Caviro: la cantina d’Italia sostenibile e amica dell’ambiente
Considerata la ‘cantina d’Italia’, Caviro è una cooperativa vitivinicola tra le più rappresentative del territorio nazionale. Oltre ad essersi affermata tra i maggiori produttori di vino del nostro Paese, ha sposato un approccio sostenibile che punta a ridurre l’impatto ambientale nella produzione ed a garantire condizioni dignitose ai lavoratori, promuovendo al contempo la sicurezza e la salute dei consumatori.
Sommario
Gruppo vitivinicolo fondato nel 1966 a Faenza, nel cuore dell’Emilia Romagna, Caviro si è affermato negli ultimi decenni come cooperativa agricola leader in Italia, con circa l’11% di uva conferita. Presente in diverse regioni italiane, è in grado di garantire prodotti vinicoli di qualità, con varie soluzioni di packaging, coprendo ogni fascia di consumo. Esperienza in campo enologico e tendenza all’innovazione sono gli ingredienti alla base di questi risultati.
Il 22 ottobre Caviro si presenta al pubblico perché vuole raccontare il suo percorso e i traguardi raggiunti fino ad oggi. E anche per dare particolare attenzione al tema della sostenibilità, sottolineando gli sforzi ancora da intraprendere insieme a quelli già compiuti.
Caviro: un po’ di storia
Diffuso in sette regioni italiane, tra cui primeggia l’Emilia Romagna, dove incontra le sue radici più profonde, seguita da Abruzzo, Veneto e Sicilia, è presente anche in Puglia, in Toscana e nelle Marche.
Vincitore di premi nazionali e internazionali, il gruppo Caviro si è imposto sul mercato italiano e mondiale soprattutto nella commercializzazione di vino, seguendo i principi del rispetto delle risorse naturali, del territorio locale e del lavoro equo.
Grazie alla distribuzione regionale dei vigneti, è in grado di offrire una proposta di prodotti vinicoli ampia e variegata. Disponibile in tutti i tipi di formati, i vini presenti nei mercati mondiali sono tali da soddisfare ogni fascia di consumo.
L’economia circolare del gruppo Caviro
Oltre alla qualità, il fiore all’occhiello di questa realtà produttiva è la notevole attenzione al tema della sostenibilità.
Rispetto per l’ambiente, promozione della sicurezza e del benessere dei dipendenti e dei consumatori, adozione di modelli di produzione a basso impatto e improntati ai principi dell’economia circolare.
Tutti questi sono gli elementi-chiave da tenere in considerazione per inquadrare il modus operandi di questa cooperativa.
Gli obiettivi di sviluppo sostenibile
Nel suo report di sostenibilità il gruppo Caviro sottolinea anche l’impegno ad esercitare azioni concrete in favore del raggiungimento degli obiettivi già previsti dall’Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile del Pianeta.
Parliamo dei 7 Sustainable Developments Goals (SDGs), che comprendono:
- promozione del benessere di tutti
- accesso a sistemi economici affidabili, sostenibili e moderni
- promozione della crescita sostenibile ed inclusiva con condizioni dignitose per i lavoratori
- innovazione e industrializzazione equa, responsabile e sostenibile
- garanzia di modelli sostenibili di produzione e consumo
- azioni di contrasto del cambiamento climatico
- sostegno a pace, giustizia e istituzioni forti
Il recupero degli scarti della vinificazione
Tra le iniziative tangibili di Caviro vogliamo parlare in particolare della valorizzazione dei sottoprodotti della vinificazione, che favorisce l’avvio di un processo virtuoso di economia circolare.
Il recupero degli scarti è, infatti, un modo concreto per generare valore, riducendo l’impatto ambientale delle attività produttive.
Grazie all’investimento di circa 100 milioni di euro nell’arco degli ultimi 10 anni a favore di progetti di recupero degli scarti di lavorazione agroalimentari, è stata fornita materia prima per il settore alimentare, farmaceutico ed agricolo.
Questi progetti hanno impattato positivamente sull’ambiente, sprecando meno risorse. Tra i vari benefici e iniziative di questa attività di recupero segnaliamo:
- Produzione di energia. È stata prodotta energia utile per assicurare l’autosufficienza degli impianti del gruppo, cedendo l’energia in eccedenza alla rete nazionale.
- Acido tartarico. Tra gli esempi degni di nota in termini di recupero degli scarti, troviamo la produzione di acido tartarico e alcol, di cui la Caviro Extra, società del gruppo, detiene al momento attuale posizioni di leadership.
- Biometano. A maggio 2019 l’azienda è diventata il primo produttore italiano di biometano, realizzato al 100% da scarti agroalimentari e quindi privo degli idrocarburi di origine fossile. Viene immesso nella rete nazionale sottoforma di energia.
- Fanghi. Altra preziosa risorsa sono i fanghi prodotti dalla depurazione delle acque reflue del processo agroalimentare. Sono conferiti solo dopo un processo di depurazione e valorizzazione, finalizzato alla loro reimmissione nella filiera produttiva come ammendante, cioè un fertilizzante naturale adatto per i terreni della filiera agricola.
- Plastica biologica e biodegradabile. Di recente presentazione è il progetto in collaborazione con l’Università degli Studi di Bologna per il primo impianto di produzione di una particolare plastica biologica e biodegradabile. Quest’ultima verrà ricavata dalla corrente proveniente dal depuratore che tratta gli scarti della filiera agroalimentare.
- Gestione dei rifiuti. La cooperativa può vantare un approccio ai rifiuti che mette al primo posto la sostenibilità e la riduzione dell’impatto ambientale. Segue un’attenta raccolta differenziata che porta a recuperarne il 99% e nell’ottica di una riduzione progressiva la quantità della frazione ‘pericolosa’ è del 3%.
- Risorse idriche. Un particolare occhio di riguardo è riservato all’impronta idrica, con uno sforzo e un’attenzione crescenti a favore del recupero delle acque durante le varie fasi dei processi produttivi.
La circolarità consente così di sfruttare le risorse finchè possibile per poi garantirne il riutilizzo o il riciclo. Un prodotto sostenibile punta anche a favorire la tutela della sicurezza e la promozione della salute dei consumatori.
La qualità e il bere responsabile
In questo senso questa realtà è attenta a proporre ai suoi clienti un prodotto di qualità. Allo stesso tempo viene caldeggiato un consumo responsabile del vino con l’adesione a campagne sociali e di sensibilizzazione e attraverso l’allineamento agli obiettivi previsti dal Ministero della Salute circa l’assunzione di bevande alcoliche.
Non ultima per importanza è la considerazione relativa alle condizioni di lavoro di dipendenti e collaboratori.
Premi e riconoscimenti sul tema ambientale
Sul tema ambientale Caviro è stata grande protagonista nel 2018 del premio per la gestione del compost ad Ecomondo, fiera nell’ambito dell’economia circolare e green nel contesto dell’Europa mediterranea.
Enomondo, società gestita in compartecipazione con il gruppo Hera, si è infatti vista assegnare un riconoscimento al marchio ‘Compost di Qualità CIC’.
In occasione dell’ormai storica iniziativa di Legambiente, Enomondo ha ricevuto anche un premio speciale nell’ambito dei Comuni Ricicloni, in particolare per la capacità di valorizzazione del compost di qualità.
Il recente anniversario dei 500 anni dalla scomparsa di Leonardo Da Vinci è stato celebrato dal gruppo Caviro con un omaggio agli studi del genio toscano sulla viticoltura e sui potenziali metodi di produzione.
Il modello circolare autoalimentato
Caviro ambisce a diventare un modello completo di economia circolare autosostenibile.
Negli intenti, i costi iniziali, per ora sostenuti grazie alla solidità economica del gruppo, dovranno essere coperti dai risparmi che si potranno generare nel tempo. Così si raggiungerà un equilibrio virtuoso che dovrebbe spingere l’azienda verso obiettivi sempre nuovi per crescere e a migliorare.
Ultimo aggiornamento il 25 Marzo 2024 da Rossella Vignoli
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