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Come vivere senza soldi: la storia vera di Mark Boyle

L'inglese è The moneyless man, , l’uomo che ha detto no al denaro

L’inglese Mark Boyle, laureato in Economia e Finanza, ha reagito in modo drastico e radicale alla ricerca di lavoro e alle difficoltà economiche: nel 2008, infatti, ha optato per una diversa prospettiva di vita che gli consente di vivere senza soldi.

Come vivere senza soldi: la storia vera di Mark Boyle

Chi è Mark Boyle?

Non è un asceta né un eremita, ma un ex economista irlandese, laureato e con una carriera avviata nel mondo dell’imprenditoria. Eppure, nel 2008 ha fatto una scelta estrema: vivere senza soldi. Nessun conto in banca, nessuna carta di credito, nessuno scambio monetario. Solo ciò che la terra, la comunità e la creatività potevano offrire.

Per due anni ha condotto una vita a costo zero, abitando in una roulotte donata da un amico, mangiando ortaggi e frutta del suo orto e alimenti scartati o regalati da altri; per l’energia ha utilizzato un pannello solare, il suo ultimo acquisto, mentre per i vestiti e altri generi di prima necessità ha potuto contare sul baratto con contadini presso cui ha prestato il suo lavoro.

Questa esperienza, durata inizialmente 1 anno ma prolungata poi a 2, è diventata un caso editoriale e culturale, raccontata nel libro The Moneyless Man (ovvero ‘l’uomo senza soldi’). Il suo gesto non era una fuga dalla società, ma una forma di protesta profonda e pacifica contro il consumismo sfrenato, lo spreco e la disconnessione con la natura.

Perché ha scelto di vivere senza soldi?

L’idea di Mark Boyle nasce da una semplice domanda: «Il denaro ci rende davvero liberi o ci incatena?». Dopo aver visto un documentario su Gandhi, Boyle ha cominciato a interrogarsi sul ruolo del denaro nella distruzione dell’ambiente, nella solitudine urbana e nello sfruttamento globale.

Secondo lui, eliminare il denaro significava eliminare l’intermediario che spesso ci separa da ciò che conta davvero: il cibo, la comunità, l’ambiente.

Come ha vissuto?

Boyle ha trovato un appezzamento di terra vicino a Bristol, nel sud dell’Inghilterra, dove ha parcheggiato una vecchia roulotte. Lì ha costruito la sua nuova vita, fondata su autosufficienza, baratto e relazioni. Ecco come ha organizzato la sua quotidianità:

  • Energia: usava pannelli solari per avere un minimo di elettricità.
  • Cibo: coltivava un orto, raccoglieva erbe spontanee e scarti alimentari ancora buoni, e scambiava prodotti con chi conosceva.
  • Igiene: si lavava con acqua piovana, usava sapone naturale autoprodotto e aveva un bagno compostante.
  • Spostamenti: solo a piedi o in bici. Niente auto, niente mezzi pubblici a pagamento.
    Internet: lo usava solo in biblioteche pubbliche o luoghi comunitari.

Non era solo: l’importanza della comunità

Uno degli insegnamenti più forti dell’esperimento di Mark Boyle è che vivere senza soldi non significa isolarsi.

Al contrario, richiede una rete di relazioni forte. Per ottenere ciò che gli serviva, Boyle offriva in cambio lavoro, conoscenze, tempo. Coltivava relazioni basate su fiducia e mutuo aiuto, senza passare dalla moneta.

Cosa ha imparato?

Dopo due anni, Boyle ha dichiarato che la sua qualità della vita era migliorata. Si sentiva più libero, più sano, più connesso con il mondo naturale. Ha riscoperto la lentezza, il valore della manualità, il senso del limite e dell’ingegno.

Ha anche riconosciuto i limiti del suo esperimento: non tutti possono permettersi una vita senza denaro, specialmente in città o senza reti di supporto. Ma il suo messaggio è chiaro: anche senza arrivare all’estremo, possiamo vivere con meno e vivere meglio.

E oggi?

Oggi Mark Boyle vive ancora in modo semplice, in una casa senza elettricità né tecnologia digitale, nel cuore della campagna irlandese. Continua a scrivere, coltivare la terra e sostenere il movimento della “Freeconomy”, una rete internazionale di scambio gratuito di beni e servizi.

Oltre a The Moneyless Man, ha pubblicato anche The Moneyless Manifesto e The Way Home, in cui racconta la sua vita attuale senza tecnologia. Ha potuto ricavare il denaro necessario ad aprire un sito in cui fornisce consigli e suggerimenti per una vita low cost grazie al successo del suo libro.

Il suo stile di vita lo ha spinto a lanciare sul web un manifesto da cui è nata una comunità ispirata al taglio delle spese superflue.

Perché questa storia è importante oggi

In un mondo segnato da crisi ambientali, aumento del costo della vita e stress quotidiano, l’esperienza di Boyle ci fa riflettere.

Vivere senza soldi è possibile? Forse no per tutti. Ma vivere con meno, ridurre la dipendenza dal denaro e riscoprire il valore delle relazioni e della natura, sì. E forse è proprio questo il vero messaggio del  moneyless man.

Curiosità: non è l’unico

Altri esperimenti simili si sono verificati nel mondo:

  • Heidemarie Schwermer, tedesca, ha vissuto 20 anni senza usare denaro
  • Raphael Fellmer, sempre in Germania, ha vissuto per 5 anni con il solo baratto

La scelta di vita di Boyle ha permesso di guardare dall’interno al mondo dello spreco e del consumismo che caratterizza la nostra società, evidenziando quanto è davvero essenziale per la nostra vita.

Altro sulle scelte particolari

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Ultimo aggiornamento il 24 Luglio 2025 da Rossella Vignoli

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Un commento

  1. Non mi sembra che si sia del tutto slegato dallo stile di vita consumistico dal quale voleva scappare, infatti ha potuto cominciare solo grazie all’elemosina di altri (roulotte e cibo) altrimenti…
    Se si fosse costruito una capanna da solo e fosse vissuto solo di quello che gli dava la natura ed il suo orto…

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