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Che forma ha la luna? Non è rotonda come si pensa

Che forma ha la luna, visto che la rotondità è solo un’apparenza? Un gruppo di scienziati dell’Università della California ha scoperto che è più vicina a quella di un limone, per il fatto che si presenta schiacciata e rigonfia al centro, con due bitorzoli all’altezza dell’equatore.

Che forma ha la luna vermente ce lo dice uno studio dell’Università della California, con sede a Santa Cruz. Il team, diertto da Ian Garrick-Bethel, ha scoperto che in un periodo lontano 4,5-4 miliardi di anni fa, l’Andeano, la superficie terreste fu profondamente modificata dai continui impatti degli asteroidi, mentre la Luna non era ancora solida e si configurava come un oceano di roccia fusa, malleabile, viscosa e caldissima.

Che forma ha la luna? Non è rotonda come si pensa

Il satellite fu quindi profondamente modificato sia per effetto della rotazione su se stesso e intorno alla Terra, che per l’intensa attrazione di tipo gravitazionale esercitata da quest’ultima, in virtù della sua maggior grandezza.

Ruotando su se stessa, la Luna ha assunto una forma schiacciata dall’alto in basso e rigonfia all’equatore, mentre girando intorno alla Terra, a causa della gravità ha formato due bitorzoli, uno rivolto verso il nostro pianeta e l’altro in direzione opposta. Quando il satellite non era ancora solido, quindi, la forza centrifuga e quella generata dall’attrazione terrestre hanno condizionato la sua forma, confermando un’ipotesi avanzata dagli astronomi già nel 1898.

Questo processo ha assottigliato la cresta in prossimità dei poli e l’ha ispessita lungo l’equatore, fino a quando il compiuto raffreddamento della Luna ha definitivamente consolidato tali cambiamenti e bloccato ulteriori modifiche.

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Quello che è successo è spiegato con parole semplici da Ian Garrick-Bethel, nello studio pubblicato sull’autorevole rivista scientifica Nature: «Immaginiamo un palloncino d’acqua che ruota su se stesso: l’effetto della forza centrifuga è di appiattire i poli e rigonfiare la zona equatoriale. Consideriamo ora anche l’attrazione gravitazionale della Terra, che tende a produrre un’ulteriore deformazione, ovvero un rigonfiamento verso il nostro pianeta e uno dalla parte opposta; l’effetto complessivo è una forma a limone, con l’asse longitudinale che punta verso la Terra».

che forma ha la luna
Sembra rotonda: ma che forma ha la Luna veramente? Diversa da quella che si crede

Con questo prezioso documento i ricercatori californiani hanno sviluppato e perfezionato lo studio pubblicato nel 2010, riuscendo a combinare tra loro gli effetti delle due forze di rotazione e non lasciandosi ingannare dai crateri che si sono formati sulla crosta lunare in seguito a successivi impatti, che non modificano la forma complessiva della Luna ma rendono più difficili i calcoli per chi osserva dalla Terra, ossia da ben 400mila Km di distanza.

La recente ricerca ha inoltre rivelato un’altra importante scoperta. L’asse longitudinale della Luna si è inclinato di circa 32° rispetto alla direzione originale, ciò vuol dire che nel corso di miliardi di anni la faccia lunare mostrata alla Terra si è leggermente modificata. Gli scienziati son giunti a tali conclusioni dopo aver trovato nuovi elementi di accordo con i dati sperimentali della Luna, soprattutto per quel che riguarda la forma del campo gravitazione che essa produce.

«Cambiamenti nella distribuzione di massa hanno modificato l’orientamento della luna – spiega Ian Garrick-Bethel – i crateri hanno rimosso alcune masse e ci sono state anche variazioni interne, molto probabilmente correlate al periodo in cui la Luna divenne vulcanicamente attiva». I dettagli e i tempi di questi processi restano però ancora sconosciuti.

In conclusione, questo studio aiuta a comprendere le origini della Luna, la sua evoluzione orbitale ed il suo attuale orientamento nello spazio, rivelando interessanti particolari sull’affascinante e misteriosa storia di questo satellite, che da sempre ispira artisti e poeti. Tali risultati potrebbero inoltre aiutare a ricostruire le vicende evolutive di pianeti lontani, poiché, sostiene Garrick-Bethel: «Le forze di marea sono praticamente ubique. Le ritroviamo ovunque nella nostra galassia. È per questo motivo che è così importante comprendere appieno processi di questo tipo». Qual migliore invito per i giovani scienziati?

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