Spesa biologica

Alimenti scaduti: l’etichetta cambia colore quando il cibo va a male

Dalla Cina arrivano gli smart tag”, ossia le etichette intelligenti per segnalare gli alimenti scaduti o deteriorati senza dover aprire le confezioni.

Alimenti scaduti: l’etichetta cambia colore quando il cibo va a male

Questi interessanti ritrovati, frutto della ricerca condotta da Chao Zhang dell’Università di Pechino, sono stati presentati al meeting nazionale dell’American Chemical Society tenutosi a Dallas ed hanno trovato spazio sulle colonne della rivista della stessa società, denominata“ACS Nano”.

Secondo gli scienziati cinesi, queste etichette a base di gel, della dimensione di un chicco di mais, costeranno solo pochi centesimi e potranno essere adottate per tutti i contenitori di cibo e perfino medicine, semplicemente attaccandole alle confezioni. Il loro graduale cambiamento di colore, dal rosso che indica la freschezza del prodotto, passando per l’arancione ed il giallo fino al verde, che invece segnala il suo deterioramento, permetterà ai clienti di esser sempre informati sulla genuinità o meno degli alimenti, aiutandoli nelle loro scelte durante la spesa quotidiana.

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Ma come funzionano effettivamente questi smart tag? Non si tratta altro che di minuscoli composti di oro e di argento, chiamati nanorod,  (micro-asticelle) che contengono vitamina C, acido acetico e lattico ed un addensante naturale, l’agar agar; questi elementi reagiscono proprio con le mini-asticelle, facendogli cambiare colore.

I ricercatori hanno sperimentato queste etichette ponendole su un contenitore di latte esposto a diverse temperature ed all’azione di vari batteri, fino a farlo deteriorare. «Abbiamo sincronizzato con successo, alle varie temperature, il processo di evoluzione chimica nello smart tag con quello di crescita microbica nel latte», ha dichiarato Zhang alla Cbs, assicurando sull’affidabilità di questo congegno che riuscirebbe a indicare la qualità dei prodotti alimentari senza dover aprire le confezioni o assaggiarli.

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Intanto la ricerca va avanti, perché vi sono altri fattori quali un trasporto inadeguato dei cibi od una loro non corretta conservazione che potrebbero influire sul cambio di colore delle etichette, senza esser legati ad un effettivo deterioramento dei prodotti. Anche in Europa sono da tempo in corso degli studi per riuscire ad ottenere dei sensori in grado di rilevare la qualità degli alimenti.

Molto attiva è la Scozia, dove a Glasgow si sta lavorando ad un involucro in “plastica intelligente” in grado di rilevare ‘informazioni’ dal contenuto, mentre alla UWY Technology di Edimburgo la ricerca si è concentrata su un sistema codificato di etichette colorate. In Italia si sta occupando di queste tematiche l’Enea, che sta approntando dei biosensori al fine di individuare la presenza di batteri nei cereali e nel cioccolato.

Tutti questi sforzi messi in campo fanno dunque presagire che in futuro non saremo unicamente legati alle date di scadenza per avere certezze sulla qualità dei prodotti alimentari. Presto, le etichette e sensori posti dei contenitori potrebbero essere molto più utili.

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