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Alberi e clima: crescono più velocemente per il global warming

Che tipo di legame esiste tra alberi e clima? Stretto, diremmo tutti, e probabilmente ci si aspetterebbe che il global warming e l’aumento di CO2 nell’atmosfera abbiano ripercussioni negative sulla crescita delle piante. Vero, ma solo in parte, perché a quanto pare questi eventi stanno determinando un’impennata record dei ritmi di crescita di molte varietà di alberi del Pianeta.

Alberi e clima: crescono più velocemente per il global warming

La notizia è curiosa e merita di essere approfondita poiché sembrerebbe far luce su un aspetto apparentemente positivo degli effetti indotti dal cambiamento climatico.
Ma cerchiamo di vederci chiaro.

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Recenti studi commissionati dall’Unione Europea nell’ambito del progetto BACCARA hanno dimostrato che la crescita degli alberi, sia in termini dimensionali che di produttività, sembra essere direttamente proporzionale all’aumento della temperatura terrestre e alla conseguente maggiore disponibilità di acqua. La crescita spontanea e significativa degli alberi avrebbe impatti positivi anche sulla produttività forestale (+24%), dunque potrebbe massimizzare la resa delle foreste, ottimizzare la loro gestione e migliorare la diversità funzionale delle foreste miste.

Un altro studio pubblicato dall’autorevole rivista Nature Communications ha analizzato e comparato i dati provenienti da 140 anni di osservazioni e analisi effettuati sui siti più antichi e importanti di specie arboree del mondo.

Incrociando i dati raccolti, i ricercatori hanno osservato che dal 1960 ad oggi gli alberi sono cresciuti molto più rapidamente per cause direttamente connesse all’aumento delle temperature e delle stagioni di crescita, oltre che a un presunto aumento dei livelli di biossido di carbonio e azoto nell’atmosfera.

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L’ipotesi che cambiamento climatico e super-crescita degli alberi siano strettamente connessi è avvalorata anche da un terzo studio, quello condotto dagli esperti dello Smithsonian Environmental Research Centre, che hanno monitorato lo sviluppo di 55 esemplari di diverse specie e confrontato i trend con quelli registrati negli ultimi 100 anni.

Da due decenni a questa parte, da quando cioè gli effetti del global warming si sono fatti più pesanti, si verifica di fatto un significativo aumento del ritmo di crescita degli alberi e un intensificarsi del processo di fotosintesi che determina riduzione della concentrazione nell’aria di CO2, compensando in parte l’aumento di CO2 in atmosfera.

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Dunque l’altro lato della medaglia c’è ed è fin troppo evidente: da una parte, i danni causati dai lunghi periodi di siccità e dalla moltiplicazione di organismi infestanti e da patogeni forestali rimangono comunque i principali fattori di mortalità precoce delle piante. Non tutti gli alberi, inoltre, traggono beneficio dall’aumento delle concentrazioni di CO2 nell’aria.

Per concludere – come gli stessi ricercatori fanno notare – il fenomeno non può essere considerato positivo o determinante per ristabilire l’equilibrio perduto sulla terra né potrà invertire in alcun modo il pericoloso processo auto-distruttivo che il global warming (causato sopratutto dall’inquinamento umano) ha ormai innescato.

Erika Facciolla

Giornalista pubblicista e web editor free lance. Nata nel 1980, si trasferisce a Bologna dove si laurea in Scienze della Comunicazione. Dal 2005 è pubblicista e cura una serie di collaborazioni con redazioni locali, uffici stampa e agenzie editoriali. Nel 2011 approda alla redazione di tuttogreen.it per occuparsi di bellezza e cosmetica naturale, fonti rinnovabili e medicine dolci.

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