Le strane eco-case di Terunobu Fujimori
Questa volta vi vogliamo parlare dell’architetto giapponese Terunobu Fujimori, uno dei più eccentrici e innovativi del Paese del Sol Levante. Dopo aver studiato per anni come storico dell’architettura, riceve il suo primo incarico per la realizzazione del Museo Storico Jinchokan Moriya all’età di 44 anni.
Quell’edificio ha rappresentato per lui l’inizio di una carriera controversa, dove i dettami dell’architettura tradizionalista sono stati completamente rivisitati in nome dell’amore per la natura selvaggia e il rifiuto categorico delle tecnologie avanzate.
La sua stessa abitazione, battezzata Dandelion House, è stata ispirata dai tetti di paglia tipici delle case in Normandia e presenta sulla facciata strisce di roccia vulcanica arricchite qua e là da fiori ed erba che spuntano tra i solchi. I muri spessi suggeriscono come la casa sia ben isolata e quindi a basso impatto energetico, come del resto tutte le sue opere.
Fujimori progetta case ecologicamente sensibili, curando molto l’aspetto del consumo energetico attraverso l’utilizzo di materiali naturali come roccia vulcanica, pietre e legno carbonizzato. Il marchio distintivo della sua architettura è sicuramente il cedro carbonizzato, un materiale tipico della tradizione giapponese, che dona alle case quell’aspetto un po’ fiabesco di antiche caverne, nel tentativo di recuperare un legame con la natura primitiva dell’uomo in rapporto con l’ambiente circostante.
Famosissime sono le sue stanze da tè, le Cha Shitsu, camere destinate alla preparazione e al consumo di questa bevanda, ritagliate in un angolo esterno delle abitazioni, come a voler definire dei luoghi sacri e privati dove potersi ritirare in silenzio.
La Cha Shitsu Testu, ad esempio, è sospesa su un albero a quasi 4 metri da terra ed è grande poco più di 3 metri quadri. Le Cha Shitsu sono dei piccoli gioielli nascosti, dotati di camino e focolare per preparare il té. Al momento ne sono state realizzate solo 6 e questo le rende ancora più speciali ai nostri occhi.
Fujimori ha sempre dichiarato di trarre ispirazione dalle antiche tradizioni, durante i suoi viaggi ha dedicato molto tempo a studiare il modo in cui l’uomo ha cercato di trovare rifugio e riparo nel corso dei secoli. Tra le sue fonti di ispirazione ci sono le case di fango nel Mali e le antiche Grotte di Lascaux nella Francia sud-occidentale.
Forse non è poi così necessario reinventare nuovi materiali, quando è la stessa natura ad offrirci i mezzi. Basta la fantasia per assemblarle in forme inedite, non trovate?
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Ultimo aggiornamento il 11 Giugno 2024 da Rossella Vignoli
sembrano quelle delle favole
Ho sempre pensato che casa ecologica significasse nel rispetto della natura. Torturare un albero moribondo con una casa piantata sul tronco mozzato non ha niente di ecologico, a mio parere. Inoltre messa così ha una dispersione energetica pazzesca, perdendo anche dal pavimento, ed ha un impatto estetico molto pesante. Si pensi invece ad una semplice casa in sassi che si mimetizza nel bosco prendedovi parte e confondendosi con le rocce esistenti, come si faceva fino al secolo scorso, frutto di millenni di evoluzione in armonia con l’ambiente.