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Cambia l’attitudine verso gli zoo? In Costa Rica li chiudono…

L’ultima iniziativa lanciata dal governo della Costa Rica vede la chiusura di tutti gli zoo finanziati dallo Stato e la liberazione degli animali in essi ospitati a maggio dell’anno prossimo.

Cambia l’attitudine verso gli zoo? In Costa Rica li chiudono…

Alcuni esperti che si occupano della protezione delle specie selvatiche si sono dimostrati perplessi, a causa delle ovvie difficoltà di inserimento di questi animali in un diverso contesto, tuttavia il provvedimento è stato presentato dal ministro dell’Ambiente René Castro in risposta al cambiamento generale verificatosi nell’orientamento dei cittadini di questo paese nei confronti della tematica.

Il progetto prevede che lo zoo “Simon Bolivar”, creato quasi un secolo fa e sito nel centro della capitale San José, sia trasformato in un giardino botanico e che  il “Centro di conservazione Santa Ana”, a ovest della città, diventi una riserva forestale di cinquantun ettari. L’idea principe è allontanarsi dal concetto di animali chiusi in gabbie per rafforzare quello d’interazione dell’uomo con l’ambiente all’interno di parchi botanici. Lo scopo finale è quello di  riscoprire un approccio naturale  alle biodiversità.

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L’intento del governo, illustrato ai media locali, è mostrare di essere contro la cattività degli animali, a meno che questa non sia necessaria per la salvaguardia della loro vita. Il vice ministro dell’Ambiente, Ana Lorena Guevara ha spiegato che tutti gli animali saranno reintrodotti nell’ambiente naturale o spostati in centri preposti alla loro salvaguardia. Bisogna tenere presente che attualmente i due giardini zoologici ospitano circa quattrocento animali, appartenenti a sessanta specie diverse, fra cui vi sono diversi tipi di scimmie come il tamarino dalla testa dorata, il tamarino a chioma di cotone e i lemuri, grandi felini come giaguari e leoni e varie specie di volatili.

Lo zoo dedicato al generale Simón Bolívar è stato aperto nel 1921 al fine di preservare l’ambiente e le specie animali in pericolo, e trae le sue origini dal Giardino botanico e Istituto degli animali della Costa Rica fondato nel 1884 da Henry Pittier Prommond. Lo zoo partecipa attualmente  già a diversi progetti di salvaguardia e studio degli animali. Il centro di Santa Ana o SAZOO è stato fondato invece nel 1952 da Joseph Prentice.

Lo stato degli zoo in Costa Rica è stata una questione dibattuta dagli ambientalisti per anni. Difatti, nel 2006, l’Associazione  per la preservazione di flora e fauna selvatiche ha intentato causa contro gli zoo per le discutibili condizioni igienico-sanitarie di questi, portando la Corte suprema costituzionale a ordinare immediate migliorie. Nel 2003 il Ministero dell’ambiente cercò di revocare il contratto di gestione dei due zoo alla Fundazoo senza successo, e attualmente questa fondazione si sta battendo in tribunale per sventare l’ultima minaccia di chiusura.

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La Fundazoo sostiene che il contratto di gestione le sia già stato rinnovato fino al 2024. Eduardo Bolanos, portavoce della fondazione che ha in cura i due zoo, ha espresso le sue perplessità ai giornali, chiedendosi dove verranno portati tutti gli animali, quali sicurezze questi ultimi avranno e se e dove sarà possibile per la gente comune ammirare le particolarità faunistiche della Costa Rica una volta chiuse le due strutture.

Appare strano, per Bolanos, che il Ministero voglia trasferire degli animali allevati secondo i dettami sanciti dalla legge in luoghi che non saranno sotto la sua autorità. Inoltre, il portavoce della fondazione sottolinea come già i due luoghi si siano prestati a essere centri di cura e salvaguardia per diversi animali e si possano quindi già considerare dei veri e propri centri di soccorso. La questione appare quindi spinosa e non ancora definita. Considerando che la Costa Rica è una nazione riconosciuta internazionalmente per gli sforzi fatti  per la conservazione dell’ambiente, si spera solo che la soluzione finale di questa storia sia a vantaggio degli animali e non solo degli uomini e che gli animali non debbano soffrire per trasferimenti repentini.

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