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Gatto randagio: cosa fare quando se ne incontra uno

Come riconoscerlo e come comportarsi per il bene dell'animale e nel rispetto della legge

Imbattersi in un gatto randagio non è cosa rara. In Italia (e ovunque nel Mondo), oltre ai numerosi gatti domestici che vivono protetti e accuditi dai loro padroni, ve ne sono altrettanti che vivono per la strada. Spesso formano delle vere e proprie colonie, a cui offrono assistenza e sostentamento in maniera del tutto disinteressata gattare, gattari e volontari di associazioni animalistiche. Ma trovare un gatto che vaga solitario, non è detto che sia per forza un randagio. Potrebbe trattarsi anche di un gatto che è stato abbandonato dal suo proprietari. Ad ogni modo, cosa fare quando si incontra un gatto che non sembra appartenere a nessuno?

Gatto randagio: cosa fare quando se ne incontra uno

Andiamo a vedere insieme come risalire all’eventuale proprietario, quali primi aiuti fornire all’animale, chi allarmare e cosa fare nel caso il gatto fosse ferito.

Come riconoscere un gatto randagio

Può capitare di incontrare un gatto che vaga solo per strada, in un giardino oppure che si è intrufolato nel cortile della vostra casa o del vostro condominio. Non è detto che si tratti per forza di un gatto randagio. Ci sono infatti molti gatti domestici che sono abituati ad uscire autonomamente di casa per poi farvi ritorno quando ha fame e per dormire.

Dunque, se il gatto in cui vi siete imbattuti ha un aspetto sano e curato, con grande probabilità avrà casa sicura e proprietario nelle vicinanze.

Prima di adottare un gatto trovato per strada o portarlo ad un gattile, è bene assicurarsi che effettivamente si tratti davvero di un randagio.

Ecco quindi i passaggi da fare, in ordine di logica e di tempestività:

  • Controllare se indossa un collare dove sono riportati i dati per contattare il proprietario
  • Se il gatto non porta il collare ma ha un bell’aspetto, occorre cominciare a far girare la voce: chiedere nel vicinato se qualcuno ha perso un gatto, divulgare annunci tramite i social media, fare una foto al gatto e stamparne un po’ di copie da appendere in giro per il rione con tanto di descrizione del gatto e vostro recapito telefonico
  • Controllare su Facebook se ci sono gruppi di animali smarriti nella vostra zona e pubblicare un post sul gatto trovato
  • Portare il micio da un veterinario per verificare se il gatto ha un microchip

Con grande probabilità, si tratterà invece di un gatto randagio, se appare magro, trascurato ed emaciato.

Come riconoscere un gatto abbandonato

Purtroppo, non sono rari i casi di abbandono di animali domestici. Spesso, i proprietari di cani e gatti compiono questo gesto inconsulto, magari senza essersi rivolti a canili e rifugi, allevatori, veterinari o associazioni per la protezione degli animali che potrebbero offrire all’animale sistemazioni alternative.

Di primo acchito, un gatto abbandonato non sembra un randagio. In genere, infatti, se abbandonato da poco, apparirà sano, ben tenuto e ben nutrito. Privo quindi di tutti quei segni citati nel paragrafo precedente, che sono invece tipici di un gatto vagabondo.

Alto segno distintivo di una gatto che è stato abbandonato è il luogo del suo ritrovamento. Se il micio è all’interno di uno scatolone o di un trasportino, lasciati in un parco, in un parcheggio, in un’area di sosta o vicino ad un cassonetto dell’immondizia, è quasi sicuro al 100% che si tratti di un gatto abbandonato.

Gatto randagio: cosa fare

Se avete trovato un gatto, nell’attesa di capire se è scappato dal suo proprietario, se è stato abbandonato o se si tratta di un randagio, ci sono alcune azioni di primo soccorso da mettere in atto. Anzitutto, offritegli riparo a casa vostra e nutritelo dandogli dei croccantini e una ciotola d’acqua fresca.

Se trascorsi alcuni giorni dalle ricerche fatte, sia dal vivo nel circondario che su scala più ampia attraverso i social network non siete riusciti a risalire al proprietario, è chiaro che avete a che fare con un randagio o un povero gatto che è stato abbandonato. A questo punto, avete più opzioni per procedere.

  • Contattare una associazione che si occupa di favorire le adozioni di gatti randagi. È la soluzione migliore per l’animale che, attraverso questo canale, potrebbe trovare il padrone “giusto” e cominciare una seconda vita
  • Rivolgersi ad una gattara del quartiere o della città. In genere, le gattare possono accudire in prima persona i gatti abbandonati, dando loro un rifugio riparato e portando loro quotidianamente cibo ed assistenza. In ogni caso, le gattare sono sempre in contatto con associazioni e organizzazioni per favorire un’adozione

Il gatto randagio si abitua a casa

Si tende a pensare che portare a casa propria un gatto randagio, offrendogli un alloggio sicuro, pasti regolari e una cuccia morbida e confortevole dove poter dormire, sia la panacea che questi possa trovare. In realtà, però, così non è. Perché non è così semplice ed automatico far diventare un gatto randagio in un gatto domestico. I randagi, infatti, non sono abituati al costante contatto con gli umani e, pertanto, difficilmente riescono ad accettare un’ospitalità domestica. Inoltre, prima di portarsi in casa un gatto trovatello, è importante fargli fare gli opportuni accertamenti sanitari da un veterinario per verificare che sia in buona salute e che non possa trasmettere una qualche malattia.

Ben più facile, è invece l’addomesticamento e l’adozione di un ex gatto domestico che è stato abbandonato o che si perso. In questo caso, però, prima di adottare il micio, è opportuno fare tutto il possibile per risalire all’eventuale proprietario legittimo che, magari, lo sta cercando dappertutto.

Gatto randagio
Sai come riconoscere un gatto randiagio?

Chi chiamare quando trovi un gatto randagio

Se ami gli animali e trovi un gatto solo e abbandonato, probabilmente, il tuo primo istinto è quello di prenderlo con te adottarlo. Tuttavia, seppur si tratti di un gesto generoso e fatto in totale buona fede, è bene sapere che le cose non sono così semplici, e che agire in tal maniera, può rivelarsi addirittura controproducente. Potresti infatti essere perseguito ai sensi della legge ed essere esposto ad una richiesta di risarcimento danni.

Puoi prenderti cura di un trovatello solo temporaneamente, mettendo in atto, nel frattempo, tutte le procedure spiegate all’inizio per risalire al legittimo proprietario.

Intanto devi segnalare il ritrovamento di un animale smarrito o abbandonato all’Autorità responsabile. In genere, ciò significa fare una segnalazione al gattile/canile municipale o rivolgersi ai medici della ASL veterinaria di riferimento. Spesso, infatti, i rifugi per animali e i veterinari riescono a risalire al proprietario di un animale grazie ai dati che sono collegati al microchip dell’animale.

In alternativa, è anche possibile chiamare la Polizia Municipale, i Carabinieri o il 112, i quali inoltreranno la richiesta agli addetti più adeguati.

Se il gatto trovatello è ferito o visibilmente malato, va portato immediatamente dal veterinario.

Cosa dare da mangiare a un gatto randagio

Per aiutare un gatto randagio o una colonia di felini randagi, è bene fornire cibo regolarmente. Anzitutto, è importante che abbiamo sempre a disposizione una o più (dipende dal numero di randagi) ciotole d’acqua.

Per quanto riguarda il cibo, la dieta di un gatto randagio può essere piuttosto caria. È sempre bene preferire il cibo secco, tipo i croccantini, che si mantiene nel tempo. Tuttavia, ogni tanto, gli si possono dare anche degli avanzi e dei “pasti caldi”.

In generale, i cibi concessi ai gatti sono:

  • Carni cotte e disossate, tipo pollo, agnello e manzo
  • Pesce, tipo il tonno
  • Riso bollito

Quali malattie possono portare i gatti randagi

Per le condizioni di vita in cui versano, è facile che i gatti randagi siano malati. Spesso, i randagi soffrono di vomito, febbre, diarrea, polmonite, meningite e crisi di tipo convulsivo. Inoltre, i mici randagi malati possono trasmettere alcune malattie anche agli uomini. È il caso ad esempio della tigna, che si manifesta con macchie rosse e circolari sulla pelle, così come anche della toxoplasmosi, una malattia parassitaria che può rivelarsi molto pericolosa soprattutto per le donne incinte.

Cosa fare dopo aver toccato un gatto randagio

Dopo aver toccato un gatto, specie se di strada e di cui non si conosce la provenienza, è fondamentale lavarsi bene le mani. In caso di graffi o di un morso, lavare la zona ferita con abbondante acqua e sapone, e provvedere a disinfettarla.

Gatto randagio ferito: cosa fare

Hai trovato un gatto che sta visibilmente soffrendo a causa di una qualche ferita? Per prima cosa è opportuno accertarsi che stia bene in senso generale e che non sia ferito in maniera grave. Nella eventualità di una lesione grave, portare immediatamente l’animale da un veterinario e, qualora fosse possibile, segnalare il caso anche al servizio di emergenza veterinaria relativo all’azienda sanitaria locale. Se si porta direttamente il gatto ferito dal veterinario, prima di toccare l’animale, indossare dei guanti belli spessi per proteggersi. Questo perché gli animali feriti, di solito, possono reagire in maniera aggressiva per paura od opporsi in maniera violenta. Inoltre, se si tratta di un gatto randagio trascurato e con il pelo diradato in alcune zone, può essere infettato da parassiti.

Come avere la fiducia di un gatto randagio

Per loro natura, i gatti randagi sono sospettosi e mantengono le distanze. Non bisogna andare verso di loro in con fare brusco e deciso, ma anzi, occorre avere molta pazienza e restare nei paraggi senza forzare il gatto. L’animale ha bisogno di tempo per capire che non hai cattive intenzioni nei suoi confronti e cominciare così a prendere confidenza con te.

Gatto randagio non miagola

Stando a quanto riferito da un noto zoologo, per i gatti, miagolare è un modo per comunicare ed interagire con gli umani e non fra di loro. Ecco quindi spiegato il motivo per cui i gatti randagi non miagolano.

Gatto randagio si affeziona

Può capitare che un gatto cominci a bazzicare nei pressi di casa tua e che te lo ritrovi sempre davanti alla porta o nel tuo giardino, come se ti aspettasse. Non bisogna pensare che per forza si tratti di un randagio o di un gatto abbandonato. Potrebbe trattarsi benissimo di un gatto domestico che ha l’abitudine di andare e venire, a piacimento, da casa sua. Per natura, i gatti sono molto curiosi, e quindi possono essere semplicemente incuriositi dalle case e dagli appartamenti del vicinato, magari perché attratti da profumini invitanti.

Gatto randagio morto: cosa fare

Che sia un gatto, un cane o un qualsiasi altro animale, il corpo di un animale morto va immediatamente denunciato alle forze di Polizia.

Cosa dice la Legge sui gatti randagi

Il fenomeno del randagismo è disciplinato dalla legge.

Nello specifico, il primo articolo della Legge n 281 così recita: “Lo Stato promuove e disciplina la tutela degli animali di affezione, condanna gli atti di crudeltà contro di essi, i maltrattamenti ed il loro abbandono, al fine di favorire la corretta convivenza tra uomo e animale e di tutelare la salute pubblica e l’ambiente

Inoltre, relativamente lo specifico caso dei gatti, sempre secondo la Legge:

  • è vietato a chiunque maltrattare i gatti che vivono in libertà
  • i gatti che vivono in libertà sono sterilizzati dall’autorità sanitaria competente per territorio e riammessi nel loro gruppo
  • i gatti in libertà possono essere soppressi soltanto se gravemente malati o incurabili
  • gli enti e le associazioni protezioniste possono, d’intesa con le unità sanitarie locali, avere in gestione le colonie di gatti che vivono in libertà, assicurandone la cura della salute e le condizioni di sopravvivenza

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Federica Ermete

Nata a Busto Arsizio nel 1982, dopo il diploma si trasferisce a Cremona – dove vive tutt’ora – per conseguire la laurea in ambito umanistico. Sia per formazione professionale che per passione personale, i suoi ambiti di specializzazione sono l’alimentazione, la salute, il fitness di cui è appassionata anche nella vita quotidiana, ed il benessere naturale. Collabora con entusiasmo con la redazione di Tuttogreen dal giugno 2020.

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