Il ricino o ricinus communis è una pianta molto conosciuta per le proprietà dei suoi semi ricchissimi di proprietà e allo stesso tempo velenosi da cui si estrae l’olio di ricino. Oltre all’olio, però, bisogna sapere che questo arbusto è molto bello e per questo se ne consiglia la coltivazione nei giardini: le sue belle foglie e i suoi frutti spinosi dai colori accesi sono infatti molto decorativi. Il ricinus communis può essere coltivato come pianta isolata singola, ma si presta bene in abbinamento ad altre piante sia in giardino che in grandi fioriere. Attenzione, però, perché è una pianta infestante che tende a riprodursi anche troppo velocemente.
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Questa è una guida alla coltivazione della pianta di ricinus communis, pianta ornamentale da cui si ottiene anche l’olio dalle qualità lassative e non solo, usato spesso nella medicina omeopatica e popolare. Scopriamo più da vicino il ricino, dalla pianta all’olio.
Il Ricinus communis, comunemente chiamato ricino è una pianta arbustiva appartenente alla famiglia delle Euphorbiaceae. La pianta di ricino arriva dall’Africa tropicale, ma grazie alla sua capacità di riprodursi, si è presto naturalizzato nelle aree tropicali e subtropicali di tutto il mondo come un’erba infestante.
Il ricino produce grandi quantità di semi che sono ricchi di proprietà ma anche molto velenosi, basti pensare che solo 4 semi potrebbero uccidere un uomo adulto, se ingeriti. Nello stesso tempo però il seme vanta tante proprietà curative e se ne estrae un olio molto noto e tranquillamente edibile.
Ma, prima ancora, il ricino è una bella pianta ornamentale, che offre una ampia fioritura e tanti frutti colorati.
La pianta del ricino si distingue per la bellezza delle sue foglie, dei fiori e dei frutti. E’ una pianta facile da coltivare e perfetta per decorare giardini e balconi.
Ha origine nelle aree del Mediterraneo e sub tropicale e se viene coltivato al caldo può arrivare a crescere fino a 10 metri di altezza, mentre in aree più fredde raggiunge al massimo 4 metri.
Predilige dunque un clima temperato, teme le gelate.
È una pianta originaria dell’Africa tropicale, successivamente si è sparsa un po’ ovunque nel mondo, dove il clima ne permette la sopravvivenza. Lo si può ritrovare in zone subtropicali e anche in zone con clima temperato.
Come anticipato, il ricino si chiama in botanica Ricinus communis. A questa specie appartengono delle varianti come:
Il ricino trova il suo habitat ideale nelle regioni con clima caldo-temperato dove si coltiva come pianta perenne.
Se il clima è più freddo invece è coltivata come pianta annuale: durante l’autunno, quando inizia il freddo si consiglia di fare una pacciamatura di paglia o trucioli di legno per proteggere le radici dal freddo per evitare che la pianta muoia. In alternativa si può però scegliere di piantarla in vaso per tenerla a riparo o di tenerla in serra durante l’inverno.
La pianta di ricino predilige una piena esposizione al sole. Non tollera bene né il freddo né le correnti d’aria.
La pianta di ricino preferisce i terreni, ricchi, sciolti e freschi, costituiti da un miscuglio di
In vaso, si consiglia di aggiungere delle palline di argilla espansa o sabbia di fiume grossolana in fondo al vaso per garantire un buon drenaggio.
Questa pianta di origini subtropicali deve essere annaffiata con regolarità, ma soffre se il terreno resta troppo umido.
Si consiglia di aggiungere concime liquido all’acqua dell’annaffiatura, una volta al mese, solo durante il periodo che va dalla primavera all’estate.
La pianta di ricino solitamente non ha bisogno di potatura anche se ogni tanto può diventare necessario per dare una forma più aggraziata alla chioma.
Se la pianta è coltivata in una zona con clima freddo in inverno, specie se perde le foglie, potrebbe essere necessario tagliare il fusto e mantenere in vita solo la radice, ben coperta da pacciamatura.
La pianta del ricino si moltiplica attraverso la semina nel mese di marzo-aprile.
Il ricino è una pianta resistente che raramente in natura viene attaccata da malattie o parassiti.
Se viene però coltivata al chiuso o in un clima più freddo o più umido del suo habitat naturale potrebbe essere attaccata dal ragnetto rosso.
Teme il marciume radicale o alla base del fusto, causato da ristagni idrici.
I semi sono molto tossici, per la presenza di un’albumina chiamata ricina: basta ingerirne un paio per rischiare la morte. Causa danni molto gravi:
La ricina contenuta nella pianta provoca gravi intossicazioni ed è altamente letale. Anche per fare giardinaggio bisogna usare guanti. Attenzione: tenere lontani i bambini e gli animali domestici.
Da questi semi così tossici si ottiene l’olio di ricino, che di tossico non contiene più nulla, ma è famoso per il suo sapore sgradevole. Questo olio veniva usato dai nostri nonni per le qualità lassative, l’acido ricinoleico in esso contenuto ha la capacità di stimolare la secrezione idrica dell’intestino tenue, accelerando la peristalsi.
Oggi l’olio di ricino non si utilizza più come lassativo, per le tante controindicazioni, e trova applicazioni nell’industria delle vernici e dei lubrificanti in generale.
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