuro della mobilità su gomma punta sulle fonti energetiche pulite, rinnovabili e alternative.
Auto ibride, piuttosto che alimentate a metano, ma soprattutto auto elettriche. Veicoli alimentati da batterie sempre più performanti, in termini di potenza e autonomia. Ma, secondo una tendenza emersa di recente, veicoli alimentati anche da celle a combustibile di idrogeno.
Una sterzata forte, in questa direzione, è arrivata nelle scorse settimane con l’accordo sancito da tre tra i principali costruttori d’auto, Toyota, Daimler-Benz e Reanult-Nissan (vedi anche Accordo Daimler, Renault-Nissan e Ford per dare una spinta alle elettriche a celle combustibili). I tre gruppi mirano a creare una sinergia progettuale e produttiva che consenta di lanciare entro il 2017 diverse gamme di vetture realizzate a partire da piattaforme comuni.
L’obiettivo è quello di rendere accessibile a tutte le famiglie la tecnologia FCEV (Fuel Cell Electric Vehicle), che fonda il proprio principio sulla capacità di produrre energia elettrica a partire da una soluzione di idrogeno con ossigeno.
Tuttavia la strada intrapresa non convince, soprattutto oltre oceano, dove le auto elettriche e ibride si sono diffuse prima e con maggiore successo rispetto ad un’Europa che solo negli ultimissimi anni ha aperto le porte a questo nuovo concetto di mobilità.
Stando a quanto riportano diversi media americani, il sistema fondato sulle celle a combustibile suscita perplessità per diversi motivi. Anzitutto si sottolineano carenze e ritardi nella rete di infrastrutture, con la sola California e il progetto “Hydrogen Highway” che sembrano pronte a compiere il grande passo.
C’è poi da risolvere il problema di come rifornire le stesse aree di servizio: in questo momento, l’unica modalità possibile è quella che prevede il trasporto dell’idrogeno attraverso camion-cisterna, che però funzionano a gasolio o a gpl, dunque inquinano, e consumano energia per mantenere l’idrogeno nella condizione idonea per l’utilizzo, il congelamento criogenico.
Dal Forum di TuttoGreen:
- Auto ad idrogeno: quale il futuro e le possibili applicazioni?
- Auto Elettrica: già superata prima ancora di nascere?
Già, perchè l’idrogeno che ingenera energia elettrica deve subire una serie di complessi trattamenti, e anche in natura non è presente in stato libero, ma si ottiene per separazione da composti, come per esempio l’acqua. Tutte lavorazioni che hanno un costo e implicano la necessità di energia, sottolineano i critici a stelle e strisce.
Produrre energia comporta inoltre il rilascio di inquinanti. Le stesse vetture alimentate a celle inquinano, poco ma inquinano (circa 80 grammi di Co2 per km), anche a causa anche della forte impronta di carbonio rilasciata dagli speciali serbatoi in dotazione. Rispetto a quanto da molti sbandierato, queste auto non rilasciano nell’aria solo vapore acqueo.
In conclusione, sono diversi gli analisti del trasporto americani a pronunciarsi assai scettici. Perchè, di contro, i veicoli plug-in si ricaricano semplicemente con una presa di corrente domestica, o attraverso la rete di colonnine dislocate sulla rete stradale. Perchè pensano, d’altra parte, come la tecnologia delle celle a combustibile non consenta oggigiorno di abbattere costi produttivi ancora troppo elevati.
Meglio, a loro giudizio, proseguire sulla strada delle elettriche alimentate a batteria.
E voi, che ne pensate?
Leggi anche:
- Mercedes, Honda, Hyundai e Toyota: in tour assieme grazie all’idrogeno
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Ultimo aggiornamento il 30 Luglio 2024 da Rossella Vignoli
http://youtu.be/G3o96mzF60Y
Al CRN hanno sviluppato un’auto che funziona con il 30% di gas idrogeno ed il 70% di metano e che emette molto meno di 50 gr. per km. E’ una modifica molto semplice perchè utilizza le centraline elettroniche già esistente per le macchine a metano con un’addamento dei parametri. Attualmente ci sono quattro distributori in Italia ed il prezzo della miscela è di circa 2 Euro al Kilo (il doppio del metano che costa circa 1 Euro al Kilo). Perchè non proporle e commercializzarle su scala industriale, aumentando anche la rete di distribuzione di tale miscele?