Cos’è la trichinella e come difendersi da questo parassita molto pericoloso
La trichinella è una malattia molto conosciuta nel passato il cui rischio, però, perdura ancora oggi: ecco cos’è e perché è importante stare attenti a non mangiare carne cruda.
Sommario
La Trichinella è un parassita veterinario, che colpisce gli animali, in particolare i ratti e i suini; in certe occasioni, quando si mangia la carne (di suino, perché di ratto è più raro mangiarla) se l’animale era infestato da questo parassita rischiamo di prenderlo e, nella migliore delle ipotesi, di stare male alcuni giorni. Nella peggiore, possiamo arrivare alla cecità.
Trichinella: che cos’è?
La Trichinella è un verme, un piccolo vermicello di dimensioni microscopiche che nessuno riesce a vedere ad occhio nudo. Non si vede ma c’è, e nella carne è ben vivo. Se non lo uccidiamo, generalmente con la cottura, rischiamo di assumerlo noi stessi.
Trichinella vive nei muscoli, aspetta che un animale venga mangiato da un altro, quindi si sposta nei suoi muscoli e aspetta che il nuovo ospite venga mangiato a sua volta. In natura, in bosco, il parassita sopravvive perché il suino mangia i ratti (quando riesce a prenderli) e poi, quando muore, i ratti mangiano lui. È un ciclo che va avanti da migliaia di anni.
Il problema che riguarda l’uomo arriva quando a mangiare la carne suina infestata dal verme siamo noi.
Nel nostro corpo, Trichinella si comporta esattamente come nel corpo degli animali e, arrivando nell’intestino, si sposta tramite l’apparato circolatorio e si ferma nei nostri muscoli.
Arrivata qui, crea una specie di “nido”, una vescicola liquida in cui sopravvive rubando il nutrimento ai nostri muscoli: più tempo passa, più la vescicola ingrandisce fino poi a morire (perché non veniamo mangiati da nessuno, ovviamente) circa un anno dopo la sua entrata.
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Quali sono i sintomi della trichinella?
I sintomi di questa malattia, nel momento in cui la prendiamo dalla carne suina, sono piuttosto generici, ed abbiamo per qualche giorno malessere e diarrea, sintomi di cui (al di là di un po’ di riposo) non ci preoccupiamo particolarmente, anche se la trichinellosi potrebbe essere diagnosticata attraverso dei semplici esami del sangue.
I problemi avvengono però nel lungo periodo: quando, infatti, le vescicole del parassita iniziano a crescere nei muscoli questi perdono la loro funzionalità.
Infatti se i muscoli infestati sono muscoli grandi, come quelli delle braccia, magari non ce ne accorgiamo nemmeno, ma se ad essere interessati sono i muscoli oculomotori (che consentono di muovere il bulbo oculare) che sono molto sottili, c’è il serio rischio di non poter più muovere affatto gli occhi diventando di fatto ciechi, e a una situazione del genere non c’è cura.
Come prevenire la trichinella
Per prevenire questo pericoloso parassita, che non è diffusissimo ma, non dimentichiamolo, in Italia è presente, la regola fondamentale è quella di non mangiare carne suina cruda.
Di fondamentale importanza è cuocerla sempre, perché solo cuocendola il parassita viene ucciso.
I suini di allevamento, quelli la cui carne troviamo normalmente al supermercato, di solito non hanno questo problema perché non mangiano ratti. Non solo nelle aziende agricole è obbligatoria la disinfestazione, ma in ogni caso i suini macellati sono controllati sistematicamente dai veterinari ASL. Questo è il motivo per cui possiamo essere ragionevolmente sicuri dell’assenza del problema.
Quando i suini non sono di allevamento
Problema che invece è ben presente quando i suini sono allevati a casa, da allevatori domestici, o cacciati, per quanto riguarda i cinghiali: in questi casi, infatti, a volte il controllo ufficiale viene evitato (nonostante siano previste sanzioni se lo si evita) e inizia a circolare carne “sottobanco” che qualcuno può offrirci.
Questa carne sarà anche buona, ma va assolutamente cotta, perché se fosse infestata dal parassita, che in campagna/bosco è presente, rischieremmo seriamente di assumerlo a nostra volta. Nel caso in cui non sappiamo se la carne sia stata cotta o meno, dobbiamo surgelarla per almeno un mese, perché un congelamento così lungo uccide il parassita.
Insaccati e trichinella
Bisogna stare molto attenti anche agli insaccati. Sale e insaccamento, infatti, non risolvono il problema, e specialmente dalle salsicce che vengono vendute fresche rischiamo di prendere la trichinella. Come regola di base, cuociamo sempre questi alimenti.
La carne cruda piace a molti, è vero, ma rischiare la nostra salute per arrivare addirittura alla perdita della vista non vale la pena. Assolutamente.
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Ultimo aggiornamento il 8 Dicembre 2018 da Rossella Vignoli