Surf: uno sport che è una vera e propria filosofia di vita
Una delle discipline più green in assoluto? Domare le onde con una tavola...
Fra tutti gli sport, probabilmente il surf da onda è davvero uno di quelli più eco-sostenibili. Richiede solo le onde del mare, una grande abilità, equilibrio, tecnica e una buona dose di forza fisica.
Sommario
La storia del surf
Stando a una ricerca condotta dall’Università delle Hawaii, il surf nella sua forma primigenia risale addirittura al secondo millennio avanti Cristo e sarebbe stato praticato dai giovani delle isole Hawaii. Quel che è certo, è che questa pratica è stata documentata soltanto in tempi molto più recenti. Ne parlò nei suoi diari, per esempio, il famoso viaggiatore James Cook, nelle sue tappe a Tahiti ed alle Hawaii tra il 1777 e il 1779.
Nel mondo occidentale il surf cominciò ad essere trattato come disciplina sportiva solo nel 1899, quando l’australiano Fred Williams si appassionò a questa disciplina e prese alcune lezioni dall’isolano polinesiano Tommy Tana.
Ma è sempre alle isole Hawaii, più precisamente sulle spiagge di Waikiki, che questa disciplina prende la forma che conosciamo attualmente, nel corso del XX secolo, grazie anche all’opera di un personaggio eccezionale, come Duke Kahanamoku: pluri-campione di nuoto, suonatore provetto di ukulele, comparsa in diversi film in bianco e nero e sceriffo delle Hawaii, nel corso della sua vita Duke ha anche trovato il tempo di rendere popolare questa pratica nella prima metà del novecento. Un fatto molto importante, visto che l’esistenza stessa del surf, osteggiato dai missionari cristiani nel XIX secolo, era a rischio.
Le origini di questa pratica sportiva si possono quindi far risalire all’antica cultura polinesiana, precisamente nelle isole Hawaii, dove veniva chiamato dagli indigeni “Heenalu”. Ma è solo nel ventesimo secolo che questa pratica sportiva diventa popolare e comincia ad occupare un posto unico nell’immaginario collettivo.
La natura green del surf
Nel dopoguerra il surf comincia ad essere praticato in California e a comparire in alcuni film Hollywoodiani. Nel frattempo erano sempre più i giovani che cercavano in questo sport un modo per entrare in contatto con la natura e trovare una dimensione idilliaca, al riparo dalla tossicità della vita moderna e del consumismo esasperato. Come si può evincere, lo spirito stesso di come nacque il surf da onda in California è davvero green: un modo per entrare in rapporto col mare e la natura tutta, staccando da da tutto. Una vera filosofia di vita, improntata alla libertà, alla fratellanza ed in comunione profonda con la natura. O anche una metafora della vita stessa, su cui si è scritto tantissimo.
In seguito, alcuni film come “Un mercoledì da leoni” (1978), girato sulle spiagge di Malibu, o “Point Break” (1991) contribuiranno non poco a costruire una vera e propria mistica su scala globale di questa disciplina.
È in atto anche una tendenza che vede le case produttrici delle tavole stesse da surf sperimentare materiali naturali sempre più eco-compatibili come canapa biologica, derivati da legno certificato e bioschiume come collanti “naturali”.
Quanti sono i praticanti di questo sport
Secondo l’International Surfing Association (ISA), ci sono tra i 20 e i 25 milioni di surfisti in tutto il mondo.
L’industria del surf nel suo complesso vale circa 15 miliardi di dollari.
I record nel surf
Il record ufficioso dell’onda più grande mai “cavalcata” va al mitico surfista australiano Garrett McNamara. Pensate che è accreditato di avere domato un’onda di ben 30 metri al largo delle coste portoghesi.
Se però parliamo di surf agonistico e di record ufficiali, realizzati durante competizioni ufficiali, allora il titolo spetta al surfista tedesco Sebastian Steudtner. Nel maggio del 2022 è stato in grando di cavalcare un’onda alta ben 26,21 metri.
Dove praticare il surf
Molti dei luoghi più famosi in cui è possibile praticare questa disciplina si trovano negli Stati Uniti, dove è nato il surf moderno: impossibile non fare una puntata a Malibu Beach in California per provare l’ebbrezza di affrontare le onde con una tavola, se si passa da queste parti. Alle Hawaii, invece, il luogo migliore per praticare il surf sarebbe Honolua Bay, dove le onde raggiungono altezze tra i 6 e gli 8 metri con grande regolarità: è anche un luogo dove si può assistere da spettatori ammirando dalle scogliere le evoluzioni dei virtuosi. Ma anche in Messico (Oaxaca) o in Australia (basti pensare alla mitica Bondi Beach), esistono tantissimi luoghi ideali per il surf.
In Italia
E da noi, è possibile praticarlo? Il surf si pratica in poche località, come ad esempio Bogliasco in Liguria, Forte dei Marmi in Versilia, San Leone o Isola delle Femmine in Sicilia, La Marinedda in Sardegna, Ostia lido in Lazio.
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In Europa
In Europa esistono centri di eccellenza come il nord della Spagna, precisamente in Galizia che é un’area ideale per il surf con scuole per imparare a tutti i livelli.
Molto famosa è anche la spiaggia di Nazarè, in Portogallo, che è stata anche teatro dell’impresa di Garrett McNamara citata sopra. Più a sud, sempre in Portogallo, nella penisola del Peniche si trova un altro luogo dove i più bravi possono cercare di addomesticare le onde enormi dell’Oceano Atlantico, la spiaggia Supertubos.
Un altro posto popolare per il surf in Europa è la spiaggia di La Gravière, a Hossegor, località balneare francese che si trova nel dipartimento delle Landes nella regione della Nuova Aquitania.
Quando iniziare con il surf?
Si può iniziare – ovviamente sotto stretta supervisione di un esperto – anche molto presto a prendere confidenza con le onde.
Già tra i 4 e i 7 anni i bambini posseggono sufficienti abilità motorie per imparare a rimanere in equilibrio su una tavola. Questa può essere l’età giusta per introdurli ad una passione che può durare un’intera vita.
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Ultimo aggiornamento il 23 Marzo 2024 da Rossella Vignoli