Cos’è il cibo a filiera corta e perché conviene sceglierlo oggi
Meno passaggi, più valore al territorio. Scopri perché la filiera corta è un modello virtuoso per il portafoglio, l’ambiente e la qualità del cibo.
In un’epoca in cui il cibo viaggia migliaia di chilometri prima di arrivare nel nostro piatto, scegliere prodotti a filiera corta significa fare una scelta più consapevole, sostenibile e vicina al territorio. Ma cosa vogliamo davvero dire quando parliamo di cibo a filiera corta? E come, da consumatore, è possibile riconoscerlo, sceglierlo e integrarlo nella spesa quotidiana in modo pratico? In questa guida parliamo di definizione, vantaggi, limiti dei prodotti a km 0, e mostriamo tre modi semplici per trasformare l’acquisto in un gesto che premia produttori locali, ambiente e buon senso.
In un mondo in cui il cibo percorre migliaia di chilometri prima di arrivare sulla nostra tavola, scegliere prodotti a filiera corta è un modo concreto per mangiare meglio, sostenere l’economia locale e ridurre l’impatto ambientale. Ma cosa significa esattamente “filiera corta”? E come possiamo riconoscere davvero un alimento che lo è? In questa guida ti spieghiamo in modo pratico tutto ciò che devi sapere — con esempi, vantaggi, limiti e 3 modi semplici per iniziare da subito.
Sommario
- Cos’è la filiera corta (e perché se ne parla sempre di più)
- Vantaggi principali della filiera corta
- Come riconoscere davvero un prodotto a filiera corta
- Filiera corta vs filiera lunga: le differenze a colpo d’occhio
- I limiti (che è giusto conoscere)
- 3 modi semplici per iniziare da subito
- Un esempio concreto
- Km zero e filiera corta: simili ma non uguali
- In breve
- Altro sul cibo locale
Cos’è la filiera corta (e perché se ne parla sempre di più)
Per filiera corta si intende un modello di produzione e distribuzione con pochi intermediari tra chi produce e chi consuma. A volte, il passaggio è diretto: dal produttore al consumatore.
Questo approccio riduce trasporti, sprechi e costi, valorizzando il lavoro agricolo e il territorio. È l’opposto della filiera lunga, dove il cibo attraversa vari intermediari prima di arrivare sugli scaffali.
Vantaggi principali della filiera corta
I benefici sono chiari:
- Qualità e freschezza: i prodotti viaggiano meno e arrivano in tavola nel pieno delle loro proprietà nutritive
- Prezzo più equo: meno passaggi significano un guadagno maggiore per chi produce e un costo più trasparente per chi acquista
- Sostenibilità: si riducono trasporti e imballaggi, quindi meno emissioni e meno rifiuti
- Economia locale: i soldi spesi restano sul territorio e alimentano piccole aziende e comunità rurali
- Fiducia e tracciabilità: si conosce chi produce, come coltiva e da dove arriva ciò che mangiamo
Come riconoscere davvero un prodotto a filiera corta
Non basta leggere ‘cibo a km 0‘ sull’etichetta: serve un occhio attento. Ecco alcuni segnali pratici per orientarsi:
- Presenza del nome del produttore o del punto di origine sull’etichetta
- Vendita diretta (mercati contadini, spacci aziendali, cooperative locali)
- Appartenenza a gruppi di acquisto solidale (GAS) o piattaforme digitali regionali certificate
- Prodotti stagionali, tipici del territorio e con minore confezionamento
Filiera corta vs filiera lunga: le differenze a colpo d’occhio
| Caratteristica | Filiera corta | Filiera lunga |
|---|---|---|
| Numero di intermediari | 1 o nessuno | 3 o più (grossista, distributore, dettagliante) |
| Provenienza del cibo | Locale, territoriale | Nazionale o internazionale |
| Impatto ambientale | Basso (trasporti ridotti) | Alto (trasporti e imballaggi complessi) |
| Prezzo al consumatore | Più equo e trasparente | Variabile, spesso gonfiato dai passaggi |
| Tracciabilità | Alta, diretto dal produttore | Spesso parziale o opaca |
I limiti (che è giusto conoscere)
Bisogna essere consapevoli che non è un supermercato, e quindi non è sempre possibile trovare tutto quelloc he si desidera. Le limitazioni riguardano:
- La disponibilità dei prodotti, che è legata alla stagionalità e al territorio
- Non sempre si trovano tutti i prodotti di cui si ha bisogno
- Il prezzo può variare in base alla scala produttiva e alla zona
- Serve tempo e organizzazione per fare acquisti mirati e consapevoli
3 modi semplici per iniziare da subito
- Visita un mercato contadino nel vostro comune: scoprirete prodotti freschi e relazioni dirette
- Prova un GAS – Gruppo di Acquisto Solidale: permette di acquistare direttamente dai produttori locali
- Usa app e portali di filiera corta come Campagna Amica, Cortilia, Local To You, che sono deali per trovare produttori in zona
Un esempio concreto
Nel 2025 in Italia operano oltre 12.000 mercati agricoli locali e più di 1.500 gruppi di acquisto solidale (dati Coldiretti).
Ogni settimana migliaia di famiglie scelgono cassette di frutta, verdura o formaggi artigianali a km 0, sostenendo le economie locali e riducendo le emissioni legate al trasporto alimentare.
Km zero e filiera corta: simili ma non uguali
‘Km zero’ e ‘filiera corta’ sono concetti simili ma non esattamente sinonimi.
In termini generali, è bene sapere che la filiera è un processo in cui intervengono diversi passaggi produttivi necessari a trasformare un qualsiasi prodotto alimentare per portarlo sulla tavola del consumatore.
- La ‘filiera corta’ vuole ridurre il più possibile questi passaggi, abbassando così anche i costi di produzione ed il prezzo finale pagato dal consumatore. Il concetto è estendibile a tutti i prodotti del settore agroalimentare e converge verso il criterio di tracciabilità degli alimenti, per sapere con certezza da dove proviene il cibo che mangiamo ed a quali processi industriali è stato sottoposto.
- I prodotti a km zero sono prodotti locali che vengono venduti nelle immediate vicinanze del luogo di produzione, il ché garantisce per definizione genuinità e freschezza. In questo caso la zona di produzione è ben determinata e l’assenza di intermediari commerciali garantisce un buon margine di guadagno per il produttore, che molto spesso è un agricoltore o allevatore di zona, ed un risparmio significativo per il consumatore.
Detto questo, la scelta di consumare prodotti a km zero, è dunque, è motivata soprattutto da:
- un legame profondo con il proprio territorio
- dal desiderio di valorizzare i prodotti della terra d’origine
- di esaltare i sapori, i profumi e le tipicità gastronomiche locali
- di ricercare un rapporto diretto e personale con chi produce ciò che si porta in tavola
E queste sono scelte che rivediamo anche nei vantaggi stessi del cibo a km zero.
In breve
- Filiera corta = meno intermediari, più valore al territorio
- Conviene all’ambiente, ai produttori e ai consumatori
- Si riconosce da origine, stagionalità e vendita diretta
- Puoi iniziare subito con mercatini, GAS o app locali
Altro sul cibo locale
Se vi interessa il tema del cibo locale, a km zero, a filiera corta e di prossimità, ecco alcuni articoli che fanno per voi per approfondire il tema:
Ultimo aggiornamento il 7 Novembre 2025 da Rossella Vignoli
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