L’estinzione di animali e piante è sempre più vicina e per molte specie risuona purtroppo sempre più forte..
Dagli studi emerge che, attualmente, sul nostro pianeta esistano tra i 5 e i 15 milioni di specie di piante, animali, microrganismi.
Sommario
Quali sono i dati sull’estinzione di animali e piante
In particolare The World Conservation Union ha stimato nel suo rapporto annuale, che oggi, sono a rischio circa 1.130 specie , cioè il 23% dei mammiferi e 1.194 specie, il 12% degli uccelli, numeri davvero impressionanti.
Le specie più a rischio in Italia (Fonte: Lista Rossa Nazionale ISPRA, 2021) sono queste:
Specie | Percentuale a rischio estinzione in Italia |
---|---|
Anfibi | 35% |
Rettili | 48% |
Uccelli nidificanti | 24% |
Mammiferi (terrestri e marini) | 23% |
Pesci ossei di acqua dolce | 39% |
Libellule | 11% |
Coleotteri saproxilici (che si nutrono di legno morto) | 9% |
Ed in particolare, secondo l’ISPRA nel suo libro rosso, ci sono alcune specie ad alto rischio perché ne restano pochi esemplari in Italia:
- Orso bruno marsicano (Ursus arctos marsicanus). Da anni è minacciato, e si stima una popolazione di circa 50 individui.
- Lupo (Canis lupus). In passato il lupo era a rischio di estinzione, ma ora è in lento recupero grazie a misure di protezione. Secondo le stime più recenti (Fonte: LIFE WolfAlps EU, 2023), la popolazione di lupi in Italia si aggira tra i 3300 e i 3600 individui.
- Aquila reale (Aquila chrysaetos). L’aquila reale è in declino in alcune aree a causa della perdita di habitat e del disturbo antropico.
- Testuggine palustre europea (Emys orbicularis). Queta testuggine è minacciata dalla perdita di habitat e dall’introduzione di specie aliene.
- Tritone crestato italiano (Triturus carnifex). Animale in declino a causa dell’inquinamento delle acque e della distruzione degli habitat riproduttivi.
Cosa sono le specie bandiera
Il WWF ha redatto una classificazione delle specie più a rischio, definendole specie bandiera. Si tratta di animali molto conosciuti, simbolo anche della cultura e geografia mondiale, la cui scomparsa porterebbe, oltre che una grave alterazione della catena alimentare, un vuoto storico immenso. Eccone una rapida carrellata:
- il panda gigante (orsetto simbolo dell’oriente -50% di esemplari)
- la tigre (Tigre indiana: solo 1800 esemplari in tutta l’India, Tigre siberiana o tigre dell’Amur (soltanto 450esemplari ma come apprendiamo dal nostro Forum anche Putin è sensibilissimo), tigre indo-cinese: soltanto 300 presenti in Tailandia, Birmania, Vietnam e Cambogia, tigre di Sumatra: 400 individui che vivono allo stato libero, tigre Malese: solo 500 capi),
- il gorilla, l’orso polare, l’elefante, il rinoceronte (solo 15000 specie, rispetto alle 80.000 del secolo scorso), il celacanto, i lemuri, la foca monaca (solo 350 – 400 individui), balene e capodogli, leopardo delle nevi (ne restano 7000), bisonte europeo (solo 3200 esemplari) e scimpanzé.
- Perché gli animali sono a rischio estinzione
A livello mondiale, la causa principale dell’estinzione è il cambiamento dell’ecosistema, verificatosi a causa dei mutamenti del clima e del surriscaldamento della crosta terrestre. L’inquinamento e gli insediamenti umani hanno poi avuto un impatto sempre più distruttivo devastando l’assetto geomorfologico di molte zone, e mutandone le caratteristiche biologiche.
In Italia, secondo il Libro Rosso, redatto dal WWF e aggiornato periodicamente, le specie a rischio sarebbero concentrate maggiormente nelle montagne e nelle coste mediterrane e sono: l’orso, la lontra, lo stambecco alpino, il lupo, il capriolo italico, l’aquila del Bonelli, il capovaccaio (uccello rapace del mediterraneo), la pernice bianca, le tartarughe marine.
Ad aggravare la situazione, nel nostro Paese il fenomeno del bracconaggio e della caccia è ancora diffusissimo, nonostante l’inasprirsi della legislatura in materia. Lupi, lontre e stambecchi, così come i volatili sono quindi a rischio di estinzione, anche a causa di questi fenomeni di azione diretta dell’uomo. Gli uccelli poi subiscono moltissimo anche fenomeni d’inquinamento dell’aria, come smog ed elettrosmog.
Quali sono i pesci a rischio
In mare poi non è che lo cose stiano molto meglio a causa dell’inquinamento prodotto dall’aumento del traffico navale e dallo scarico dei rifiuti industriali che stanno provocando grandi alterazioni dell’ecosistema.
Una particolare attenzione deve essere infine rivolta ai pesci d’acqua dolce che stanno soffrendo più di altre specie a causa della mala gestione degli impianti idrici e della continua modifica dell’assetto geologico degli argini, dell’edilizia selvaggia e dell’inquinamento delle falde idriche che causano le distruzioni degli habitat naturali.
Dal WWF viene riportato che: “Delle circa 50 specie autoctone di pesci che vivono nei nostri fiumi, laghi e lagune, 3 si sono già estinte e 22 sono, a diverso grado, in pericolo di estinzione.”
La salvaguardia dei pesci d’acqua dolce rappresenta una sostanziale priorità di conservazione degli ambienti italiani: i pesci non solo sono importanti indicatori di qualità ambientale, ma rappresentano soprattutto gli elementi fondamentali di quella ricchezza di specie, biodiversità, che rischia di ridursi sempre più velocemente.
Nel bacino del Po si trovano molte delle specie endemiche in pericolo, eccone una rapida panoramica:
- Anguilla, una delle specie più importanti per la pesca e per l’acquacoltura, in grado di vivere in una straordinaria varietà
di ambienti, dalle acque oceaniche e marine costiere fino ai laghi e corsi d’acqua; - Lampreda padana, anch’essa in forte riduzione per l’impoverimento dell’habitat.
- Storione cobice, nel bacino del Po e in alcuni fiumi del Veneto, una specie che migra tra gli estuari dei fiumi per poi
risalire nel periodo di riproduzione i grandi fiumi, oggetto soprattutto della pesca professionale. - Trota marmorata, presente in alcuni corsi d’acqua dell’Italia settentrionale, tra le prede più ambite dei pescatori sportivi ma minacciata soprattutto da tutti gli interventi sui corsi d’acqua come la costruzione di argini artificiali, sbancamenti, prelievi di ghiaia, ma anche prelievi eccessivi di ghiaia, variazioni di portata dei fiumi per sfruttamento di energia elettrica, nei periodi di riproduzione.
- Carpione del Garda che vive solo nel Lago di Garda, anch’esso presente solo in acque pulitissime, ad alto rischio sia per la pesca eccessiva che per l’inquinamento delle acque del lago
- Panzarolo, tipico delle risorgive e endemico della regione padana
A favorire tale situazione, secondo il WWF, è stata una grande confusione normativa, la frammentazione di competenze e risorse e la tardiva applicazione di direttive internazionali, in particolare la Direttiva Quadro Acque 2000/60/CE, e la Direttiva habitat 92/43/CE.
Fonti sugli animali e piante a rischio estinzione per questo articolo
A livello mondiale ci sono due istituzioni che stilano elenchi e studi di specie a rischio:
- IUCN Red List: La Lista Rossa delle specie minacciate dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) è la più completa fonte di informazioni sullo stato di conservazione globale di specie animali, vegetali e fungine. Puoi consultare la lista e fare ricerche per paese, habitat o altre categorie sul sito web: iucnredlist.org
- WWF: Il World Wide Fund for Nature (WWF) è un’altra organizzazione che si occupa di conservazione della natura. Sul loro sito web puoi trovare informazioni su specie a rischio, progetti di conservazione e molto altro: worldwildlife.org
A livello italiano si fa riferimento a dati del ministero e dell’ISPRA:
- ISPRA: L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) si occupa del monitoraggio dello stato della biodiversità in Italia. Sul loro sito web puoi trovare pubblicazioni e dati sullo stato di conservazione di diverse specie: isprambiente.gov.it
- Ministero della Transizione Ecologica: Il sito del Ministero offre informazioni sulle politiche di conservazione della biodiversità in Italia e sulle specie protette: mite.gov.it
Ultimo aggiornamento il 19 Settembre 2024 da Rossella Vignoli