Mangiare sano

Food sharing: come funziona, benefici e le migliori app in Italia ed Europa

Condividere il cibo aiuta a combattere lo spreco alimentare

Hai del cibo in più che rischia di finire nella spazzatura? E se qualcuno vicino potesse usarlo? Il food sharing, ma anche il food swapping, sono pratiche che trasformano gli avanzi in risorse, creando comunità locali e riducendo lo spreco. Pensatelo come un ‘mercato gratuito’ digitale: voi postate ciò che non consumate, altri lo ritirano. Nel 2025 queste iniziative non sono più un’eccezione, ma una rete attiva in molte città italiane ed europee. Vediamo insieme le app che funzionano, come partecipare e cosa sapere prima di scambiarci il frigorifero!

Food sharing: come funziona, benefici e le migliori app in Italia ed Europa

Cos’è il food sharing e come funziona

Il termine Food Sharing indica la condivisione di cibo (alimenti eccedenti, avanzi, prodotti prossimi alla scadenza) da parte di individui, negozi, ristoranti, per evitarne lo spreco alimentare.

Esiste anche il termine Food Swapping che è una modalità di scambio (baratto) tra utenti: io porto le mie eccedenze e le scambio con le tue. Così capita che un barattolo di fagioli inutilizzato venga scambiato con uno di sottaceti, una pagnotta con un pacco di farina e così via,

Entrambi funzionano tramite delle app o delle piattaforme digitali specifiche, che geolocalizzano gli oggetti disponibili, permettono di postare foto, descrizioni, quantità, orari di ritiro, chat per accordi.

Il cibo condiviso è solitamente offerto gratuitamente o mediante un pagamento simbolico (ad esempio donazione libera), non come sostituto del supermercato. L’idea alla base è la donazione, non il business.

Nato in Germania su iniziativa di Valentin Thum e Stefan Kreutzberg per dire ‘no’ allo spreco alimentare, il food sharing è diventato un fenomeno, diffuso soprattutto in rete.

Oggi, mettere a disposizione degli altri  su varie piattaforme il proprio cibo in eccedenza, è possibile in diverse città europee. Pane, paste, riso, omogeneizzati, farina, cioccolato, cereali caffè, bibite, marmellate, biscotti, frutta, latticini, carne, uova e ogni genere alimentare, viene ‘piazzato’ in rete con tanto di etichetta di tracciabilità e data di scadenza per poi essere ritirati gratuitamente da altri utenti ed evitare che finiscano nella pattumiera.

App e progetti attivi in Italia ed Europa

Ecco alcune app e iniziative attive oggi in Italia e in Europa:

App Tipologia Come funziona Dove opera in Italia Pro Limiti Costo per l’utente
Too Good To Go Invenduto di negozi-ristoranti Acquisto Magic Box con prodotti del giorno a prezzo ridotto

Ritiro in fascia oraria indicata

Diffusa nelle principali città (capoluoghi e aree metropolitane) Grande rete di partner

Risparmio rilevante

Esperienza semplice

Contenuto sorpresa

Disponibilità a fasce orarie

Non è vero “sharing” (è una vendita scontata)

Si paga il box scontata 30%–70%)
Last Minute Sotto Casa Invenduto supermercati e negozi di quartiere Allerta di offerte dell’ultimo minuto in zone vicine (pane, gastronomia, frutta) Presenza in varie città italiane

Dipende da adesioni dei negozi

Valorizza i piccoli esercenti

Forte dimensione di prossimità

Copertura disomogenea

Offerte legate all’orario di chiusura

Si paga il prodotto scontato in negozio
Bring The Food Food sharing comunitario Piattaforma per donare o recuperare eccedenze alimentari tramite punti di raccolta o associazioni Progetti e comunità locali (copertura a macchia di leopardo) Donazione vera (no vendita)

Forte impatto sociale

Serve organizzazione locale

Logistica e controlli igienici da gestire

Generalmente gratuito (idea della donazione)

E alcune app attive oggi in Europa:

Nome app / progetto Paesi operativi / città Caratteristiche distintive Limiti DELLE APP
Olio UK/Spagna Scambio gratuito tra vicini o con negozi che cedono invenduto

Vero sharing peer-to-peer

Community molto attiva dove presente

Chat e ritiro

Efficacia dipende dalla massa critica
Foodsharing.de Germania, Austria Comunità attiva di users con punti Fairteiler (dispensatori) dove lasciare cibo Richiede organizzazione locale, mantenimento dei punti

Vantaggi del sistema e limiti da considerare

Ci sono dei vantaggi indubbi in questo metodo:

  • Riduzione effettiva dello spreco alimentare: con impatti positivi ambientali (meno rifiuti, risparmio risorse)
  • Beneficio sociale: persone con bisogni possono ricevere cibo gratuitamente
  • Comunità più forte: legami tra vicini, fiducia, reti locali
  • Economico: chi offre ha meno sprechi, chi riceve risparmia su parte della spesa
  • Educativo: sensibilizzazione sul valore del cibo e su come gestire gli avanzi

I limiti del food sharing

Ma restano comunque diversi limiti ad un progetto che a volte non può funzionare:

  • Sicurezza alimentare: garantire che il cibo condiviso sia ancora consumabile, stato igienico, corretto trasporto
  • Tempistica: molti alimenti vanno ritirati rapidamente, altrimenti deperiscono
  • Copertura geografica: in aree rurali o quelle meno connesse, le app possono essere meno utili
  • Partecipazione: serve un numero di utenti attivi sufficiente perché ci siano offerte costanti
  • Logistica: chi porta il cibo, dove lasciarlo in orari prestabiliti ed in punti di scambio che siano visibili e accessibili agli altri

Consigli pratici per partecipare

Per usare queste app e iniziare a condividere il proprio cibo non mangiato, oppure prendere quello avanzato da altri, potete:

  • Scattare delle foto chiare e indicare la quantità e le condizioni, come scade tra 2 giorni
  • Specificare gli orari di ritiro preferiti
  • Preferire un cibo non deperibile o ben confezionato come pane o conserve, se sapete che non potete ritirare il cibo immediatamente
  • Verificare i regolamenti locali: alcune città richiedono permessi o norme igieniche
  • Organizzare punti fissi di raccolta come condomini, negozi, associazioni locali
  • Coinvolgere le attività commerciali vicine ed esempio bar, panetterie, supermercati

Altri casi di food sharing

Dall’altra parte dell’Oceano, il sito americano AmpleHarvest.org mette in rete tutti gli appassionati e i cultori di giardinaggio e orto urbano al fine di creare banchi alimentari solidali per ogni comunità.

L’idea è di Gary Oppenheimer, imprenditore locali dall’animo green, che ha pensato bene di connettere i 40 milioni di coltivatori urbani sparsi negli USA con i 50 milioni di cittadini che non hanno almeno un pasto caldo garantito al gorno. Il sito è già diventato un’applicazione mobile che permette ai banchi alimentari americani di richiedere i prodotti più urgenti e ai coltivatori di orti urbani di rispondere alle specifiche esigenze.

Altro sullo spreco alimentare

Scopri la lotta agli sprechi alimentari in diversi articoli:

Ultimo aggiornamento il 26 Settembre 2025 da Rossella Vignoli

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Erika Facciolla

Giornalista pubblicista e web editor free lance. Nata nel 1980, si trasferisce a Bologna dove si laurea in Scienze della Comunicazione. Dal 2005 è pubblicista e cura una serie di collaborazioni con redazioni locali, uffici stampa e agenzie editoriali. Nel 2011 approda alla redazione di tuttogreen.it per occuparsi di bellezza e cosmetica naturale, fonti rinnovabili e medicine dolci.

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