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Biopiscina, ecocompatibile e a risparmio energetico

I biolaghetti artificiali hanno iniziato a diffondersi nei giardini del nord Europa a partire dagli anni Ottanta. E adesso, con il solito biologico ritardo, cominciano a prendere piede anche in Italia. A giocare da protagoniste per la loro depurazione troviamo le piante acquatiche che, grazie alle loro proprietà filtranti, permettono di tenere pulito il bacino senza usare agenti chimici; tra cui, il cloro che molto spesso può causare allergie e irritazioni.

A richiederli come alternativa alle normali piscine, secondo gli esperti del settore, gli agriturismi e le famiglie particolarmente sensibili ai problemi ambientali.

Esse richiedono alcuni accorgimenti. In primis lo spazio, che, per ricreare in giardino un vero e proprio ecosistema, deve essere di almeno 100 metri quadri. Inoltre occorre mettere la microflora e la microfauna giusta a seconda delle temperature atmosferiche. E pochi, pochissimi pesci, per cercare di dare vita a un luogo «vivo», fatto di equilibri e di biodiversità.

Fondamentale è la scelta della flora. La quale, se viene selezionata usando come guida il fattore estetico, rischia di diventare un serio problema. Alcune piante oltre i 30 gradi di temperatura vanno in crisi e perdono la loro funzionalità. Per questo bisogna sceglierle con criterio. Ad esempio, iris e loto restano attivi anche a temperature elevate. Tutte scelte che a volte si possono integrare usando anche materiali del posto.

Non meno importanti delle piante, anche gli animali che popolano i biolaghetti. La fauna è infatti importantissima per mantenere saldo l’equilibrio biologico. Ad esempio, sono fondamentali i protozoi, come le dafnie, che contribuiscono a eliminare gli agenti inquinanti. Importanti anche gli insetti, come libellule e pulci d’acqua che fanno da antagonisti alle zanzare mangiandosi le loro uova. Un ruolo, quello di antizanzare, che nei biolaghetti spetta anche agli anfibi, come rane e salamandre.

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Se si vuole un’acqua trasparente e balneabile, però, è sconsigliabile mettere tanti pesci. Al massimo uno o due di specie carnivore per non sovraccaricare il compito di depurazione delle piante.

Tra i segreti del laghetto naturale vi è il movimento costante dell’acqua con pompe, a bassissimo consumo energetico, che la costringono a passare sul substrato filtrante depositato sul fondo del bacino, ossia dove sono radicate le piante.

Il biolaghetto richiede pochissima gestione. Esso, secondo gli esperti, è in grado di tenersi in equilibrio da solo senza l’intervento dell’uomo. E ciò fa sì che i costi di manutenzione di una biopiscina siano nulli proprio perché le piante si regolano da sole. E anche la spesa energetica per le pompe, essendo a bassissimo consumo, è veramente irrisoria.

Più impegnativo invece, il costo di realizzazione del biolago che oscilla, a secondo degli ornamenti, come pontili e piante extra, tra 300 e 600 euro al m².

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Published by
Luca Scialò

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