Salute

Campylobacter: cos’è e come si previene

Scopriamo chi è il Campylobacter, l’agente patogeno della malattia a trasmissione alimentare più diffusa al mondo.

La Campylobatteriosi, causata da batteri del genere Campylobacter, è la malattia alimentare più diffusa del mondo e, contrariamente a quanto si potrebbe credere, è molto diffusa anche nel nostro paese. 

Campylobacter: cos’è e come si previene

Si tratta di una situazione particolare, che di solito è autolimitante (cioè, “sparisce” da sola) ma può avere casi anche molto gravi:

  • ad esempio, può portare alla sindrome di Guillain-Barré, o alla paralisi progressiva dovuta ad un’infiammazione acuta dei nervi.

Ma perché questa malattia è così diffusa e, soprattutto, perché non ne hai mai sentito parlare?

Campylobacter: cos’è, i sintomi e come si trasmette

Il Campylobacter è un batterio molto diffuso nell’ambiente, che può colonizzare l’organismo di vari animali, uomo compreso. E’ patogeno per alcuni (come l’uomo, ma anche il cane) mentre molto meno per altri (bovini, uccelli).

È un batterio che si prende per via orale, e che si localizza nell’intestino causando forti infezioni che danno come sintomo principale la diarrea, oltre che i dolori addominali ed eventualmente il vomito.

Se, poi, riesce a lasciare l’intestino da anche manifestazioni più gravi, che vanno dalla febbre alla precedentemente citata sindrome, ma può avere anche altre conseguenze come la meningite.

campylobacter

Il rischio del Campylobacter è essenzialmente uno, ovvero il suo animale serbatoio.

L’animale serbatoio è quell’animale in cui il batterio si moltiplica e prolifera, senza però dare alcun sintomo evidente

L’animale serbatoio per questo batterio è il pollo, una specie che consumiamo molto comunemente.

Certo, si può prendere anche in altri modi, ad esempio:

  • dal latte (se non è controllato)
  • dalle frattaglie crude del bovino (se qualcuno le mangia, ma c’è il rischio di prendere qualcosa di ben peggiore!).

Uno degli animali che invece non sembra essere interessato da questa situazione è il maiale, non legato a questa malattia.

Tornando ai polli, praticamente sono pieni di Campylobacter, e in particolare è piena la loro pelle.

Personalmente mi sono trovato in un’esercitazione in cui comprando un pollo, in un supermercato, confezionato (in vaschetta, erano due vaschette: un galletto amburghese e un pollo nostrano, solo l’anca), entrambe contenevano il Campylobacter.

Questa è una cosa di cui le autorità sanitarie sono ben al corrente:

  • dopo aver provato a combatterlo in tutti i modi, per scoprire poi che aveva sviluppato la resistenza agli antibiotici (si, perché c’è anche quella) sono giunti ad una conclusione..
  • non si fa più nulla per combatterlo.

Tranne una cosa: obbligare i consumatori a cuocere il pollo, visto che la temperatura di cottura sicuramente uccide tutti i Campylobacter che ci sono e il problema si risolve definitivamente.

E tutti sappiamo che il pollo va cotto: ce lo ricorda anche il buon Bastianich, quando dice che “il pollo crudo è piricoloso“.

E allora perché, nonostante questo, continua ad essere la principale causa di malattie alimentari, mentre la Salmonella, ad esempio, sta scendendo?

Campylobacter: come si trasmette in casa

La risposta a questa domanda è che la trasmissione domestica è molto più frequente di quanto pensiate:

  • soprattutto, è molto più subdola e sicuramente non ci avete mai fatto caso.

In casa il Campylobacter non lo trasmette il pollo, ma lo trasmettiamo noi, con le nostre mani e i nostri utensili, soprattutto i coltelli.

Facciamo un esempio che chiarisca il tutto:

  • io ho un pollo, ovviamente crudo.
  • Magari è un pollo intero, e io lo taglio con il coltello, per metterlo a cuocere.
  • Lo stesso coltello poi lo uso per tagliare un’altro cibo, che però consumerò a crudo, come dei pomodori o l’insalata
  •  il pollo verrà privato di tutti i batteri mettendolo in forno
  • il contorno rimarrà contaminato dal coltello, sul quale i batteri sono ancora tutti vivi e vegeti
  • l’alimento vegetale, crudo, ci infetta di Cambylobatteriosi.

Si capisce bene quindi quale sia il pericolo:

  • ciò che abbiamo trasmesso di fatto con il coltello lo poteva fare il tagliere su cui abbiamo poggiato cibi diversi
  • oppure le nostre mani che, dopo aver toccato il pollo, toccano poi delle tartine, il pane o comunque cibi che rimangono crudi o che sono già cotti.

Può accadere che qualcuno dei commensali, bambini o anziani, la notte (il problema insorge nel giro di poche ore) abbiano un po’ di mal di pancia e diarrea:

  •  sono stati fortunati e i Campylobacter che sono entrati nel nell’organismo erano pochi, per cui il sistema immunitario è riuscito a tenerli a bada.

Sono proprio questi casi, che non vengono alla conoscenza dei medici, a far sì che la Campylobatteriosi sia la malattia più frequente a trasmissione alimentare.

Purtroppo succede anche che in una piccola parte dei casi le conseguenze non siano “trascurabili”ma gravi.

Questo è un problema grosso, perché il Campylobacter è resistente agli antibiotici, difficile da curare anche in ospedale.

Campylobacter: la prevenzione

Le regole per la prevenzione sono sempre quelle di non consumare i cibi crudi, in generale.

In particolare il pollo e gli altri uccelli, dal tacchino alla selvaggina.

Per questo, quando si cucinano è importante:

  • lavarsi le mani spesso
  • prepararli separatamente da tutti gli altri alimenti
  •  mettere in lavastoviglie tutti gli utensili che si è usato per non correre il rischio di utilizzarli nuovamente.

In questo modo saremo abbastanza sicuri di tenere sotto controllo una malattia che può divenire anche grave.

Eccovi anche i nostri consigli su come prevenire altre malattie alimentari con una buona igiene:

Valerio Guiggi

Classe 1988. Laureato in Veterinaria e abilitato alla professione, si è sempre interessato alla branca della veterinaria che si occupa di Sicurezza Alimentare e Ispezione degli Alimenti, discipline per le quali a fine 2016 diventa specialista. Nella vita si occupa di consulenza sanitaria e normativa ad aziende che producono alimenti. Da sempre appassionato di scrittura, diventa articolista parlando di tematiche tecnologiche nel 2011 per unire la sua passione alla sua professione dopo la laurea. Scrive su Tuttogreen da giugno 2015, occupandosi di tematiche inerenti la sicurezza e la qualità alimentare.

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