Ambiente

Picco del petrolio (peak oil): che cos’è e quando avverrà

Quando avverrà e quali conseguenze avrà sull'uomo

Ne avrete sentito parlare in più occasioni: il picco del petrolio, o peak oil, è destinato ad essere un momento fondamentale nella storia dell’umanità. Capiamo di che si tratta.

Picco del petrolio (peak oil): che cos’è e quando avverrà

Cos’è il picco del petrolio o Peak Oil

Il Peak Oil è il momento in cui l’estrazione del petrolio a livello mondiale avrà raggiunto il suo valore massimo.

A partire da quel momento, il ritmo di estrazione del petrolio decrescerà progressivamente, fino ad azzerarsi. Diversi modelli prevedono che la contrazione nell’estrazione del petrolio, una volta raggiunto il picco, avvenga a ritmi molto più rapidi e violenti della crescita dell’estrazione avvenuta nel ventesimo secolo.

Il concetto di picco del petrolio non implica – come dicono taluni – che il petrolio scompaia all’improvviso. Ne rimarrebbe ancora la metà da estrarre. Ma a partire da quel momento, invece, è previsto che venga estratto meno petrolio ogni anno andando avanti nel tempo. E che questo porti grave conseguenze economiche, portando l’economia globale in stato di recessione permanente.

Il termine ‘picco del petrolio’ è stato coniato da M. King Hubbert, studioso americano che nel 1956 fu in grado di predire con notevole anticipo ed accuratezza che il picco della produzione petrolifera degli Stati Uniti sarebbe avvenuto intorno al 1970.

Picco del petrolio: quando avverrà

Esistono diverse date e previsioni. Per lo più sbagliate. Per esempio, secondo l’AIE (Agenzia Internazionale per l’Energia), a metà degli anni 2000 il picco del petrolio era imminente. Sarebbe dovuta arrivare entro il 2012. Secondo l’AIE, la produzione di petrolio convenzionale era già in calo dal 2008 e l’apporto di petrolio non convenzionale (principalmente il petrolio da sabbie bituminose) non sarebbe stato in grado di coprire il il deficit che si stava aprendo tra domanda e offerta.

Altre stime – come ad esempio quella del UK Energy Research Centre o dell’Università di Oxford – collocano il picco del petrolio a cavallo tra il 2030 e il 2050, con una forte probabilità che avvenga entro il 2050. Studi più recenti tendono a spostare ulteriormente in avanti tale data.

C’è infatti da dire che man mano che venivano fatte queste previsioni, la tecnologia estrattiva stava evolvendosi.

Tuttavia, l’evoluzione recente degli eventi internazionali ha cambiato, e di molto, queste stime. Se negli ultimi quarant’anni la domanda di petrolio è sempre aumentata, per rallentare solo in periodi di recessione. il COVID ne ha bruscamente limitato le richieste nel 2020 rispetto al 2019, per poi riassestarsi ai livelli pre-pandemia nel 2022.

Nel 2020, British Petroleum dichiarò che il picco era arrivato e che la domanda di petrolio non si sarebbe più ripresa ai livelli precedenti la pandemia a causa della conversione elettrica delle auto, e delle azioni intraprese per limitare il cambiamento climatico.

Ma l’OPEC all’inizio del 2024 ha già detto che non ritiene che la domanda scenderà!

Picco del petrolio (peak oil)

Il fracking e il picco di petrolio

Il ricorso al fracking ed altre tecnologie estrattive, come la trivellazione direzionale tridimensionale, hanno fatto impennare la produzione.

Per esempio, dal 2009 al 2014 la produzione di petrolio in USA è aumentata di oltre il 50% (quella mondiale del 9%), tramite il massiccio ricorso al fracking, di cui abbiamo scritto tante volte in relazione all’impatto ambientale.

Il fracking, dunque, sembra avere vanificato le prospettive di raggiungere a breve il picco del petrolio.

Quindi è bastato il boom USA per rinviare il momento del picco. E, a quanto pare, il termine non è più così di moda, almeno secondo Google.

Con il fracking, sembra che le prospettive di immediato raggiungimento del picco del petrolio siano svanite.

Quali conseguenze avrà il picco di petrolio

Innanzitutto va detto che prima o poi capiterà. Semplicemente perché la quantità di petrolio sottoterra è finita. Il petrolio non si riforma continuamente negli strati profondi della Terra, come si ipotizzava un tempo. Le stime sulla quantità di petrolio disponibile sulla Terra sono per forza di cose approssimative, ma l’orientamento più diffuso è che circa la metà delle riserve petrolifere esistenti nel nostro pianeta siano già state estratte.

Inoltre, dal 1985, la quantità di petrolio consumato annualmente è maggiore rispetto a quella di nuovi giacimenti di petrolio scoperti, con una forbice che si è sempre più allargata fino ai giorni nostri. Le scoperte di nuovo petrolio sono in calo dagli anni ’60 dello scorso secolo.

Nuove evoluzioni nelle tecnologie estrattive stanno rendendo possibile l’estrazione di petrolio in condizioni sempre più estreme. Ma si arriverà per forza di cose ad un limite.

Le conseguenze del picco del petrolio sono facilmente immaginabili. Impennate repentine dei prezzi del petrolio e acuta crisi del modello economico mondiale dell’ultimo secolo. E, dulcis in fondo, decisiva spinta alla ricerca di fonti energetiche alternative. Una trasformazione complessa e piena di rischi, che però potrebbe salvare il nostro pianeta.

L’opinione diffusa degli esperti e dei principali think tank nazionali ed internazionali – come il Dipartimento Americano per l’Energia e l’Agenzia Internazionale per l’Energia – a prescindere dalla datazione esatta del picco del petrolio, è comunque che sia definitivamente finita l’era in cui è possibile estrarre petrolio a basso costo e con pochi rischi.

Se diversi tra i peggiori disastri ambientali della storia disastro nel Golfo del Messico), sono stati causati direttamente o indirettamente dal petrolio, questa è comunque una prospettiva che ha implicazioni positive.

Prepararsi ad un nuovo paradigma energetico è quindi inevitabile, è solo questione di tempo.

SPECIALE: Cosa significa vivere accanto ad un pozzo per il fracking

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