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Come succede ai RAEE in Italia? Ce lo dice il quinto rapporto annuale

I Raee, ovvero i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, sono un comparto con il quale sempre di più negli ultimi si è dovuto fare i conti, parallelamente alla massiccia penetrazione della tecnologia nella vita di tutti i giorni. Se entrare in possesso di dispositivi elettrici ed elettronici è oggi semplicissimo, lo stesso non si può dire per il loro smaltimento, che deve avvenire secondo specifiche procedure. Per questo è nato, sei anni fa, il sistema nazionale di gestione e smaltimento di questo tipo di rifiuti.

Come succede ai RAEE in Italia? Ce lo dice il quinto rapporto annuale

L’andamento e l’efficacia di tale centro di coordinamento sono dettagliatamente fotografati dal V Rapporto annuale recentemente presentato dall’ente responsabile a Milano.

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Secondo quanto riportato dall’analisi, l’Italia si mantiene nella media europea ed è in linea con gli obiettivi previsti per il 2020, con una presenza di impianti sul territorio cresciuta, rispetto al 2011, del 9%. A questo aumento, però, non si lega un parallelo aumento dei Raee smaltiti: con i 4 kg medi pro capite, il 2012 è il primo anno a registrare una contrazione.

In parte, il dato può essere letto in chiave positiva: meno rifiuti significa anche meno sprechi e sostituzioni non necessarie, complice la crisi che ha ridotto le possibilità di spesa degli italiani. Meno rifiuti arrivati nei centri di raccolta, però, significa anche più prodotti che sfuggono alla filiera, come spiega il Presidente del Centro di Coordinamento Raee Danilo Bonato: “A questo fenomeno ha certamente contribuito la crisi economica ma anche l’aumento dei Raee che sfuggono alla nostra filiera per essere introdotti in ‘canali informali’ spesso poco interessati alla tutela dell’ambiente, ma piuttosto al valore delle materie prime, come acciaio, rame e schede contenute nei rifiuti elettronici“.

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In particolare, la categoria che resta in testa è quella degli R3, ovvero monitor e tv, anche se non esente dalla flessione, pari al 9.22%, per 76.501.315 kg . In questo caso, ai fattori precedentemente elencati si aggiunge però il passaggio al digitale terrestre, che nel corso del 2011 ha incentivato molto la sostituzione di televisori provocando una fisiologica contrazione l’anno seguente.

Seguono R1 (Frigoriferi e Apparecchiature Refrigeranti), con -6,62%, e R2 (Grandi Elettrodomestici), con -12,74%. Al quarto posto R4 (Piccoli Elettrodomestici), con una flessione pari a -3,66% sull’anno precedente ma con un leggero aumento rispetto al 2011. L’unico raggruppamento che mantiene una crescita positiva è quello delle Sorgenti Luminose (R5) con 1.036.849 kg, il 7,72% in più rispetto ai 962.529 kg del 2011.

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Ultimo aggiornamento il 23 Marzo 2024 da Rossella Vignoli

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