Pellet o legna? Il riscaldamento che riduce le PM10 del 37%: ecco le 4 priorità per un calore davvero pulito
Le 4 priorità AIEL per un calore più pulito
Scaldarsi con legna, pellet o cippato non è un retaggio del passato: è una realtà ancora molto diffusa nelle case italiane e in continua trasformazione. Secondo il rapporto “Il legno nel riscaldamento residenziale e commerciale” di AIEL, al 2023 risultano installati quasi 9 milioni di generatori termici a biomassa legnosa, una presenza capillare che copre usi domestici e, in misura minore, la produzione di calore per più unità abitative.
Se avete poco tempo come sempre ecco il nostro riassunto audio qui di seguito.
Questo dato non è neutro per la salute pubblica: la qualità delle tecnologie installate incide direttamente sulle emissioni in atmosfera e quindi sulla qualità dell’aria che respiriamo.
Perché vale la pena leggere questi numeri? Perché ci dicono due cose importanti: da una parte quanto è radicata la filiera bosco-legno-energia nelle nostre case; dall’altra che l’evoluzione tecnologica ha un impatto misurabile sulle emissioni inquinanti, con benefici per il benessere collettivo. Di seguito troverai i punti chiave trattati nell’articolo e cosa aspettarti in ciascuna sezione.
- Diffusione degli impianti: panoramica della diffusione e della composizione del parco installato.
- Evoluzione tecnologica e emissioni: come le nuove classi di efficienza hanno cambiato il profilo inquinante.
- Consumi e filiera: numeri sui biocombustibili e suggerimenti per una gestione sostenibile che valorizzi l’economia locale.
Sommario
Dati e numeri che contano
I numeri del rapporto AIEL offrono un quadro chiaro e concreto della realtà italiana: sono installati quasi 9 milioni di generatori a biomassa legnosa, con una distribuzione netta tra diverse tipologie e usi.
In particolare, circa 6.350.000 generatori a legna costituiscono il 71,5% del totale, mentre gli apparecchi alimentati a pellet sono circa 2.500.000 (28,1%) e le caldaie a cippato rappresentano lo 0,4%. Si tratta prevalentemente di impianti domestici: oltre il 96% serve il riscaldamento diretto dell’ambiente in cui si trova l’apparecchio, mentre solo il 3,5% (circa 310.000 unità) è costituito da caldaie che alimentano più unità abitative.
La composizione tecnologica è interessante perché mostra una transizione nelle scelte d’uso:
- le stufe a pellet sono la tecnologia più diffusa (24%),
- seguite dalle stufe a legna (19,6%) e dagli inserti a legna (16%).
- I camini aperti, pur in diminuzione, restano ancora numerosi (28,1%).
Questi dati non sono solo statistica: indicano dove si concentra la domanda, quali tecnologie vanno supportate con politiche e incentivi, e dove è necessario intervenire per migliorare l’efficienza e ridurre l’impatto ambientale.
Tecnologia ed emissioni: la svolta è nelle stelle
Negli ultimi anni il settore ha registrato una lenta ma costante evoluzione tecnologica che si traduce in impatti tangibili sulla qualità dell’aria.
Tra il 2017 e il 2023 i generatori a 4 stelle sono passati da 91.000 a oltre 836.000 unità, e quelli a 5 stelle hanno superato le 95.000 unità; nello stesso periodo gli apparecchi a 2 stelle si sono ridotti di oltre un milione.
Questo ricambio tecnologico non è neutrale: AIEL stima una riduzione delle emissioni di particolato fine (PM10) pari a circa 60.000 tonnellate nel 2023, cioè il 37% in meno rispetto al 2010. La spiegazione risiede nei meccanismi di combustione più efficiente e nei controlli più stringenti, che insieme migliorano la resa energetica e abbassano la dispersione di particelle.
Secondo l’Associazione, non è tanto il numero di impianti a determinare il livello delle emissioni, quanto la qualità delle tecnologie adottate.
Per accelerare il turnover tecnologico AIEL indica quattro priorità: riqualificare il parco esistente; semplificare e stabilizzare gli incentivi; rafforzare i controlli anche tramite tecnologie innovative; promuovere una comunicazione efficace che valorizzi i benefici delle tecnologie moderne evitando approcci allarmistici.
A complemento della tecnologia, misure pratiche come l’uso di biocombustibili certificati e la manutenzione regolare possono ridurre ulteriormente le emissioni: studi di settore citati nel rapporto stimano una riduzione fino all’82% nella fase di ricarica dei generatori quando l’uso è corretto.
Verso una filiera sostenibile
I consumi nazionali di biocombustibili solidi nel 2023 sono stati pari a 13,3 milioni di tonnellate:
- il 72% sotto forma di legna da ardere (9,5 milioni di tonnellate),
- il 21% a pellet (2,8 milioni)
- e il 7% a cippato (926.000 tonnellate).
Tra il 2014 e il 2023 si osservano trend distinti: i consumi di legna sono diminuiti dell’11,2%, mentre quelli di pellet sono cresciuti del 71,3%, confermando la penetrazione di tecnologie più moderne e pratiche d’uso diverse. Il cippato si mantiene stabile, segnalando un mercato più limitato.
Questi numeri aprono due riflessioni pratiche e politiche. La prima è la necessità di sviluppare filiere del legno più robuste e certificate: l’Italia importa ancora molta legna e pellet e il tasso di prelievo dai boschi locali è tra i più bassi d’Europa, quindi investire in piani di utilizzo sostenibile e nella certificazione di buona gestione forestale può creare economie locali e rendere la risorsa più efficiente.
La seconda riguarda l’uso efficiente della risorsa stessa: preferire impieghi durevoli del legno e trasformare in energia solo ciò che non è altrimenti valorizzabile aiuta a coniugare tutela ambientale e sviluppo economico. Come sottolinea Domenico Brugnoni, presidente di AIEL, il riscaldamento a biomassa legnosa è «un’infrastruttura energetica capillare» e da questa realtà bisogna partire per costruire politiche efficaci.
Accelerare il rinnovo tecnologico, sostenere filiere certificate, migliorare informazione e controlli e promuovere buone pratiche d’uso sono azioni concrete che possono ridurre le emissioni e valorizzare una fonte rinnovabile ancora molto apprezzata dagli italiani. Il cambiamento è possibile: serve coordinamento tra istituzioni, industria e cittadini per trasformare un patrimonio diffuso in un’opportunità sostenibile.
Ultimo aggiornamento il 16 Novembre 2025 da Rossella Vignoli
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