Il labirinto è una delle fantasie più antiche dell’umanità. Simboleggia la fatica del percorrere la vita, ma anche la speranza di trovare una via d’uscita.
Le origini del labirinto sono antichissime. Oggi, questo dedalo di percorsi che si intrecciano, viene più utilizzato a scopo ludico. Oltre al classico passatempo enigmistico, esistono tanti labirinti a grandezza umana, in Italia e nel Mondo, da percorrere immersi tra pareti di pietra o, più spesso, fitte siepi e alte piante.
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Struttura, in genere di vaste dimensioni, costruita in modo che, una volta entrati al suo interno, sia difficoltoso trovare l’uscita.
È costituito da un percorso complesso nel quale è estremamente difficile orientarsi.
Anticamente, era classico o unicursale, ossia costituito da un solo percorso involuto che, inesorabilmente, portava al suo centro e in cui l’uscita si ritrovava ripercorrendo la strada a ritroso.
Con il passare del tempo è diventato un tracciato multiviario o multicursale. La tipologia infatti più diffusa oggi. In questo caso, il centro e l’uscita si possono raggiungere più di una strada e imbattendosi spesso in bivi e vicoli ciechi.
Di fatto, essendo un tracciato inestricabile di strade, può tranquillamente essere definito come un dedalo, termine che fa chiaro riferimento all’omonima figura mitiologica, che costruì il leggendario labirinto di Creta per il re Minosse. Sicuramente, è il più noto tra quelli dei tempi antichi.
Rappresenta l’emblema universale della ricerca dell’infinito. Chi lo percorre – o lo osserva con attenzione – diviene consapevole del fatto che il confine fra umano e divino, fra finito e infinito è misteriosamente permeabile.
Infatti la sua unica apertura – ingresso e uscita – ci tenta in modo irresistibile.
Ed è una sorta di cammino anche all’interno di sé stessi, nello sforzo di superare ostacoli sempre maggiori. Ovviamente, questo simbolismo, intricato e multiforme come il suo disegno, ha subito varie e significative trasformazioni nel tempo, riflettendo l’evoluzione del pensiero dell’Uomo.
Di fondo, parla della complessità del Mondo, della contrapposizione tra vita e morte, bene e male, perdizione e redenzione; ma parla anche di solitudine, paure, angosce…
Inoltre, l’ossessiva ripetizione di figure e forme geometriche, rimanda al concetto dell’eterno ritorno, ricordando così la transitorietà della vita umana.
La nascita affonda le sue origini nella mitologia greca. Si narra che Minosse incaricò Dedalo di progettare un luogo che fosse inaccessibile per imprigionarvi il Minotauro, un essere mostruoso metà uomo e metà toro.
Venne così costruito un intrico di corridoi e di vicoli ciechi in cui è impossibile ritrovare la strada di uscita.
Indipendentemente dal mito greco, i primi di forma multicursale nacquero intorno alla metà del XVI secolo e furono disegnati dall’architetto italiano Francesco Segala.
La parola è molto suggestiva, perché rappresenta un punto di contatto fra storia e mito. L’etimologia del termine deriva dal greco labýrinthos. Probabilmente questa era la parola egea che si riferiva al palazzo di Cnosso, a Creta, e forse derivata dal nome lidio dell’ascia bipenne, labrys.
La connessione tra bipenne e luogo intricato sarebbe data dalla pietra.
Sull’isola di Creta si trova il labirinto di Cnosso che, secondo la mitologia greca, venne fatto costruire dal re Minosse per rinchiudervi il mostruoso Minotauro.
Era il suo figliastro, nato dall’unione della moglie, Pasifae, con un toro bianco, inviato in dono al re da Poseidone, Dio del mare.
Minosse avrebbe dovuto sacrificare il toro in onore di Poseidone. Questi, per punirlo, fece in modo che nascesse il Minotauro, un essere mostruoso metà uomo e metà toro.
Ovviamente, il Minotauro aveva la testa di una bestia e un carattere selvaggio e feroce, in quanto la sua mente era completamente dominata dall’istinto animale.
Minosse, allora, per impedirgli di far del male a qualcuno, ordinò a Dedalo, architetto di corte, di progettare e realizzare una costruzione dalla quale fosse impossibile fuggire.
La costruzione aveva numerose stanze e gallerie, oltre a percorsi intricati che creavano confusione in chi li percorreva. Ed è così che nacque il primo labirinto della storia.
La tradizione anglosassone e soprattutto americana propone grandi campi di mais con piante che creano dei percorsi in cui i visitatori si perdono, che verranno mietuti alla fine dell’estate, quindi sono percorsi effimeri ma di grande impatto.
Già nel 1982 i primi apparvero nel Maryland e in Pennsylvania, come un modo per le aziende agricole di attrarre turisti e generare reddito. Vengono tagliati per il 1 novembre e culminano con una grande caccia alla zucca di Halloween.
In Italia si è ripreso questa idea adattandola al clima mediterraneo, per cui sono attivi grandi labirinti di mais per tutta l’estate e si mietono a settembre. A Senigallia, nelle Marche, c’è il più conosciuto, il labirinto di Hort. Esteso su 10 ettari di superficie, costituisce il labirinto di mais più grande d’Europa.
Ne esistono vari tipi:
Ci sono varie tecniche per trovare la via d’uscita. Vediamole insieme.
Il più grande del Mondo si trova in Italia: a Fontanellato, in provincia di Parma. Esteso su 7 ettari di terreno, è il Labirinto della Masone, all’interno della proprietà di Franco Maria Ricci, noto editore e collezionista d’arte.
Egli stesso ha elaborato e sviluppato il progetto insieme agli architetti Pier Carlo Bontempi e Davide Dutto ed è una figura romana decorata da fitte cortine di bambù giganti.
A contendersi il titolo con quello di Fontanellato, c’è il Longleat Hedge Maze, un un mix tra ingegneria e botanica, che si trova in Inghilterra, nel Wiltshire, vicino al villaggio di Horningsham.
È simbolo di una ricerca. Impone di mettersi in marcia, cercare, sbagliare strada, tornare sui propri passi, porsi delle scelte che potrebbero anche portarci lontanissimi dalla meta.
Serve quindi per renderci consapevoli che, almeno per gioco, si può quasi sempre rimediare e tornare indietro. Oltre a ciò, il labirinto è anche divertimento. Soprattutto per i più piccoli.
In Italia ce ne sono diversi. Ecco dove si trovano i più famosi e rinomati:
Come già accennato, ad oggi, il labirinto della Masone, sarebbe il più grande d’Italia, se non addirittura del mondo. Si trova a Fontanellato, in provincia di Parma. Frutto dell’idea di Franco Maria Ricci, è stato aperto al pubblico nel 2015 con lo scopo di offrire un equivalente “addolcito” della prigione fatta costruire da Minosse. Qui tutto è stato progettato per rilassarsi e passeggiare.
Realizzato con circa 20.000 piante di bambù, di specie diverse e altezze che vanno dai 15 ai 30 si snoda su di un percorso di 3 km circa. Esteso su 7 ettari, si svolge intorno a un quadrato centrale, ed ha una pianta a forma di stella che si ispira ai percorsi geometrici raffigurati negli antichi mosaici romani.
Su un’area di oltre 5.000 mq vi sono anche spazi culturali dedicati alla collezione d’arte di FMR, con circa 500 opere dal Cinquecento al Novecento, oltre ad una biblioteca dove sono custoditi i più illustri esempi di grafica e tipografia.
Una volta acquistato il biglietto d’ingresso, la visita non ha limite di tempo. Tuttavia, è bene prevedere almeno 1,5-2 ore per vedere con calma tutta l’area, comprensiva quindi anche di galleria d’arte e mostre temporanee.
Il Labirinto Magico è un gioco di carte in cui la meccanica è riprodotta tramite delle carte che i giocatori pescano anziché con il tabellone. La versione più complessa risale al 1991.
In senso lato, tale termine viene oggi utilizzato per indicare una situazione complicata da cui non si sa come uscire, un viluppo di difficoltà inestricabili, un affare imbrogliato.
Ci sono vari termini che vengono utilizzati come sinonimo di “labirinto”: dedalo, caos, confusione, ginepraio, imbroglio, intrigo, groviglio, garbuglio, inviluppo.
È anche una parte del corpo umano. Si trova infatti nell’orecchio interno ed è composto da alcune terminazioni nervose costituite da tre canali semicircolari disposti su tre piani perpendicolari, uno orizzontale e due verticali.
Il loro ruolo è quello di rilevare i movimenti rotatori dell’organismo e del movimento e la sua infiammazione dà luogo alla labirintite, che porta a difficoltà a restare in posizione eretta.
Oltre a quelli fisici, esiste anche il gioco enigmistico. Piace molto ai bambini ed è anche assai utile perché allena l’intelligenza spaziale. Inoltre è un piacevole passatempo.
Online si possono trovare tante raccolte si labirinti da stampare. Ve ne sono di tutti i tipi e di tutti i livelli di difficoltà. Dai più facili a quelli difficilissimi.
Con un semplice clic è quindi possibile mettere a disposizione dei bambini un passatempo educativo che è anche stimolante e divertente.
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