La tutela del territorio, molto spesso, passa anche attraverso il recupero di terreni incolti o degradati i cui proprietari, per svariate ragioni, smettono di occuparsi. Eppure quelle terre abbandonate possono diventare delle piccole ‘oasi’ comunitarie in cui dar vita ad un sistema di riuso concreto e virtuoso del suolo pubblico, all’autoproduzione alimentare e alla creazione di redditi alternativi.
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Lo sa bene l’associazione socio-culturale ‘Terre Colte’ che in pochi anni di attività è già riuscita a salvare dall’abbandono ettari ed ettari di terreni incolti trasformandoli in orti comunitari a disposizione dei cittadini consociati.
Partita dal recupero di un terreno abbandonato di 3.000 mq nella provincia di Cagliari, poi trasformato in orto condiviso e suddiviso in 40 lotti da 50 mq ciascuno, Terre Colte oggi vanta il recupero di 10.000 mq di terreni che ospitano circa 200 orti comunitari che tengono occupate 50 famiglie. Un vero successo considerando che un piccolo appezzamento di 50 mq può produrre fino a 30-40 kg al mese di buona frutta e verdura.
Grazie a questo tipo di iniziative, non solo molti terreni abbandonati vengono resi produttivi e valorizzati dal lavoro di ortolani, anziani e famiglie, ma prende vita una sorta di associazionismo spontaneo in forma sempre più organizzata in seno al quale le esperienze individuali e i piccoli successi legati alla coltivazione dell’orto si trasformano in ‘sapere condiviso’.
Gli obiettivi che l’associazione Terre Colte si propone di raggiungere nel prossimo triennio sono importanti quanto ambiziosi:
Per aderire all’iniziativa o saperne semplicemente di più, visitate il sito ufficiale di Terre Colte all’indirizzo associazioneterrecolte.blogspot.it.
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