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Tesori nascosti: il Parco della Reggia di Capodimonte

Il Parco della Reggia di Capodimonte, chiamato anche dalla vulgata popolare Bosco di Capodimonte, può essere considerato il polmone urbano di Napoli: un posto dove cultura e natura si fondono armoniosamente e che ci offre modo di scoprire alcuni aspetti poco noti della storia della città.

Un’immensa area verde fortunatamente rimasta intatta, seppur un po’ trascurata, al cospetto dell’urbanizzazione selvaggia che ha cementificato la città come accaduto per altre grandi metropoli italiane. Come ben racconta anche il film del recentemente scomparso grande regista napoletano di film d’inchiesta Francesco Rosi, con Le mani sulla città.

Tesori nascosti: il Parco della Reggia di Capodimonte

La Reggia di Capodimonte rientra tra quelle testimonianze lasciateci in eredità dai Borbone, che purtroppo negli anni sono state un po’ trascurate e abbandonate a se stesse. Eppure i monarchi avevano mostrato grande intuito e lungimiranza, nel rispetto della Natura, ma anche nell’arte, nell’urbanistica e nel campo medico.

Tutto inizia nel 1734, quando nell’immenso bosco definito il “Capo di Monte” di Napoli venne realizzata la residenza di Corte di Carlo di Borbone, per soddisfare il suo hobby preferito assieme alla pesca, ovvero la caccia. Non a caso altre realizzazioni architettoniche a tale scopo sono la Casina sul Lago Fusaro e la Reggia di Carditello. Nel 1738, però, il sovrano decide di trasformare questo semplice Casino di caccia in una Reggia per ospitare la ricca Collezione Farnese di cui sua madre gli aveva fatto dono.

Incaricato della sua realizzazione fu Giovanni Antonio Medrano, che sviluppò un edificio con due rigorose facciate in stile dorico in cui il tradizionale “rosso napoletano” contrasta con il piperno grigio. Oggi la Reggia funge da Museo, di cui parleremo successivamente.

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Uno squarcio dell’ampio giardino

Il Parco della Reggia di Capodimonte è così costituito:

1) La Porta Grande, il grande cancello d’ingresso in cui sono ancora visibili le due garitte laterali in cui sostavano le guardie del re.

2) Il giardino, ossia il Bosco vero e proprio, il quale offre splendide passeggiate respirando aria pulita, per una sorta di oasi che isola dall’inquinamento cittadino. In totale troviamo 124 ettari, ricchi di piante secolari come lecci, querce, castagni, olmi e tigli.

3) La Palazzina dei Principi, edificio che si trova proprio di fronte alla Reggia ma già si trovava lì prima di essa, proprietà della famiglia Carmignano marchesi di Acquaviva. Nel 1826 Francesco I la volle trasformare in sede dei Reali Principi. Sul prato davanti al Palazzo sono state introdotte, durante i primi decenni del Novecento, palme nane e delle Canarie.

4) La fabbrica di Porcellane di Capodimonte, una tradizione avviata nel 1743 e ancora oggi attiva in zona. Bisogna altresì ricordare che essa oggi è sede dell’Istituto professionale di Stato “Giovanni Caselli” per l’industria e l’artigianato, l’unico in Italia preposto alla preparazione di personale e di tecnici specializzati nel settore ceramico.

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Una delle molteplici e raffinate opere della storica fabbrica di porcellana

5) Il Belvedere, uno dei tanti punti panoramici da cui gustarsi il meraviglioso panorama di Napoli. Nelle giornate limpide è possibile anche scorgere Punta Campanella, punto estremo della Costiera Sorrentina.

6) L’Eremo dei Cappuccini, che si trova un po’ più defilato dai percorsi più battuti del bosco. Fu realizzato per volontà del re Ferdinando nel 1815. e’ costituito da un dormitorio per i monaci, una chiesa, due giardini con alberi fruttiferi e un piccolo cimitero.

7) Il Casino della Regina era destinato alla sosta di principi e reali durante la caccia e alle feste “intime” di dame e cavalieri di Corte. Oltre allo scopo festoso, è importante perché ospita specie esotiche (malaleuca, acacia, eucalipto) e autoctone (carrubi e pini domestici). Oggi è anche ancora apprezzabile un prezioso giardino settecentesco murato, di cui resta la collezione di agrumi.

8) Il Vialone, di nome e di fatto, essendo lungo oltre un chilometro ed essendo una sorta di galleria verde per la presenza di alberi fitti; inoltre, vi trovbiamo anche una grande statua che gli fa prendere il nome anche di Vialone del Gigante.

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Il Vialone

9) La Porta di mezzo è invece il primo grande accesso al sito reale da cui si dipartono, con un bellissimo effetto scenografico, cinque viali che si addentrano nel bosco.

Merita una citazione a parte il Museo di Capodimonte, prima residenza borbonica. Qui è possibile apprezzare la straordinaria collezione dei Farnese, una delle famiglie più importanti del Rinascimento italiano. Una collezione che va dalla pittura e dalla scultura, si estende ai disegni, alle armi, alle arti decorative con una ricchezza di esemplari di grande raffinatezza, frutto sia del collezionismo farnesiano sia, in seguito, delle corti dei Borbone e dei Savoia.

SPECIALE: Car sharing anche a Napoli: si chiama Ci.Ro.

Dopo l’Unità d’Italia, grazie al lavoro attento del direttore amministrativo di Casa Savoia, Annibale Sacco, la reggia continua ad arricchirsi di importanti acquisizioni di dipinti, oggetti d’arte e d’arredo provenienti dalle ex residenze borboniche e alcuni ambienti del ‘piano nobile’ sono destinati a galleria di pittori e scultori viventi, ampliata via via dalle acquisizioni sabaude.

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Una delle stanze reali

Dopo la seconda guerra mondiale, fu oggetto di una ristrutturazione nel maggio del 1957, quando poi fu aperta definitivamente al pubblico come “Museo e Gallerie Nazionali di Capodimonte”.

L’ultimo passaggio è quello del 1995, quando venne varato un nuovo ordinamento espositivo delle collezioni, assumendo l’attuale configurazione.

Non manca comunque anche una sezione dedicata all’arte contemporanea, con numerosi tra i più importanti artisti del panorama internazionale.

Nel Museo, tra le varie attrazioni, meritano una menzione tanto le stanze reali, quanto i dipinti esposti di Tiziano, Caravaggio, Botticelli, Goya, Masaccio, Caracci, Bruegel, Mantegna e molti altri.

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Opera del Caravaggio “La flagellazione di Cristo”, tra le tante rare custodite nel Museo

Ora vi starete chiedendo: come si arriva alla Reggia di Capodimonte? Se siete in auto, l’uscita della Tangenziale di Napoli (dopo essere usciti eventualmente prima dall’austostrada, se venite da fuori Napoli) è Capodimonte, che dopo pochi chilometri porta al Parco seguendo le indicazioni. Trovare parcheggio all’esterno non è difficile. Un po’ più difficile arrivarci in treno, visto che nei dintorni non vi sono fermate della metro. Ma basta informarsi. Infatti è collegata tramite autobus.

Il Bosco di Capodimonte è aperto tutti i giorni dalle ore 9 fino ad un’ora prima del tramonto. Il bosco è chiuso 1 gennaio, lunedì in Albis, 1 maggio e 25 dicembre. L’ingresso è gratuito. Per quanto invece concerne le informazioni su orari e costo del biglietto per il Museo, vi consigliamo di andare al sito: http://www.polomusealenapoli.beniculturali.it/museo_cp/museo_cp.html

Vale la pena sottolineare anche il fatto che a Napoli ci sono altri parchi grandi, come il Parco Virgiliano a Posillipo e la Villa Floridiana (anch’essa ospitante un Museo) al Vomero. Di cui magari parleremo in altra sede.

Luca Scialò

Nato a Napoli nel 1981 e laureato in Sociologia con indirizzo Mass Media e Comunicazione, scrive per TuttoGreen da maggio 2011. Collabora anche per altri portali, come articolista, ghost writer e come copywriter. Ha pubblicato alcuni libri per case editrici online e, per non farsi mancare niente, ha anche un suo blog: Le voci di dentro. Oltre alla scrittura e al cinema, altre sue grandi passioni sono viaggiare, il buon cibo e l’Inter. Quest’ultima, per la città in cui vive, gli ha comportato non pochi problemi. Ma è una "croce" che porta con orgoglio e piacere.

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