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Snack alle casse del supermercato: divieti 2025, cosa funziona davvero (e cosa no)

Dai divieti in UK e California ai dati su vendite e obesità: cosa succede quando le casse diventano “junk free”.

Ogni volta che si va al supermercato la stessa scena: siete in coda alla cassa, avete fatto la spesa e all’ultimo metro vi ritrovate circondati da cioccolatini, caramelle, energy drink. È il regno dell’acquisto d’impulso, spesso spinto dai bambini, ma non solo. Negli ultimi anni però qualcosa sta cambiando: diversi Paesi hanno iniziato a vietare o limitare gli snack alle casse per rendere l’ambiente del supermercato un po’ più amico della salute.

Snack alle casse del supermercato: divieti 2025, cosa funziona davvero (e cosa no)

Nel 2025 il tema è tornato d’attualità: nuove leggi sono entrate in vigore in Europa e negli Stati Uniti, mentre altri governi stanno valutando misure simili. Ma funziona davvero togliere gli snack dalle casse? E quali risultati si sono visti su vendite, diete e sovrappeso? Vediamo.

Perché gli snack alle casse sono così potenti

La zona cassa è uno dei punti più strategici del supermercato, perché tutti ci passano, spesso dopo una lunga spesa. Quello che esposto in questo spazio è oggetto di acquisti non pianificati, guidati da fame, stanchezza e noia. E gli snack esposti sono quasi sempre ad alta densità calorica e cibi ultra-processati (barrette, patatine, bibite zuccherate).

Uno studio dell’Università di Cambridge ha stimato che, prima dei divieti, il 36% degli adulti acquistava almeno un prodotto esposto alle casse durante l’ultima spesa (Fonte: Food Environment After Implementation of a Healthy Checkout Policy, JAMA, 2024).

Nel lungo periodo questo si traduce in calorie extra, soprattutto da zuccheri e grassi, che contribuiscono a sovrappeso e obesità. Le revisioni sui cibi ultra processati (i cosiddetti ultra-processed foods, che includono gran parte degli snack da supermercato) mostrano un’associazione costante con un maggior rischio di obesità e malattie metaboliche (Fonte: Ultra-Processed Foods and Human Health: A Systematic Review and Meta-Analysis of Prospective Cohort Studies, Advanced Nutrition, 2023).

E non bisogna dimenticare che dalla vendita di dolci, snack e bibite alla cassa, le aziende alimentari e le catene dei supermercati traggono guadagni considerevoli.

snack alle casse: dove sono vietati e se funziona vendere meno snack per una dieta sana

Dove sono vietati (o limitati) gli snack alle casse nel 2025

Ad oggi non esiste un divieto mondiale uniforme, ma una costellazione di leggi nazionali, regionali e politiche locali. Ecco i casi più importanti.

Regno Unito (Inghilterra e Galles)

Dal 1° ottobre 2022 in Inghilterra sono in vigore le Food Promotion and Placement Regulations, che vietano di collocare cibi e bevande chiamate HFSS (High in Fat, Sugar and Salt)cioè ad alto contenuto di grassi, sale e zucchero, in posizioni ‘ad alto impatto’, tra cui:

  • casse e aree di coda
  • ingressi
  • estremità delle corsie chiamate in gergo testata di gondola

La norma riguarda supermercati e catene sopra determinate dimensioni (oltre 186 mq e 50 dipendenti), mentre i piccoli negozi sono esentati.

Nel 2025 una prima analisi indipendente dell’Università di Leeds ha stimato che l’insieme delle restrizioni sugli HFSS (posizionamento e nuove regole su promozioni) ha portato a circa 2 milioni di prodotti HFSS in meno venduti ogni giorno (Fonte: Did High In Fat, Sugar, And Salt (HFSS) Product Placement Legislation In England Lead To Reduced HFSS Purchases? An Interrupted Time Series Analysis, Open Science Framework, 2025), con una riduzione dalla media di 20 prodotti ogni 100 articoli acquistati a 19.

Già prima delle leggi nazionali, alcune grandi catene (Tesco, Sainsbury’s, Lidl…) avevano introdotto politiche volontarie di junk-free checkouts. Un’analisi su 30.000 famiglie (Fonte: Removing sweets and crisps from supermarket checkouts linked to dramatic fall in unhealthy snack purchases, Cambridge University, 2018)

ha mostrato che queste politiche erano associate a:

  • 17% di acquisti in meno di piccoli snack non salutari portati a casa dopo l’introduzione delle regole in cassa
  • fino al 76% di snack in meno acquistati on the go (mentre si sta per uscire) da supermercati con casse senza dolciumi rispetto a quelli senza politica.

Questi dati sono tra i più forti a supporto del fatto che il divieto di snack alle casse riduce davvero gli acquisti di cibo spazzatura.

Scozia

La Scozia ha confermato nel 2025 l’introduzione di regole HFSS simili a quelle inglesi. Dal 1° ottobre 2026 saranno vietate promozioni e posizionamenti privilegiati (check-out, ingressi, fine corsie) per cibi HFSS nei negozi sopra una certa dimensione. Le norme si allineeranno a quelle già operative in Inghilterra e Galles.

I risultati sull’impatto reale arriveranno dopo l’entrata in vigore.

Stati Uniti: il caso Berkeley (California)

Nel 2021 la città di Berkeley (California) è diventata la prima al mondo ad adottare una Healthy Checkout Ordinance: alle casse dei grandi supermercati possono essere esposti solo bevande senza zuccheri aggiunti
cibi con ≤5 g di zuccheri aggiunti e ≤200 mg di sodio per porzione (frutta secca, semi, frutta fresca)

Una valutazione pubblicata nel 2024-2025 mostra che, a un anno dall’entrata in vigore:

  • prodotti a norma alle casse sono passati dal 53% all’83%
  • tra gli alimenti e bevande la quota di articoli conformi è salita dal 29% al 62%
  • le vendite di caramelle sono scese dal 30% al 6%
  • le vendite di bibite zuccherate dall’11% al 5%

Non abbiamo ancora dati solidi sulle vendite totali o su peso corporeo e salute, ma il cambiamento dell’ambiente alimentare è evidente.

La città di Perris (California) ha adottato una norma simile nel 2023, divenuta pienamente operativa nel 2024, ma i risultati sono ancora in fase di valutazione.

Paesi Bassi e altri esempi europei

Nei Paesi Bassi alcune catene hanno sperimentato casse con snack più sani (frutta secca, acqua, barrette meno zuccherate) nell’ambito di studi universitari.

Gli esperimenti mostrano che cambiare l’offerta alle casse può spostare una parte degli acquisti verso alternative più sane, ma l’effetto sulle vendite complessive è moderato e dipende molto dall’allestimento del punto vendita.

In altri Paesi europei (Germania, Francia, Italia) al 2025 non esistono divieti nazionali specifici per gli snack alle casse. Ci sono linee guida volontarie, campagne di pressione verso i supermercati e iniziative locali, ma niente di obbligatorio per legge.

Australia

In Australia non c’è una legge nazionale, ma rapporti come Inside Our Supermarkets 2024 chiedono healthy checkouts senza bibite zuccherate e dolciumi.

Ed in alcune grandi catene stanno introducendo impegni volontari, ad esempio reinterpretando le casse per famiglie con scelte più sane.

Altri casi

In Svizzera la proposta è già divenuta realtà in tutti i punti vendita della nota catena Lidl che ha introdotto la cosiddetta ‘cassa alternativa’, vale a dire una cassa priva di ‘schifezze’ poco salutari e ipercaloriche.

Grazie ad una segnaletica appositamente predisposta in ogni negozio, i clienti sono facilitati nell’individuazione della corsia di pagamento giusta dove, a completare l’offerta, ci saranno gomme da masticare senza zucchero, acqua minerale, frutta secca, altri prodotti non alimentari.

Sull’iniziativa, tutt’altro che sperimentale ma operativa a titolo definitivo, campeggia uno slogan emblematico: ‘Nessuna caramella, Nessun capriccio’.

Ci sono Paesi che hanno tolto il divieto?

Non risultano casi di veri e propri divieti alle casse abrogati.

Quello che è successo, soprattutto nel Regno Unito, è che alcune parti del pacchetto HFSS (in particolare il divieto di promozioni tipo 3×2 sui prodotti non sani) sono state rinviate o rimodulate per motivi economici e di inflazione, mentre le restrizioni di posizionamento alle casse sono rimaste in piedi

Snack, salute e sovrappeso: cosa dicono gli studi

Le politiche sulle casse nascono da un quadro più ampio.

Gli snack ultra-processati (patatine, barrette, dolci confezionati) sono spesso ricchi di zuccheri, grassi e sale e poveri di fibre. Le meta-analisi mostrano che un elevato consumo di food ultra-processati è associato a un aumento del rischio di obesità, diabete e malattie cardiovascolari.

Gli zuccheri in forma liquida, soprattutto dalle bibite zuccherate, hanno un ruolo chiave: revisioni dell’OMS e meta-analisi recenti confermano l’associazione tra consumo di SSB e aumento di peso in bambini e adulti.

Studi specifici su snack e bibite consumati a scuola o nei contesti giovanili mostrano che una maggiore frequenza di snack dolci e fritti è legata a maggiori probabilità di sovrappeso negli adolescenti.

In sintesi: non è solo il singolo snack alla cassa a fare danni, ma l’ambiente alimentare che ci spinge in continuazione verso calorie vuote.

Divieto di snack alle casse: funziona davvero?

I dati più solidi arrivano da 3 esperimenti nazionali e uno in una città sola.

1. Politiche volontarie dei supermercati (UK)

  • 17% di snack “da cassa” in meno portati a casa subito dopo l’introduzione delle politiche
  • riduzione che rimane sopra il 15% anche dopo un anno
  • 76% in meno di snack consumati on the go quando le casse sono senza dolciumi

2. Legge HFSS in Inghilterra (dal 2022)

  • prime analisi 2025: circa 2 milioni di prodotti HFSS in meno venduti al giorno nelle grandi catene;
  • quota di prodotti HFSS sul totale degli acquisti scesa da 20/100 a 19/100.+63% di prodotti “conformi” alle  casse (83% degli articoli totali)

3. Healthy Checkout Ordinance di Berkeley

  • +63% di prodotti conformi alle casse (83% degli articoli totali)
  • -79% circa di esposizioni di caramelle e forti cali per le bibite zuccherate

Limiti della legge e delle politiche volontarie dei supermercati

  • pochi studi misurano ancora peso e salute nel lungo periodo
  • c’è il rischio che le persone compensino comprando gli stessi snack in altri punti del negozio
  • i divieti alle casse da soli non bastano a cambiare un’intera dieta, ma sono una tessera del puzzle insieme a etichette più chiare, tasse sulle bevande zuccherate, educazione nutrizionale, spazi pubblici per fare attività fisica…

È la scelta migliore per una educazione alimentare sana?

A favore

  • riduce gli stimoli che nascono come trappola per bambini e adulti in un momento di particolare vulnerabilità (la fine della spesa)
  • ha un impatto concreto sugli acquisti d’impulso di snack, come mostrano i dati UK
  • è una misura strutturale, che non richiede forza di volontà individuale ogni volta: l’ambiente fa una parte del lavoro al posto nostro
  • è molto popolare: sondaggi nel Regno Unito mostrano che circa il 70% della popolazione supporta restrizioni sulle promozioni di cibi non sani in posizioni di rilievo come le casse

Contro

  • da sola non educa sul perché un prodotto sia più sano o meno
  • rischio di essere percepita come legge di uno Stato che considera i suoi cittadini come dei bambini (Nanny State), se non accompagnata da prezzi accessibili di frutta, verdura e snack salutari
  • può spostare il marketing verso altre aree del negozio (come la fine delle corsie, offerta di promozioni online), in caso di una regolazione completa

Tabella riassuntiva del divieto di vendere snack alla cassa

In sintesi i paesi e città con politiche su snack alle casse nel 2025 sono questi.

Paese / città Cosa viene limitato alla cassa Risultati principali Stato nel 2025
Inghilterra e Galles (UK) Divieto di collocare prodotti HFSS (alto contenuto di grassi, zuccheri, sale) alle casse, agli ingressi e alle estremità delle corsie nei grandi negozi. Analisi 2025: circa 2 milioni di prodotti HFSS in meno venduti al giorno; quota di HFSS sul totale acquisti scesa da 20% a 19%. In vigore dal 2022 (location); ulteriori restrizioni su promozioni in implementazione.
Scozia Divieto di promozioni e posizionamenti privilegiati (incluse casse e aree di coda) per prodotti HFSS nei supermercati sopra una certa dimensione. Nessun dato ancora: le norme entreranno in vigore dal 1° ottobre 2026. Approvato, non ancora operativo.
Berkeley (California, USA) Alle casse solo bevande senza zuccheri aggiunti e snack con bassi livelli di zuccheri e sodio (frutta, frutta secca, semi, cereali integrali). +63% di prodotti conformi alle casse; 83% delle esposizioni è conforme; forti cali di caramelle e bibite zuccherate. In vigore dal 2021, risultati ambientali positivi; studi su vendite e salute in corso.
Perris (California, USA) Norma locale ispirata a Berkeley che fissa standard nutrizionali per le casse dei grandi negozi. Valutazione in corso; per ora solo dati preliminari su maggiore presenza di prodotti conformi alle casse. In vigore dal 2024.
Paesi Bassi (progetti pilota) Casse “più sane” in alcune catene, con frutta secca, acqua e snack migliorati al posto di dolciumi. Studi sperimentali: spostamento di parte degli acquisti verso alternative più sane, ma effetto moderato. Iniziative volontarie e temporanee, non legge nazionale.
Australia (catene selezionate) Impegni volontari per rendere le casse più salutari, soprattutto nei reparti “famiglia” (meno dolciumi, più opzioni sane). Report di monitoraggio mostrano miglioramenti in alcune catene, ma grandi differenze tra supermercati. Solo politiche aziendali; nessuna legge nazionale sul checkout.
Altri Paesi europei (Italia, Francia, Germania…) Linee guida e campagne per ridurre merendine e bibite alle casse, senza divieti vincolanti. Non sono disponibili dati sistematici sull’impatto; il tema resta al centro del dibattito su obesità e marketing del cibo. Nessun divieto nazionale specifico sulle casse (2025).

Conclusione

I divieti di snack alle casse non sono una bacchetta magica, ma i dati suggeriscono che, in effetti, riducono in modo misurabile l’acquisto di junk food d’impulso. Inoltre, migliorano l’ambiente alimentare, soprattutto nei quartieri più vulnerabili, ed hanno un potenziale ruolo nel contrastare obesità e malattie metaboliche, se integrati in strategie più ampie.

Per una vera educazione alimentare sana, però, servono anche che scuola e famiglie insegnino a leggere le etichette, politiche fiscali (tasse su bibite zuccherate, sussidi a frutta e verdura), e delle campagne che rendano una scelta normale bere acqua, mangiare frutta e snack meno processati.

Quanto tempo occorrerà prima che il progetto venga preso in considerazione anche dalle nostre parti? E soprattutto, voi sareste d’accordo all’introduzione di casse junk food-free?

Altro su snack e alimenti ultra-processati

Lo sapevi che su snack e cibi ultra-processati (barrette, patatine, bibite zuccherate) ci sono molte storie interessanti da conoscere:

Ultimo aggiornamento il 28 Novembre 2025 da Rossella Vignoli

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Erika Facciolla

Giornalista pubblicista e web editor free lance. Nata nel 1980, si trasferisce a Bologna dove si laurea in Scienze della Comunicazione. Dal 2005 è pubblicista e cura una serie di collaborazioni con redazioni locali, uffici stampa e agenzie editoriali. Nel 2011 approda alla redazione di tuttogreen.it per occuparsi di bellezza e cosmetica naturale, fonti rinnovabili e medicine dolci.

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