Mangiare sano

Tassare le bibite gassate in lattina e cibo-spazzatura, si o no?

Voi che ne pensate di questa iniziativa per scoraggiare il consumo di bibite e junk food?

Apriamo una riflessione: è giusto per voi tassare le bibite gassate in lattina e cibo-spazzatura?

Tassare le bibite gassate in lattina e cibo-spazzatura, si o no?

Viviamo in una paese che è la patria del buon mangiare e della dieta mediterranea, la più equilibrata tra tutte, questa è l’immagine dell’Italia che resiste nel mondo, ma ad un occhio più attento si nota come abbiamo guadagnato la scena nuove abitudini, come i cibi precotti o il junk food, e le bibite gassate.

Sono alimenti dall’elevato contenuto calorico, ricche di grassi e carboidrati, poco costose e veloci da consumare. Spesso arriva una proposta di legge per limitarne la diffusione. In particolare tassare le bibite gassate in lattina e il cibo-spazzatura sembra essere quella più probabile, di cui se ne parla sempre di più e che in alcuni Paesi è già realtà. Secondo voi è giusto?

Bibite gassate in lattina e cibo-spazzatura non fanno bene alla salute

È notorio che le bibite gassate e cibi come hamburger, patatine fritte, dolciumi e snack salati, non fanno bene alla salute. L’elevato contenuto di zuccheri di questi alimenti, spesso sotto forma di sciroppo di glucosio o di mais ed un elevato contenuto di fruttosio innescano alla lunga una resistenza all’insulina, con il rischio di sviluppare diabete di tipo 2, e contribuiscono all’aumento di peso.

Sono cibi con alte calorie ma scarsi valori nutrizionali essenziali come vitamine, minerali, fibre e proteine. Forniscono invece quelle che si chiamano calorie vuote, prive di nutrienti importanti per la salute.

Inoltre, molti cibi-spazzatura hanno un alto tenore di grassi trans e grassi saturi, che possono aumentare i livelli di colesterolo LDL ed aumentano il rischio di malattie cardiovascolari.

Spesso contengono anche molto sale, ed un eccesso di sodio contribuisce all’ipertensione.

Numerosi studi hanno poi evidenziato come il potere saziante e dissetante di questi alimenti e soft drink sia basso, con un consumo eccessivo di calorie.

Alcuni studi hanno anche trovato una dipendenza da questi cibi a causa del loro elevato contenuto di zuccheri, grassi e sale, che attivano i centri del piacere nel cervello.

Un consumo eccessivo di bibite gassate e junk food può dunque avere gravi conseguenze sulla salute, sul lungo termine, e comporta problemi quali sovrappeso fino all’obesità, diabete e malattie cardiovascolari. Ed è quindi evidente che l’alimentazione influenza la nostra salute.

Per questo si privilegia una dieta equilibrata, limitata a pochi grassi e insaturi, come l’olio d’oliva, e ad un elevato consumo di fibre, e cibi proteici e vitaminici con basse calorie, quali frutta e verdura, e l’assunzione limitata di carne e pesce per le loro proteine.

Tassare le bibite gassate in lattina e cibo-spazzatura, si o no?

Sono bevande che nuocciono alla salute e all’ambiente, perché le lattine di alluminio (e con esse le bottigliette) sono tutti rifiuti che devono essere smaltiti, ma se raccolti in modo differenziato possono essere riciclati perfettamente.

Secondo il Ministero della Salute, le abitudini al consumo di cibi-spazzatura e soft drink da parte degli italiani rappresenta un costo sociale e sanitario: nel Belpaese si contano 20 milioni di persone sovrappeso, pari al 33% della popolazione, e 6,5 milioni di obesi patologici.

La tassa sulle bevande zuccherate in Italia

In Italia è stata introdotta una tassa sulle bevande analcoliche con zuccheri aggiunti, comunemente chiamata sugar tax dall’1 gennaio 2022 ma che al momento dovrebbe attivarsi il 1 luglio 2024, perchè rinviata, con l’intento di ridurre l’obesità e migliorare la salute pubblica. Per questo i proventi della tassa sono destinati al finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale.

La tassa è pari a 0,10 euro per ogni 100 l di bevanda, con zuccheri aggiunti superiori a 5 gr per 100 ml. E si applica sia alle bevande confezionate che a quelle alla spina. Questo significa che una lattina da 330 ml ha avuto un incremento di 0,00033 centesimi. Una cifra ridicola che non ha nessun impatto sul consumatore, ma solo sul produttore. Si stima comunque di arrivare a 250 milioni di entrate fino al 2025.

Sono coinvolti sia succhi di frutta, che bevande gassate, sciroppi ed energy drink, dal momento che contengono zuccheri aggiunti. Sono invece escluse le bevande con edulcoranti artificiali, latte e derivati, ed il latte vegetale.

Tassare le bibite gassate in lattina e cibo-spazzatura

Morale della favola? La proposta di legge era di tassare merendine e snack, insieme a superalcoolici e bibite gasate e zuccherate, per farle costare di più.

Escludendo birra e vino, sia grappa che vodka avrebbero dovuto avere 50 centesimi di euro in più; succhi di frutta, thé freddo e tutte le altre bibite zuccherate aumenteranno invece di 2 centesimi e mezzo a lattina.

I gestori di bar e ristoranti possono stare tranquilli. Questo balzello, non ha portato a diminuire le vendite di bibite gassate, la tassa è troppo lieve e la legge difficilmente centrerà l’obiettivo di limitare un comportamento scorretto, soprattutto nel campo alimentare.

La tassa sulle bevande gassate nel Mondo

Questa tassa è già in vigore in diversi paesi del Mondo, con l’obiettivo di scoraggiarne il consumo e ridurre i relativi impatti sulla salute pubblica. Ecco come l’hanno adottata alcuni Paesi:

  • Messico: nel 2014 è stata introdotta una tassa sulle bevande gassate pari a 1 peso messicano (circa 0,05 euro) per litro con l‘obiettivo di ridurre i livelli di obesità e diabete nel paese, essendo il Messico uno dei paesi con i più alti tassi di consumo di bevande zuccherate.
  • Ungheria: dal 2011 è applicata una “tassa sulle bibite” (Közterhet Terhelő Termékek Adója) sui prodotti ad alto contenuto di zucchero, tra cui le bevande gassate. L’aliquota è di 7 fiorini ungheresi (circa 0,02 euro) per litro di bevanda.
  • Berkeley, California (USA), nel 2014 la città di Berkeley ha introdotto una tassa sulle bevande zuccherate pari a 1 centesimo di dollaro per oncia (circa 0,03 euro per litro). È stata la prima città americana ad adottare una tassa simile.
  • Città del Messico, Messico: nel 2020 la capitale messicana ha approvato una tassa sulle bevande zuccherate pari a 1 peso messicano (circa 0,05 euro) per litro che si applica sia alle bibite gassate che a quelle non alcoliche con zuccheri aggiunti ed è in aggiunta a quella nazionale.
  • Regno Unito: nel 2018 è stata introdotta la Soft Drinks Industry Levy, una tassa sulle bevande zuccherate che varia da 18 a 24 pence per litro (pari a circa 0,20-0,27 euro).

Le tasse sul cibo-spazzatura nel Mondo

In diversi paesi sono state introdotte tasse o sovrattasse sui cosiddetti cibi spazzatura, noti anche come junk food, con l’obiettivo di limitarne il consumo e promuovere scelte alimentari più sane. Ecco alcuni esempi:

  • Danimarca: dal 2011 al 2012 è stata sperimentata una fat tax sui prodotti alimentari contenenti più di 2,3 gr di acidi grassi saturi per 100 gr. La tassa era di 16 corone danesi (circa 2,15 euro) per chilogrammo di grasso saturo. Non è stata pèiù reintrodotta.
  • Ungheria: dal 2011 si applica una”tassa sulle bibite ed i prodotti alimentari ad alto contenuto di zucchero, sale e caffeina, tra cui merendine, snack salati e bevande zuccherate. L’aliquota varia da 5 a 250 fiorini ungheresi (circa 0,01-0,70 euro) per chilogrammo o litro.
  • Francia: dal 2012 è in vigore una tassa sulle bevande con zuccheri aggiunti o edulcoranti pari a 0,16 euro per litro che è valida anche per alcune categorie di prodotti alimentari trasformati come barrette, gelati e dessert.

Queste tasse mirano a ridurre il consumo di bevande gassate e zuccherate, incentivando scelte più salutari da parte dei consumatori e generando entrate per finanziare programmi di prevenzione e cura di patologie legate all’eccesso di zucchero. E voi, che ne pensate?

Misure alternative alla tassa sulle bevante gassate

Diversi Governi hanno introdotto misure come l’etichettatura nutrizionale obbligatoria sui prodotti alimentari e bevande con lo scopo di attrarre l’attenzione sulle loro scarse caratteristiche nutrizionali, soprattutto per i genitori che le acquistano per i figli.

Sono state anche emanate linee-guida e regolamenti per limitare la pubblicità e la vendita di cibi e bevande dannosi per la salute, e limitati i distributori automatici di snack e junk food, soprattutto nelle scuole.

In effetti, finora, le tasse imposte su bevande gassate e cibo-spazzatura non si sono dimostrate efficaci, oppure non sono state promulgate per l’opposizione dei produttori e dei commercianti.

Altre informazioni sui cibi sani

Leggi anche questi articoli sulle abitudini alimentari sane:

Articoli correlati

2 Commenti

  1. io invece credo che l’iniziativa sia molto interessante perchè – è bene chiarirlo subito – noi siamo ciò che mangiamo! per troppo tempo (decenni) la medicina ufficiale ha taciuto sui danni provocati da certo cibo, non solo ma anche taciuto sulle giuste quantità che si dovrebbero “incamerare”!
    le abitudini alimentari nate e cresciute senza avere la minima conoscenza del significato di nutrizione hanno prodotto nel migliore dei casi gente obesa, nel peggiore gente…morta!
    quindi un’iniziativa che ha il merito, se non altro, di far rilfettere su ciò che ingurgitiamo è lodevole.
    mi aspetto adesso che qualcuno parli chiaramente anche di cibi animali e del limite al loro consumo.
    ovvio che i commercianti saranno contrari visto che sono loro a vendere molto spesso delle schifezze nutrizionali!!!!

  2. Non credo la tassazione servirà molto ad influenzare i consumi, visto che già oggi la gente compra le merendine al posto di farsi un economico panino con la marmellata. Io tasserei invece il fatto che le lattine sono reciclabili, ma il reciclaggio costa molto di più del riuso.

    In Danimarca, forse ancora oggi, le lattine sono proibite… ed in giro non vedi mai contenitori (bottiglie) abbandonati perché il “vuoto” si paga caro e tutti lo rendono.

    Ora la commissione europea sta obbligando la Danimarca all’uso delle lattine perché il suo blocco non è compatibile con le direttive europee del packaging (ovviamente ci saranno le solite industrie alimentari che fanno pressione) secondo le quali le lattine vanno bene perché sono reciclabili.

    Va bene, allora recicliamole, ma facciamo pagare 1 euro di vuoto anche per le lattine e obblighiamo la gente alla restituzione, altrimenti quelle che finiscono nei fossi saranno anche reciclabili, ma non vengono riciclate affatto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Pulsante per tornare all'inizio