Spreco alimentare: i consigli per non sprecare cibo
I dati allarmanti e tanti preziosi consigli per contribuire ad una giusta causa
Vogliamo darvi alcuni semplici consigli contro lo spreco alimentare, perché nel mondo oggi quasi 1/3 viene buttato, generando un enorme spreco di cibo e di risorse.
Inoltre, questo è anche uno degli obiettivi principali dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile stabilita dal Parlamento dell’Unione europea. Entro quest’anno la Commissione dovrebbe adottare delle direttive che siano vincolanti per gli Stati membri. In Italia, già dal 2016, è in vigore la Legge Gadda che favorisce il recupero dei prodotti in eccedenza e la loro donazione al fine di ridurre gli sprechi.
Scopriamo qualcosa di più su questo tema importante!
Sommario
- Quali sono le cause dello spreco alimentare
- Le iniziative contro lo spreco alimentare: il recupero di cibo
- Lo spreco alimentare nel mondo: i dati
- Lo spreco alimentare nel mondo: in Italia
- La nuova legge sullo spreco alimentare
- Come evitare lo spreco alimentare: le buone pratiche
- Come riutilizzare gli sprechi alimentari
- Perché ridurre gli sprechi alimentari
- Quali sono i tre pilastri di una alimentazione sostenibile
- Le App antispreco
Provate a soffermarvi sulle abitudini quotidiane e certamente ci sarà stata una o più volte in cui avete finito con il buttare del cibo avanzato nella spazzatura. Limitare lo spreco di cibo è facile. Perché ognuno di noi deve fare la propria parte.
Secondo le stime della FAO (Food and Agricultural Organization), dell’1,3 miliardi di tonnellate di cibo all’anno prodotto, l’11% va a finire nella pattumiera, mentre il 19% si perde lungo la filiera alimentare (produzione, raccolta, trasformazione e distribuzione). Alla fine, quasi un terzo del cibo prodotto finisce con l’essere sprecato.
Quali sono le cause dello spreco alimentare
Forse non sono intuitive, ma le ragioni principali sono:
- Agricoltura. Da qui proviene l’impatto maggiore allo spreco. A causa di alcuni limiti nella conservazione e nel trasporto delle derrate alimentari, a situazioni climatiche e surplus produttivo. Anche il dover seguire delle norme e degli standard molto stringenti costringono a buttare parecchio del cibo coltivato o prodotto (pensiamo alle quote latte europee).
- Scarti. Avvengono durante i processi di trasformazione alimentare. Anche qui il vincolo principale è dato da limiti tecnici.
- Distribuzione. Errori di previsione delle scorte e degli ordini, imballaggi deteriorati e strategie di marketing sono poi i fattori che contribuiscono allo spreco alimentare nella fase distributiva.
- Consumatore. Gli sprechi di cibo domestici sono legati soprattutto all’acquisto di quantità eccessive di alimenti e ad una scarsa pianificazione domestica delle scorte. Altri fattori sono l’abituale errato calcolo delle porzioni. Oppure una conservazione sbagliata o troppo lunga.
Venditori e consumatori hanno la tendenza a scartare tutti quei prodotti che non rispondono in maniera ideale ad uno standard considerato appetibile sul mercato. Ne sono un chiaro esempio la frutta o la verdura che, seppur perfettamente commestibili, sono scartate perché leggermente più piccole della media, macchiate, un po’ ammaccate o con una forma insolita.
Un altro motivo risiede nella tendenza a non esporre (il venditore) e a non acquistare (il consumatore) i cibi prossimi alla scadenza nonostante siano ancora perfettamente consumabili.
Infine, dal punto di vista specifico della distribuzione, c’è il problema dell’invenduto.
Le iniziative contro lo spreco alimentare: il recupero di cibo
Sono sempre più diffuse le iniziative per recuperare il cibo avanzato da ristoranti, dagli hotel, dai supermercati e dalle famiglie stesse.
Si tratta di progetti virtuosi che coinvolgono giovani, associazioni, enti di tutti i tipi, sia in Italia che all’estero. Si va dalla app che ci racconta cosa rimane in negozio la sera e può essere comprato a metà prezzo, all’iniziativa di un ‘Pasto Buono che raccoglie gli avanzi dei ristoranti per darli a chi ne ha bisogno.
Tra le modalità interessanti che abbiamo visto in giro per combattere lo spreco alimentare, c’è il food sharing, la distribuzione dei resti di cibo di casa in frigo di strada, un’idea che impazza a Berlino e in Olanda. Tra le varie curiosità, infine, un condominio di Helsinki condivide il cibo: un’idea insolita, ma geniale!
In fondo si tratta solo di avere qualche accorgimento e un atteggiamento più rispettoso nei confronti del cibo.
Lo spreco alimentare nel mondo: i dati
Analizziamo alcune cifre per inquadrare meglio il fenomeno dello spreco alimentare.
In tutti i Paesi sviluppati si spreca del cibo, anche se in quantità differente.
Secondo il Food Waste Index Report 2021 dell’UNEP, il programma delle Nazioni Unite dedicato all’ambiente, ogni anno, nel Mondo si butta via il 17% del cibo coltivato, prodotto, distribuito e acquistato. Vengono sprecati 1,3 miliardi di tonnellate di cibo, pari a 1,4 milioni di ettari di terreno coltivabile dedicato a qualcosa che non verrà mai consumata. Un numero impressionante, l’equivalente necessario a nutrire il 12% della popolazione mondiale. Quando ancora oggi quasi 690 milioni di persone colpite dalla fame nel 2019.
Per il centro studi dell’Osservatorio internazionale di Waste Watcher/Spreco Zero i Paesi più spreconi sono gli Stati Uniti e la Cina, che buttano via rispettivamente 1.338 gr e 1.154 gr procapite di alimenti che potrebbero essere ancora mangiati. Mentre i più virtuosi sono Sudafrica e Giappone, che sprecano ogni settimana solo 324 gr e 362 gr.
Ma anche Canada e Russia non scherzano. In Europa le cose non sono di tanto migliori. Stando ai dati forniti dall’European Information Council, ogni anno, l’UE spreca 88 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari.
Tra i Paesi emergenti, oltre la Cina, altri stanno aumentando esponenzialmente la loro quota, che oggi è del 10%, e tutto lascia pensare che raggiungerà livelli europei a breve.
Ridurli limiterebbe le emissioni di gas serra, rallenterebbe la distruzione della natura limitando il land grabbing verso l’agricoltura, aumenterebbe la disponibilità di cibo, riducendo la fame nel Mondo.
Lo spreco alimentare nel mondo: in Italia
Secondo stime dell’Osservatorio internazionale di Waste Watcher/Spreco Zero, in Italia vengono buttati 595 gr di cibo settimanalmente per persona, ciò significa che ogni italiano spreca ben 27 kg di cibo all’anno! E questo costa alle tasche del Bel Paese ben 9,2 miliardi di euro. Anche se questo dato è migliora del 12% rispetto al 2021.
Solo in Italia il totale dello spreco equivale a 6,6 milioni di tonnellate che ogni anno finiscono nel cassonetto. Potrebbero nutrire 17,6 milioni di persone, quasi un terzo della popolazione italiana. Queste sono quantità impressionanti, in un Paese come il nostro, dove nel 2022 più di 2,5 milioni di persone faticano a fare tutti i pasti quotidiani regolarmente ed il 9,4% è in condizione di povertà.
Nel dettaglio, secondo varie ricerche, gli italiani sprecano:
- 1 kg l’anno di frutta, in cui primeggiano insalata, verdure, aglio e cipolle
- 1 kg di pane
A generare più sprechi sarebbero i single e le famiglie senza figli, che gettano nell’immondizia il 38% in più rispetto alla media italiana.
La nuova legge sullo spreco alimentare
Il problema è diventato così rilevante da meritare la tanto attesa legge: la 19/08/2016 n° 166 è stata concepita appunto per contrastare il fenomeno, intitolata “Disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi”.
La legge facilita il recupero e la donazione di beni alimentari (ma anche farmaceutici) a favore di soggetti attivi nella sfera della solidarietà. Che non operano cioè con scopi di lucro.
Le eccedenze alimentari raccolte in tal modo vanno destinate in via prioritaria al consumo da parte degli indigenti. I prodotti non più commestibili vanno invece destinati ad animali (se idonei) o a compostaggio.
La legge prevede anche che il Ministero della Salute emani regolamenti specifici per gli enti gestori di mense (scolastiche, ospedaliere o aziendali che siano) al fine di coinvolgerli nella lotta allo spreco alimentare.
E i vantaggi? Per incentivare chi dona agli indigenti, i Comuni potranno applicare una riduzione della TARI proporzionata alla quantità, opportunamente certificata, delle eccedenze alimentari tolte dalla vendita e donate.
Come evitare lo spreco alimentare: le buone pratiche
Ogni individuo può sentirsi personalmente responsabile del destino degli alimenti che acquista, preoccupandosi di non favorire questa tendenza negativa verso lo sperpero.
Ecco allora alcuni utili consigli per cercare di evitare lo sperpero di alimenti:
- Check up della dispensa e del frigo. Verificare attentamente cosa occorre comprare. Pertanto è utile fare una perlustrazione nel frigo ed in dispensa, al fine di non acquistare altri articoli già presenti in casa. La verifica andrà fatta di tanto in tanto per non lasciar accumulare cibi dello stesso tipo, che rischiano di scadere e finire nella spazzatura.
- Rotazione e ordine. È bene mantenere scaffali, frigorifero e freezer ordinati e applicare una periodica rotazione per far avanzare quelli con la scadenza più prossima.
- Organizzare la spesa. Dopo la verifica per non comprare cibi superflui o già presenti in casa, si può procedere con la spesa, che va attentamente pianificata, pensando alle esigenze nel breve termine. Un ottimo stratagemma consiste nel compilare un’accurata lista della spesa, da aggiornare man mano che cio si accorge che manca un ingrediente. Questo è deterrente anche contro l’acquisto d’impulso, che porta nel carrello articoli non indispensabili, avvistati sugli scaffali.
- Regalare il cibo in eccesso. Quando, per varie circostanze (partenze o mancato consumo), ci si accorge di non riuscire a consumare il cibo in scadenza, si potrebbe regalarlo a chi potrà utilizzarlo. In mancanza di parenti, conoscenti o vicini di casa, si può sempre optare per i siti di raccolta del Banco Alimentare o usare app specifiche per questo obiettivo.
- Organizzare frigorifero e dispensa in maniera strategica. Una delle principali cause dello spreco alimentare è la scadenza degli alimenti,. Fondamentale è sistemarli nel frigorifero o nella dispensa in maniera intelligente, ovvero, mettendo davanti e nei ripiani centrali, ‘a portata d’occhio’, quelli più vicini alla data di scadenza.
- Conservare bene gli alimenti. La facilità con cui si spreca il cibo è spesso dovuta ad una conservazione errata. Occorre cercare di organizzare gli alimenti facendo attenzione a quelli più facilmente deperibili, che se non sono consumati subito, sarebbe meglio cucinare e congelare. Sono infatti quelli a maggior rischio di eliminazione. È importante leggere bene le etichette. Insieme alla data di scadenza, indicano quali siano le condizioni migliori per riporre quell’alimento.
- Riutilizzare alcuni rifiuti. Si possono riutilizzare anche alcuni avanzi, invece di finire nella pattumiera. Ad esempio, il limone è utile per l’igiene di alcune superfici casalinghe. Oppure i fondi di caffè sono ottimi tra per fertilizzare il terreno del vostro orto in casa. I gusci d’uovo servono per allontanare le lumache dall’orto.
- Non esagerare. Sia a casa quando si cucina che al ristorante quando si ordina, meglio non esagerare con le porzioni. Soprattutto se si è fuori e non si ha idea di quanto abbondanti siano le razioni, è meglio limitarsi, magari dividendo la portata con un altro commensale e poi, eventualmente, ordinare qualcos’altro. Rimandare indietro i piatti mezzi pieni, oltre ad essere uno spreco, è anche segno di non aver apprezzato.
- Preferire i prodotti di stagione e a Km0. Comprare prodotti locali vuol dire sostenere piccole imprese, spesso a conduzione familiare, appartenenti alla propria comunità. Frutta e verdura di stagione sono freschi e aiutano ad abbattere l’inquinamento, perché riducono moltissimo le distanze per le consegne.
- Scegliere il pesce con accortezza. Oltre a saper riconoscere il pesce fresco, occorre prediligere quello catturato o allevato secondo metodi sostenibili, certificato o dotato di marchio di qualità ecologica. Meglio prediligere il consumo delle specie più abbondanti in natura, come ad esempio l’aringa e lo sgombro, invece che di quelle a rischio di sovrasfruttamento, come il tonno e il merluzzo.
- Non farsi ingannare dalle apparenze. Se un frutto è ormai troppo maturo o presenta un’ammaccatura, non significa che non sia più edibile. Anziché consumarlo fresco al naturale, usiamolo ad esempio per fare dei frullati o degli smoothies. La polpa di mele, pere banane e altri frutti è perfetta nell’impasto di torte e dolci. In caso di ortaggi, sfruttiamoli aggiungendoli in zuppe, minestre e vellutate. E pure nelle polpette
- Non esagerare con le porzioni a tavola. Per scongiurare lo spreco alimentare è bene anche abituarsi a ridurre la quantità di cibo nel piatto. In questo modo avremo un occhio di riguardo non solo per la linea. Ma ci riserveremo la possibilità di fare un ‘bis’ il giorno successivo con la porzione conservata.
- Sfruttare il congelatore. Fare porzioni singole dei cibi freschi non ancora consumati, i più deperibili, e degli avanzi, e conservarli nel congelatore.
- Utilizzare la tecnica del sottovuoto. Si tratta di un servizio che ormai offrono parecchi supermercati, ad esempio al banco freschi per sigillare affettati e formaggi. In alternativa, è anche possibile fare da sé, acquistando il macchinario apposito da tenere in casa e usare al bisogno.
- Compostaggio. Riutilizzare il cibo ‘andato a male’, ma anche gli avanzi ed i residui dopo aver lavato, mondato e tagliato le verdure e la frutta, per fare il compost. Il cibo diventerà terriccio per piante, fiori ed orto.
Come riutilizzare gli sprechi alimentari
Il riciclo degli avanzi è la base dell’economia domestica. Le nostre nonne hanno tanto da insegnarci a tal proposito! Se pensi che l’arte del riciclo in cucina consista nell’impastare polpette, ti sbagli di grosso.
E ancora di più ti sbagli se credi che il risultato sia un piatto triste e povero. Riutilizzare gli avanzi in cucina significa cucinare qualcosa di sano e che, spesso, si rifà alle tradizioni culinarie regionali.
Ecco alcune idee e consigli su come riutilizzare il cibo avanzato.
- Pasta cotta: frittata di pasta, timballo o pasta al forno
- Riso cotto: timballo o arancini
- Carne cotta: polpettine da cuocere al forno o in padella magari con un bel sughetto di pomodoro
- Verdure cotte: zuppe, minestroni e vellutate. Purè e gateaux
- Legumi e verdure cotte: burger vegetali
- Scarti di ortaggi (gambi, foglie, torsoli…): brodo vegetale
- Banane troppo mature: biscotti con l’avena e le gocce di cioccolato e il banana bread, morbido plum-cake alla banana che risulta perfetto proprio se preparato con banane nere e molli
- Piccoli avanzi di salumi e formaggi: aggiungi un uovo ed ecco la farcitura classica per una torta salata, la ricetta salvacena e svuofrigo per eccellenza. Ecco perché bisognerebbe sempre tenere in frigorifero un rotolo di pastasfoglia o di pasta brisèe da srotolare all’occorrenza
- Patate vecchie o già lessate: pasta e patate, gateaux, frittata
- Pane raffermo: bruschette, crostini e pangrattato per il versante salato. Ma il pane raffermo avanzato può essere l’ingrediente base per una semplice quanto golosa torta di pane. Facile da realizzare, il pane si usa al posto della farina; dopodiché, unendo latte, uova, zucchero e cacao, ecco una morbida torta al cioccolato
- Latte e yogurt prossimi alla scadenza: torte e impasto per dolci, tipo muffin e ciambellone
- Torta avanzata ormai secca e rafferma: impastare nuovamente ammorbidendo il tutto con un goccio di latte e arricchire con marmellata o crema di nocciole. Creare quindi delle palline da cospargere di codette di zucchero o scaglie di cioccolato. Inserire in uno stecco ed ecco dei cake pops, ovvero dei mini dolcetti da gustare come se fossero lecca-lecca
- Briciole di biscotti e fette biscottate: la base per realizzare tanti altri dolci come la base per cheesecake, il salame di cioccolato o da cospargere su creme, gelati e dessert al cucchiaio come granella croccante
Quali sono le ricette per riutilizzare gli avanzi?
Avanzi o ingredienti sfusi possono del resto talvolta rappresentare gli elementi ideali per dare sfogo alla propria creatività ed inventare ricette innovative, gustose ed originali scongiurando anche il rischio di aumentare il volume dell’immondizia.
Se volete contribuire a diminuire lo spreco di cibo, ecco le nostre gustose ricette con gli avanzi con un occhio ai vegetariani:
- 10 ricette per riutilizzare gli avanzi
- 3 ricette con avanzi di polenta
- 3 ricette con avanzi di riso dal risotto avanzato
- ricetta della pappa al pomodoro
- 3 ricette con avanzi di formaggio
- biscotti morbidi con la buccia di mela
- 3 ricette con pane secco
- ricetta con avanzi di pandoro
- 3 ricette con avanzi di biscotti
Perché ridurre gli sprechi alimentari
Lo spreco di cibo è responsabile sia di emissioni che di una sempre maggiore deforestazione che conduce ad una grossa perdita in termini di biodiversità.
Quali sono i tre pilastri di una alimentazione sostenibile
- Consumare meno cibo
- Sprecare meno alimenti
- Preferire i prodotti vegetali rispetto a quelli di origine animale
Le App antispreco
La tecnologia ci viene ormai in aiuto in qualsiasi ambito. Esistono infatti App che possono mettere in connessione i vicini, sia tra di loro che con le imprese locali, così che gli alimenti in eccesso e ancora utilizzabili possano venire condivisi.
Ecco alcune di queste App:
- Too Good to Go: mette in comunicazione le persone con ristoranti e negozi che abbiano del cibo invenduto
- Fridgely-Food Tracker: ti avvisa quando si avvicina la data di scadenza dei tuoi alimenti e ti suggerisce delle ricette per cunsumarli
- Yo No Desperdicio (Spagna): luogo di scambio locale di cibo.
- Afgeprijsd (Paesi Bassi)
- Food Loop (Germania)
- YourLocal (Danimarca)
- Food Cloud (Irlanda): ridistribuzione di cibo in eccesso dall’industria alimentare alle Onlus
Buongiorno,
una delle pratiche più efficaci e semplici per ridurre lo spreco alimentare è: SCRIVERE IN CARATTERI GRANDI LA DATA DI SCADENZA SULLE CONFEZIONI! Questo fondamentale dato è spesso difficile da trovare, in particolare per le persione anziane che non vedono bene da vicino. lo lo riscrivo a mano con il pennarello indelebile su ogni confezione che acquisto, ma ci vorrebbe una norma che lo imponesse all’industria europea.
Luigi.