Ambiente

Siccità e scarsità alimentare: nel 2050 saranno tutti vegetariani!

La necessità di un cambiamento alimentare per il futuro del Pianeta

Nel 2050 saranno tutti vegetariani? In questa data il mondo potrebbe trovarsi a dover abbracciare una dieta prevalentemente vegetariana, non per scelta, ma per necessità. Cambiamenti climatici, scarsità di risorse idriche e un aumento esponenziale della popolazione mondiale stanno rendendo insostenibile il consumo di carne e prodotti di origine animale così come lo conosciamo oggi.

Siccità e scarsità alimentare: nel 2050 saranno tutti vegetariani!

Non si tratta di una visione catastrofista, ma di una realtà supportata da numerosi studi scientifici che sottolineano come il sistema alimentare attuale, basato su un consumo elevato di carne, sia insostenibile. Questa transizione, però, potrebbe diventare un’opportunità per ripensare il nostro rapporto con la terra e con il cibo, rendendo la nostra alimentazione più resiliente e sostenibile.

Perché nel 2050 saranno tutti vegetariani

Secondo vari studi, il Mondo dovrà avere un’alimentazione vegetariana in un futuro non troppo lontano. Non tanto per scelta (o almeno non solo), ma soprattutto per necessità.

Siccità e scarsità alimentare sono strettamente correlate, e anche l’aumento costante della popolazione mondiale impongono una scelta sostenibile.

I consumi alimentari del mondo occidentale e di alcuni Paesi in via di sviluppo sono insostenibili sul lungo periodo. Già oggi 900 milioni di persone vanno a letto affamate tutte le sere e 2 miliardi sono da considerare malnutrite. Nei prossimi quattro decenni la terra passerà da 7 miliardi di umani a 9 miliardi, un aumento che renderà ancora più drammatica la carenza di cibo.

La necessità di una dieta vegetariana potrebbe essere la soluzione per limitare i danni ambientali, economici e sociali causati dai cambiamenti climatici. Le principali cause di questa possibile evoluzione sono:

  • Cambiamenti climatici. Accelerando il ciclo idrologico, le regioni già aride diventano sempre più secche. Secondo l’Intergovernmental Panel on Climate Change, la desertificazione e le siccità diventeranno eventi sempre più frequenti, riducendo la capacità agricola di molte aree del mondo. Questo impatterà soprattutto la produzione di alimenti ad alta intensità di risorse, come carne e latticini.
  • Crescita della popolazione mondiale. L’aumento della popolazione globale a 9 miliardi nel 2050 poterebbe a non avere abbastanza cibo per sostenere questa crescita e richiederà un ripensamento delle abitudini alimentari. L’agricoltura intensiva per la produzione di carne non sarà sufficiente a soddisfare la domanda senza esaurire le risorse naturali.
  • Scarsità idrica. L’acqua è una risorsa essenziale per la produzione alimentare, ma è anche limitata. Attualmente, un terzo delle terre arabili del pianeta è destinato alla produzione di mangimi per animali d’allevamento. Ridurre il consumo di carne significherebbe liberare risorse idriche e terreni per colture più efficienti.
  • Impatto ambientale degli allevamenti intensivi. Gli allevamenti sono una delle principali cause di emissioni di gas serra, deforestazione e perdita di biodiversità. Secondo la FAO il settore zootecnico contribuisce a circa il 14,5% delle emissioni globali di gas serra, una percentuale simile a quella dell’intero settore dei trasporti.

Quanto acqua si consuma per produrre gli alimenti

La produzione di carne e prodotti animali richiede molte più risorse rispetto a frutta, verdura e cereali. Ecco una comparazione dell’impronta idrica per ogni cibo basata sui dati dell’associazione Water Footprint Network:

Alimento Litri d’acqua per kg di AlIMENTO
Carne di manzo 15.400
Carne di maiale 6.000
Carne di pollo 4.300
Latte 1.000
Riso 2.500
Grano 1.300
Frutta (media) 1.000
Verdura (media) 322

Da questa tabella risulta evidente che produrre 1 kg di carne bovina richiede quasi 50 volte più acqua rispetto a 1 kg di verdura. Questa differenza dimostra l’impatto ambientale sproporzionato degli alimenti di origine animale rispetto a quelli vegetali.

La siccità è la causa principale della scarsità di cibo

In condizioni di crescente siccità, il problema della scarsità alimentare sarà sempre più evidente, in un pericoloso ciclo di feedback positivo. In sostanza, la siccità contribuisce alla scarsità alimentare, che si aggrava anche di più.

  • Degrado del suolo. Una siccità prolungata causa la desertificazione e il degrado del suolo, rendendolo meno fertile e meno capace di trattenere l’acqua, e riduce la produttività agricola e la disponibilità di risorse alimentari, contribuendo alla scarsità ambientale
  • Stress idrico. La scarsità d’acqua limita la disponibilità di acqua per l’agricoltura, l’industria e il consumo umano, creando competizione per le risorse idriche, conflitti e migrazioni
  • Perdita di biodiversità. Questa situazione minaccia la sopravvivenza di molte specie vegetali e animali, riducendo la biodiversità, che indebolisce gli ecosistemi, rendendoli più vulnerabili alla siccità e ad altri eventi climatici estremi
  • Incendi boschivi. Aumenta il rischio di incendi boschivi, che distruggono la vegetazione, rilasciando grandi quantità di CO2 nell’atmosfera e contribuendo ancora di più al cambiamento climatico e alla desertificazione
  • Impatto sulla salute umana. Scarsità d’acqua e cibo porteranno a malnutrizione, malattie e aumento della mortalità, soprattutto nelle popolazioni più vulnerabili

Cambiamenti del clima e delle abitudini alimentari

Il cambiamento del clima sta intensificando il ciclo idrologico, rendendo le regioni umide più umide e quelle aride più aride. Le proiezioni climatiche indicano un aumento della frequenza e dell’intensità delle siccità in molte regioni del mondo, in particolare nel Mediterraneo, in Africa sub-sahariana, in Australia e nel sud-ovest degli Stati Uniti.

Condizioni di aridità crescente avranno un impatto significativo sulle abitudini alimentari dell’umanità. Potremmo così dover assistere a:

  • Riduzione della di alcuni alimenti, perché sarà difficile coltivare determinate colture oggi diffuse, come cereali, frutta e verdura, in alcune regioni
  • Aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, meno alimenti prodotti determinano un aumento dei prezzi, rendendo l’accesso più difficile per le popolazioni più povere
  • Cambiamenti nella dieta, potrebbe essere necessario adattare la dieta, consumando alimenti più resistenti alla siccità, come miglio, sorgo e legumi, ed eventualmente affermarsi il consumo di insetti e di carne coltivata in laboratorio
  • Migrazioni, la scarsità di risorse potrebbe forzare le popolazioni a migrare verso regioni con maggiore disponibilità di acqua e cibo

Come potrebbe cambiare l’alimentazione nel futuro?

Nel 2050, l’alimentazione umana potrebbe essere radicalmente diversa rispetto a quella attuale. Alcuni scenari futuri includono:

  • Maggiore consumo di alimenti vegetali. Cereali, legumi, verdura e frutta diventeranno la base della dieta globale, grazie alla loro efficienza nell’uso delle risorse e al loro basso impatto ambientale.
  • Sviluppo della carne coltivata in laboratorio. La carne sintetica, prodotta senza allevamenti, potrebbe diventare una valida alternativa. Aziende come Beyond Meat e Memphis Meats stanno già sviluppando prodotti che replicano il gusto e la consistenza della carne senza gli stessi costi ambientali.
  • Affermazione di alimenti alternativi. Insetti, alghe e piante altamente nutrienti come il sorgo e il miglio potrebbero diventare componenti fondamentali della dieta, offrendo un apporto proteico sostenibile.
  • Riduzione degli sprechi alimentari. Ottimizzare la catena di distribuzione e ridurre gli sprechi potrebbe liberare risorse sufficienti per sfamare miliardi di persone. Secondo la FAO, un terzo del cibo prodotto oggi viene sprecato.
  • Diete personalizzate e sostenibili. Grazie alla tecnologia, le persone potrebbero adottare diete personalizzate basate su esigenze nutrizionali individuali e sull’impatto ambientale degli alimenti.

Fonti scientifiche a supporto del futuro vegetariano del Mondo

Numerosi studi scientifici confermano queste prospettive. Ricerche pubblicate su riviste scientifiche come Nature, Science e Proceedings of the National Academy of Sciences analizzano l’impatto della siccità sulla sicurezza alimentare, sulla biodiversità e sulla salute umana.

https://www.wri.org/insights/how-sustainably-feed-10-billion-people-2050-21-charts
Fonte: https://www.wri.org/insights/how-sustainably-feed-10-billion-people-2050-21-charts – WRI

Il futuro è (quasi) vegetariano: uno studio

Passare a una dieta prevalentemente vegetariana non è più solo un obbligo morale, ma una necessità pratica per preservare le risorse del pianeta e garantire la sicurezza alimentare per le future generazioni. Questo cambiamento non significa rinunciare al gusto o alla varietà: grazie all’innovazione tecnologica e alla diversificazione delle colture, l’alimentazione del futuro potrebbe essere sostenibile, nutriente e sorprendentemente gustosa.

A dare questi dati catastrofici è il rapporto del professor Malik Falkenmark e dei suoi colleghi dello Stockholm International Water Institute. I quali ci suggeriscono di cambiare dieta alimentare. Attualmente ricaviamo il 20% delle proteine necessarie al nostro fabbisogno da prodotti derivati dagli animali, che si tratti di carne o latticini; ma questa percentuale dovrà scendere al 5% o forse anche a meno entro il 2050, se vorremo evitare carestie e conflitti causati dalla scarsità di cibo.

Il problema di partenza è ovviamente legato all’acqua. Già oggi scarseggia e in molte regioni è un bene più prezioso del petrolio per la sopravvivenza della nostra specie, ma fra quarant’anni non basterà sicuramente per produrre gli alimenti necessari a 9 miliardi di terrestri.

Il cibo ricavato da animali, infatti, consuma da 5 a 10 volte più acqua di quella che serve a una alimentazione vegetariana. Cambiare dieta permetterebbe dunque di consumare meno acqua per l’agricoltura, e non solo: oggi un terzo delle terre arabili del pianeta sono destinate alla crescita di sementi e raccolti destinati a sfamare gli animali da allevamento. Se mangiassimo meno animali, risparmieremmo acqua e avremmo a disposizione più terra per altri usi agricoli.

Agli scettici della dieta vegetariana e agli amanti della “fiorentina” non resta che sperare che gli scienziati svedesi si sbaglino.

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Ultimo aggiornamento il 11 Dicembre 2024 da Rossella Vignoli

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Federica Ermete

Nata a Busto Arsizio nel 1982, dopo il diploma si trasferisce a Cremona – dove vive tutt’ora – per conseguire la laurea in ambito umanistico. Sia per formazione professionale che per passione personale, i suoi ambiti di specializzazione sono l’alimentazione, la salute, il fitness di cui è appassionata anche nella vita quotidiana, ed il benessere naturale. Collabora con entusiasmo con la redazione di Tuttogreen dal giugno 2020.

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